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 2021  gennaio 20 Mercoledì calendario

Silvio Orlando ricorda Ezio Bosso

Non è un semplice anniversario di un anniversario, la voce narrante di Silvio Orlando nella favola musicale Pierino e il lupodi Prokofiev che stasera alle 21.15 su Rai 5 sarà tra i momenti clou della riproposta di Grazie Claudio! diretto da Ezio Bosso. Una formidabile serata che all’Auditorium Manzoni di Bologna ebbe luogo il 20 gennaio 2019 per rendere omaggio a Claudio Abbado a cinque anni dalla sua scomparsa, a opera di cinquanta eminenti musicisti europei già collaboratori del Maestro, provenienti dalle migliori orchestre italiane e internazionali, alle prese con Rossini, Beethoven, Mozart e appunto Prokofiev sotto la guida di un carismatico Ezio Bosso e l’organizzazione di Mozart 14.
Orlando, ha partecipato a questo tributo non come semplice ospite ma in quanto amico personale di Bosso. Era nota una vostra comunanza, di cui per pudore non ha mai tanto parlato.
«Ci siamo conosciuti attorno al 2000, era nato subito un bellissimo rapporto, tra me flautista dilettante e amante della musica e lui angelo diabolico e sulfureo torinese, pianista, contrabbassista con un pregiato strumento di fine 700. A fare da tramite furono Antonio Catania e Gigio Alberti, ricordo che quando io e Maria Laura Rondanini cominciammo a stare bene insieme e facemmo un viaggio d’un mese in Centro America, lasciai la mia casa proprio a Bosso e ad Alberti, e Ezio suonò quasi tutte le sere sul mio terrazzo invitando gente che ancora oggi mi ringrazia per quei piccoli concerti sotto le stelle. Era dotato di un ossigeno vitale, aveva un rapporto carnale e quasi violento col contrabbasso con l’archetto, un vero performer che dava spettacolo».
Anni più tardi, fu lei stesso a invitarlo in scena, per un duetto di suoni e voce.
«Dovevo affrontare due canti del Purgatorio a Parigi, una serata voluta da Carlo Ossola, nel 2013. Chiesi a Ezio di condividere con me il palco. Abitava a Londra, accettò subito, attraversò in treno la Manica e fu fantastico. Pensai che avremmo potuto replicare ma lui già soffriva della sua malattia neurodegenerativa e non riusciva più a suonare. Ci siamo rivisti a Torino e in un momento di ripresa e attivismo m’ha chiamato a Bologna per l’omaggio ad Abbado, ho potuto partecipare perché avevo una pausa del set di The New Pope con Sorrentino. Una esperienza pazzesca, il Grazie Claudio! , da cui nacque un cd e poi un dvd, una documentazione della forza del lavoro di Ezio».
Uno degli ultimi appuntamenti di un’amicizia quasi ventennale.
«Ci eravamo sempre tenuti d’occhio. Avevo avuto gran piacere per le sue musiche in due film di Gabriele Salvatores. Sapevo quanto massacrante fosse per lui dirigere un’orchestra. L’ho rivisto ancora a Roma quando una ragazza gli consegnò un cane che gli facesse compagnia. Ho avuto una dolorosa conversazione telefonica in un successivo momento cupo e devastante. Quando è morto non ho voluto fare commenti. Ero troppo turbato. È la prima volta, questa, che parlo di lui».
Gli spettatori di Rai 5 che "Pierino e il lupo" sentiranno, ora?
«Ezio mi chiese un’edizione filologica, dopo quella incontenibile cui aveva dato voce Roberto Benigni sempre con Abbado a Bologna. Ho rispettato una partitura all’interno degli spartiti musicali, punto per punto. Non facile».
Venendo ai nostri giorni, che lavori la impegnano, con le restrizioni che sono in corso?
«Ho fatto il personaggio di un pianista nel film di Roberto Andò Il bambino nascosto , a Napoli, nei panni di un musicista coinquilino presso cui un ragazzo di famiglia camorrista si rifugia, salvandolo, ed essendone salvato. E poi sono riuscito a stare insieme a Toni Servillo nel film Dall’interno di Leonardo Di Costanzo: lui capo degli agenti penitenziari, e io il capo dei detenuti, girato in un carcere di Sassari. Ci sarebbe altro cinema ma è ancora da definire. Invece prima dell’estate non credo che succederà nulla di teatrale. Dovrò riprendere La vita davanti a sé dal romanzo di Romain Gary, di cui ho da poco accennato il prologo in Ricomincio da RaiTre ».
Il teatro in streaming la convince?
«Il teatro sopravvive ai millenni perché dei cristiani possano morire da un momento all’altro in scena. La documentazione in tv può servire. Spero che però nessuno si abitui a un teatro in casa. Il teatro deve essere un po’ scomodo, lo spettatore si deve sganciare dal divano e uscire di casa, e l’artista deve fare palestra in persona».