la Repubblica, 19 gennaio 2021
Le nuove regole della schiscetta
A volte ritornano. Tra i corsi e ricorsi, c’è anche quello del pranzo in ufficio portato da casa: per necessità più che per passione, con i ristoranti chiusi ancora in molte regioni e il timore di frequentare luoghi affollati, la pausa a lavoro rispolvera vecchie abitudini e non si fa più al bar o a mensa (anche perché alcune sono state chiuse).
Certo, il termine lunch box ha sostituito il vecchio portavivande. Ma per decenni è stato per impiegati e operai il cestino della merenda o anche gamella, barachin a Torino e schiscetta a Milano, dal verbo “schisciare”, schiacciare, perché il pranzo per essere chiuso nel contenitore veniva, appunto, un po’ schiacciato.
Oggi invece tra contenitori vintage o hi-tech non c’è che l’imbarazzo della scelta e i kit portapranzo, evoluzione della gavetta quale rudimentale antesignano di food design, registrano un’impennata nelle vendite in tempi di pandemia.
Non a caso molti designer hanno creato modelli funzionali e accattivanti: dal Sunch (Lunch Under the Sun) di Soo Kang Lee che trasforma una borsa rigida in un vero e proprio ‘coperto’ con tutte le comodità di un ristorante ai modelli che tengono caldo il cibo con un cavo usb da collegare al computer o addirittura con piccoli pannelli solari. E anche i ricettari dedicati tornano a trovare mercato, da Schiscetta perfetta di Alessandro Vannicelli a Il re della schiscetta di Jacopo Manni e Lorenzo Buonomini, passando per Idee per la pausa pranzo di Slow Food.
Secondo un sondaggio Coldiretti, alla “schiscetta” al lavoro fa ricorso oggi più di un italiano su 2 (53%). Non solo per chiusure e paure ma anche per risparmiare in un momento di incertezza economica. Nonostante lo smart-working abbia in parte svuotato gli uffici, chi ancora lavora fuori casa sempre più sceglie di mettere in borsa anche il pranzo. Lo stesso vale per gli studenti all’università e ora anche alle supriori con i nuovi orari sfalzati.
I nutrizionisti promuovono a pieni voti la schiscetta, che può diventare una buona occasione per consumare un pasto sano e leggero, anche se pesano in negativo i tempi di consumo troppo brevi, con una media di 15-20 minuti e la tendenza a mangiare seduti al pc, che non aiuta la mente a staccare.
Tra gli alimenti migliori, come consiglia Ciro Vestita, docente in nutrizione all’Università di Pisa, ci sono i cereali alternativi, meglio se integrali, «perfetti da preparare anche la sera prima» suggerisce. Ecco il riso integrale, l’orzo e l’avena «che è buonissima e un fantastico alleato in funzione antistress». Basta farla bollire con l’aggiunta di un po’ di patate e carote e profumarla di salvia e rosmarino (che rilasciano carnosolo, alleato per prevenire i tumori). In ufficio si condisce con olio extravergine e parmigiano. Vanno bene la pasta con verdure di stagione, carni bianche o filetti di pesce con pomodoro e capperi, una semplice ma ricca macedonia o anche due banane, concentrato salutare di energia, ricche di potassio e magnesio, meglio se mature. Come snack spezza fame a metà mattina o pomeriggio, Vestita suggerisce la frutta secca.
Oltre a cibi consigliati ci sono anche quelli da evitare, in una sorta di galateo da ufficio, come suggerito dall’esperto di bon ton Nicola Santini. No dunque agli odori invasivi: no a pesci o formaggi dal carattere troppo forte né ortaggi tipo cavoli, sovrabbondanza di cipolle crude e piatti molto speziati. «Nulla il cui odore si espanda oltre la propria scrivania». Il consiglio per la psiche arriva dalla Fondazione di Dietetica e Nutrizione Adi: lasciar stare computer e telefonini, Perché la pausa sia anche mentale.