ItaliaOggi, 20 gennaio 2021
D’ora in poi per ottenere la cittadinanza svedese bisogna parlare lo svedese
La cittadinanza svedese fa gola a tanti stranieri. Un po’ troppi per il governo di Stoccolma che sta pensando di rivedere i criteri con cui concede il passaporto, inserendo il test di lingua tra i passaggi formali necessari per diventare cittadini del regno scandinavo.
Lo ha annunciato nei giorni scorsi il ministro della giustizia e della migrazione, Morgan Johansson, spiegando che per portare a compimento il progetto potrebbe essere necessario fino al 2025 e che il tutto è finalizzato a «rafforzare lo status di cittadinanza e promuovere una società più inclusiva».
Come ha ricordato Forbes, in questo modo la Svezia si allineerebbe alla maggior parte dei Paesi europei, perché al momento Stoccolma è una delle sole tre nazioni comunitarie che non ha i requisiti linguistici tra quelli previsti per l’ottenimento della cittadinanza. Al momento, infatti, è sufficiente aver vissuto in terra scandinava per cinque anni, ridotti a tre nel caso si sia conviventi di un cittadino scandinavo, per poter ambire al riconoscimento. L’immigrazione è un tema caldo in Svezia e, come anticipato, le richieste di cittadinanza sono aumentate parecchio, passando dalle 29.318 del 2009 alle 64.206 del 2019.
Il nuovo esame per ottenere la cittadinanza verterà su tutte e quattro le abilità linguistiche: scritto, orale, lettura e ascolto. Inoltre, è previsto anche un test di educazione civica. Per sostenere la prova sarà richiesto un contributo di poco meno di trecento euro, mentre la domanda per la cittadinanza ha un costo di circa 150.
Ma a quale livello bisognerà padroneggiare la lingua per poter diventare cittadini svedesi? Nello scritto e parlato è richiesto un A2, mentre per lettura e ascolto B1. «Questa padronanza della lingua consente di seguire i dibattiti d’attualità in Tv o sui giornali», ha affermato Mari Andersson, che ha seguito per il governo questa partita, che ora passerà all’esame del parlamento e dovrebbe essere approvata prima delle prossime elezioni del settembre 2022. «Diverse parti, incluso la mia, vedono la necessità di trovare un equilibrio migliore tra diritti e doveri, sia nell’integrazione che nelle politiche migratorie», ha evidenziato il ministro socialdemocratico Johansson, ammettendo che questa novità potrebbe riflettersi in una diminuzione di richieste di cittadinanza. «La lingua è la chiave per poter lavorare, ma anche per vivere in società. La nostra è una proposta ragionevole e speriamo che possa essere messa in atto il prima possibile».