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 2021  gennaio 21 Giovedì calendario

Periscopio

Questa coalizione politica così precaria segue delle ragioni che la ragione non conosce. Carlo Nordio, ex magistrato. Il Messaggero.
L’imperfezione è bellezza, la follia è genialità, ed è meglio essere assolutamente ridicoli che assolutamente noiosi. Marilyn Monroe.

Ho cominciato a tifare Milan con la partita Milan-Pro Patria a San Siro. Ero un bambino coi miei: Segna, non ricordo se 5 o 6 goal, Nordahl. E fu subito amore. Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia (Valentina De Salvo), Repubblica.

Una politica seria oggi spende sì, per fronteggiare la pandemia, ma fa pure, di quella spesa, un tassello di una strategia di lungo periodo, nella quale il debito, reinvestito, ripaghi se stesso. Quì invece si spende come se non ci fosse un domani. Invece il domani verrà. E non sarà bellissimo. Giovanni Orsina, politologo della Luiss di Roma (Fausto Carioti). Libero.

«L’Avvocato Agnelli, tuo grande amico, in vita riempì le cronache. Da morto, è dimenticato». Quando si muore, succede di essere scordati. Se però penso che dopo si scoprì che aveva nascosto fondi all’estero, dico che è un bene sia stato dimenticato. Se no, sarebbe ricordato anche per questo. Jas Gawronski, giornalista (Giancarlo Perna). Libero.

L’unica religione possibile è la mia, quella su cui mi sono formato, il cristianesimo. La consapevolezza dei suoi duemila anni di storia si riflette su una formula, il famoso «non possiamo non dirci cristiani» di Benedetto Croce: è valida per tutti, credenti e non credenti. Anche per me. Vittorio Sgarbi (Alessia Ardesi). Libero.

Non manca nulla all’Italia per diventare davvero grande. Ma servono progetti di lungo periodo per ricostruirlo ed esecutivi che durino. Angela Merkel è cancelliere da 15 anni, Helmut Kohl lo fu per 16, Konrad Adenauer per 14. Se penso che dal Dopoguerra noi abbiamo avuto 66 governi e 29 presidenti del Consiglio.... Ricardo Franco Levi, presidente degli editori di libri (Aec). (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Anche se nella confusione, almeno Renzi si è ripreso la scena e, sorprendentemente, è riemersa di nuovo anche l’Amministrazione dello Stato, che ha visto nel suo ultimo sussulto d’orgoglio una rivincita, dopo l’orgia di inutili consulenti a Palazzo Chigi. Con un Capo del governo che, però, a furia di circondarsi di super advisor senza esperienza, continua a pensare solo al suo ego personale. Oppure pretendendo magari la nomina a giudice costituzionale, ambendo di diventare una riserva della Repubblica? Se prima o poi si voterà, ci penseranno gli italiani a rimandarli tutti a lavorare e a non fare più danni all’Italia. Mattarella permettendo e sempre salvo intese. Luigi Bisignani, il Tempo.

Oggi i giovani la spinta devono inventarsela, trovarsela dentro. Non sempre hanno buoni maestri e spesso neppure se li cercano. Vedono un mondo di intrighi e di nepotismi, dove tutto va secondo interessi prestabiliti. Sono sfiduciati perché hanno la sensazione di avere poche prospettive anche se si mettono a studiare come pazzi. Roberto Vecchioni, cantautore (Piero Senaldi). Libero.

«Il momento più bello è la gioia di aver fatto felici gli altri», dice il sacerdote nel funerale di Paolo Rossi a Vicenza. Per una notte almeno, quei ragazzi dell’82 fecero felice l’Italia. Nelle piazze gremite dopo la partita pareva che gente del tutto estranea condividesse qualcosa – e quasi, forse, si volesse del bene. Miracolo a Milano, a Roma, a Torino, ma anche nei più piccoli paesi. Breve, effimero miracolo, se volete. E tuttavia, una notte di gioia condivisa, che dono. Marina Corradi, Avvenire.

Talvolta le donne sono complici del proprio aguzzino. Un uomo che ti chiude in casa o ti mette le mani addosso, non lo fa per «troppo amore». È un bastardo, se ci rimani, ti scavi la fossa da sola. Annalisa Chirico, scrittrice (Lucia Esposito). Libero.

I libri sono stati parte fondamentale della mia vita. Studiarli e scriverli. Ma anche produrli. È una sensazione bellissima. Certi pomeriggi li trascorrevo nello studio di Garin, ammiravo gli scaffali pieni di prime edizioni. Prendersi cura dei libri è un po’ come prendersi cura dell’anima del mondo. Michele Ciliberto, biografo di Giordano Bruno (Antonio Gnoli). La Repubblica.

Belushi, un comico straordinario, passato in fretta dalla popolarità al divismo, aveva fatto tutto il percorso, da mezzo hippie che fumava erba in compagnia degli amici a star hollywoodiana che s’iniettava un mix di «ero» e «coca» in un hotel del Sunset Boulevard. Era inevitabile che la sua biografia cominciasse dalla fine. Morire d’overdose, mentre una tossica (e probabile confidente della polizia di L.A.) ti prepara e inietta lo «speedball» perché tu hai paura degli aghi e non sapresti farlo da solo, getta un’ombra tragica su tutta la tua vita. Diego Gabutti (Informazione corretta).

A metà anni Trenta, Scerbanenco riesce ad entrare nel mondo dell’editoria e a lasciarsi alle spalle quel pantano di lavori precari e povertà. È la sua terza vita: inizia alla Rizzoli, poi va alla Mondadori dove diventa caporedattore. È una macchina da guerra, scrittore prolifico e metodico, alterna la produzione dei primi romanzi gialli a un intenso lavoro in redazione. Alla fine della carriera si conteranno 90 romanzi, 280 racconti e oltre duemila articoli scritti con più di 40 nom de plume: una produzione torrenziale, anche per uno che si alza tutte le mattine all’ora in cui si alzano gli operai e attacca a pestare senza sosta sulla macchina da scrivere. Maurizio Pilotti. Libertà.

È vero che scrivono tutti allo stesso modo e le stesse cose? «Ma va! Questo succedeva più negli anni 50-60, quando il romanzo era per lo più resistenziale, o subito dopo gli anni di piombo, quando tutti volevano fare il Grande romanzo degli anni Settanta. Oggi convivono forme e generi diversi. E c’è persino meno conformismo di un tempo». Antonio Franchini, editor (Luigi Mascheroni), il Giornale.

In un paio di giorni, non volendo partire da sola, Sara fece tante di quelle telefonate che ottenne di rimorchiarsi dietro un’amica, l’Annalisa dal Pozzo Averna, una di quelle donne seminobili, semilibere, semipazze, che trascorrono l’anno sulle valige, passando da una nave a un jet. Nantas Salvalaggio: Il salotto rosso. Mondadori, 1982.

Rifiutate una carriera solo perché vi assicura una pensione. La migliore pensione è il possesso di un cervello in piena attività che vi permetta di continuare a pensare usque ad finem, fino alla fine. Rita Levi Montalcini, Nobel per la biologia (Alle 5 della sera).

Le donne che avevano perduto la testa per me l’hanno sempre ritrovata fra le braccia di un altro. Roberto Gervaso.