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 2021  gennaio 21 Giovedì calendario

C’è una malattia che fa nascere le giraffe nane


ROMA «Quando mi hanno mostrato le foto per la prima volta non ci ho creduto, ho pensato che fosse uno scherzo con Photoshop». E invece Davide O’Connor, responsabile di Save Giraffe Now, la più grossa Ong mondiale per la protezione delle giraffe, ha dovuto arrendersi all’evidenza: Gimli e Nigel esistono, e nessuno dei due raggiunge i tre metri di altezza. Sono le prime giraffe nane mai osservate.
La scoperta è stata descritta a fine dicembre dalla rivista Bmc Research Notes ed è considerata, almeno in parte, un mistero. Finora il nanismo era stato osservato solo in animali in cattività ed è stato quasi sempre imputato a consanguineità e carenza di diversità genetica. La popolazione di giraffe sia in Namibia, dove vive Gimli, sia in Uganda, terra di Nigel – ha subito un calo significativo dalla fine degli anni Ottanta ed è ora composta da poco più di 1500 esemplari. Per i ricercatori le due giraffe soffrono di displasia scheletrica, patologia che comporta anomalie nello sviluppo osseo. Nel caso di Gimli (che deve il suo nome a un nano del Signore degli Anelli) solo le zampe hanno subito la deformazione, mentre il collo è più lungo delle sue altissime compagne di specie. Nigel invece, col suo collo di appena un metro, è decisamente tutto in miniatura. Nonostante il loro handicap, i due esemplari, entrambi maschi, sono riusciti a passare la fase critica dell’infanzia, periodo di alta mortalità per le giraffe (più della metà non raggiunge letà adulta). Le gambe corte le rendono prede più facili, senza contare le grosse difficoltà di riprodursi. Anche se le femmine tendono a essere un po’ più basse dei maschi, un esemplare alto meno di tre metri non ha nessuna possibilità di montare, «a meno di non dargli uno sgabello» ha scherzato O’Connor. Gimli è stato avvistato la prima volta nel 2015 da Michael Brown, ricercatore presso lo Smithsonian Conservation Biology Institute. Nigel è stato invece notato in una fattoria privata in Uganda nel 2018. Per certificare la scoperta e soprattutto la bassezza dei due animali, Brown li ha fotografati usando la tecnica della fotogrammetria. Gimli non è stato più avvistato dal marzo 2017, mentre Nigel si è fatto vedere nel luglio 2020. «Seguire la loro vita ha detto Brown potrebbe dirci molto sui meccanismi di adattamento ai cambiamenti ambientali».