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 2021  gennaio 20 Mercoledì calendario

Gli italiani emigrano su Signal

«Da oggi non mi trovi più su WhatsApp». In molti stanno ricevendo dai propri amici un messaggio del genere. Cosa sta succedendo? Colpa delle nuove regole dell’app che dal 16 maggio permetteranno ufficialmente a Zuckerberg di leggere anche le chat e utilizzare i dati raccolti per profilarci meglio. Poco importa che ufficialmente (...)
(...) queste modifiche riguardino solo le conversazioni con le aziende attraverso una piattaforma a loro dedicata. La decisione di Facebook lascia gli utenti davanti a un bivio: accettare una policy poco chiara (ed esser «spiati») o non usare proprio l’app.
Ecco quindi l’esodo verso chi promette più tutela. Proprio come Signal, che in realtà esiste dal 2014, ma che finora ben pochi conoscevano. La sua caratteristica? Non avere «Big Tech» dietro e garantire un livello massimo di tutela delle informazioni. Al punto che nel 2017 era persino consigliata allo staff del Senato Usa.
Si tratta di un progetto fondato da una organizzazione non profit, è open source (cioè in qualsiasi momento chiunque può leggere il codice che lo fa funzionare) ed è pure gratuito. Come campa? Di donazioni libere da parte degli utenti. Un po’ come Wikipedia per intenderci. La mancanza di sponsor rende non necessario usare i dati degli iscritti come merce di scambio. L’assoluta garanzia, quindi, che le chat sono criptate e che il nostro smartphone non condivide nulla con l’organizzazione. Addirittura sui suoi server non finiscono neppure i numeri di telefono (vengono criptati e poi cancellati). A differenza di WhatsApp, che sa sempre dove siamo e conosce persino alcuni dati condivisi da app di salute o fitness.
Tutto perfetto? Più o meno. L’impossibilità di intercettare conversazioni e informazioni non può non far temere usi illeciti. E poi WhatsApp ha alle spalle diversi anni di chat. Difficile scardinare tutti gli «amici». Infine c’è l’aspetto tecnologico: Signal ha l’infrastruttura adatta a sostenere un tale flusso di utenti e dati? Difficile crederlo. E infatti già nei giorni scorsi i disservizi sono iniziati...