Corriere della Sera, 20 gennaio 2021
I numeri di quattro anni di Trump
uattrocentomila morti per un’epidemia prima negata («abbiamo solo cinque contagiati, presto scenderemo a uno», «è come una normale influenza, una mattina sparirà») poi trasformata in battaglia ideologica contro lockdown e mascherine. Esplosione (+36%) del debito pubblico, bestia nera del partito repubblicano, che lui aveva promesso di azzerare è invece ha fatto crescere enormemente (da 19,9 a 28 mila miliardi di dollari) già prima del flagello del coronavirus. Tredici detenuti mandati al patibolo negli ultimi sei mesi ripristinando le esecuzioni federali (sospese da 17 anni), solo per dimostrare la sua durezza anticrimine. E, ancora, 60 mila tweet e retweet usati per diffondere la sua visione del mondo e per investire i suoi 88 milioni di follower con una valanga di 30 mila falsità (bugie verificate con la tecnica del fact-checking ).
Secondo molti non ci sono parole adeguate per descrivere la devastazione delle istituzioni, della vita sociale e della democrazia americana prodotta dalla presidenza di Donald Trump che oggi si conclude in un clima di tragedia nazionale che preoccupa i leader repubblicani e gli uomini che in questi anni hanno lavorato con The Donald, non meno dei democratici: dal vice di Trump, Mike Pence, che ha rischiato di essere rapito e forse assassinato dai rivoltosi aizzati dal suo capo al leader dei conservatori al Senato, Mitch McConnell che sta pensando di votare a favore del suo impeachment. Tardiva, quasi surreale la sortita di Trump che ora dice di pregare per il successo di un Biden che fino a ieri voleva in prigione.
E allora si può tentare di disegnare anche coi numeri il profilo di una presidenza che voleva rendere l’America great again chiudendo la stagione di quella che Trump nel suo discorso inaugurale del 2016 definì la «carneficina americana». E che, invece, naufraga in uno spettacolo che lascia attonito il mondo: il Paese baluardo della democrazia occidentale che si scopre vulnerabile, costretto a insediare il suo nuovo presidente in una città blindata e in un clima da guerra civile, dopo aver rischiato il colpo di Stato.
Anche Trump rivendica le sue cifre: quelle delle vaccinazioni (in proporzione, però, più bassi dei numeri italiani) o del forte spostamento a destra delle magistrature americane: in appena 4 anni Trump è riuscito a nominare tre dei 9 giudici di una Corte Suprema, ora ultra conservatrice, 54 giudici di Corte d’Appello e 174 giudici distrettuali.
La pandemia
L’altra cifra che pesa sono i 400 mila morti
di una pandemia
a lungo negata
Ma i numeri più drammatici, la prova che le tragedie della perdita delle certezze democratiche e dello smarrimento della bussola della realtà non finiscono, per molti americani, con l’uscita del presidente-tycoon dalla Casa Bianca, li troviamo nei suoi indici di gradimento e nel credito dato alle sue teorie cospirative.
Trump è stato uno dei presidenti più impopolari della storia americana: se ne va con appena il 38,5% dei consensi, ma anche nei periodi migliori non è mai arrivato al 50%: un livello che è stato, invece, superato da tutti gli ultimi presidenti – Clinton, i due Bush e Obama – anche nella fase finale dei loro mandati, calante per tutti. Ma i sondaggi indicano che Trump è comunque riuscito a convincere la grande maggioranza degli elettori repubblicani (addirittura l’81% secondo l’ultima indagine Cnn) che le elezioni sono state truccate. Denunce basate sul nulla ma ripetute di continuo con incedibile determinazione hanno fatto breccia in un mondo conservatore spinto a vivere in un clima politico sempre più radicalizzato già prima della conquista del potere da parte del costruttore di New York.
Così alla fine i numeri più allarmanti, anche se meno spettacolari, sono quelli della diffusione delle teorie cospirative QAnon. Sembrava una setta di pochi fuori di testa, convinti che il mondo è nelle mani di una cabala di leader politici pedofili, forse anche cannibali, e che Trump è un messia venuto a liberarci da questa maledizione. Ma i pochi sono diventati un esercito: l’anno scorso i fan dei QAnon sono decuplicati in meno di sei mesi, mentre Twitter ha appena chiuso oltre 70 mila account che diffondono le loro teorie cospirative. Un altro intervento a stalla ormai vuota dei «geni» della Silicon Valley. Riconquistare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nella democrazia non sarà facile, anche dopo l’uscita di scena di Trump. Difficile per Biden governare essendo considerato un presidente illegittimo da buona parte del Paese.