il Fatto Quotidiano, 19 gennaio 2021
Sei colf su dieci lavorano in nero
In Italia c’è stato un boom di assunzioni durante il primo lockdown, anche grazie a una serie di bonus concessi dal governo e soprattutto alla sanatoria voluta dalla ministra Teresa Bellanova, eppure la gran parte delle lavoratrici domestiche in Italia resta in nero. Ogni dieci tra colf e badanti, sei sono irregolari, in pratica oltre un milione di posizioni che “sfuggono” all’Inps. Queste sono le stime di Domina, l’associazione dei datori di lavoro domestico, che si riferiscono al 2019 ma, a vedere le proiezioni, tutta la raffica di interventi a sostegno messi in campo in questi mesi non sembra aver spostato di molto gli equilibri.
Guardando i dati Istat, parliamo in assoluto del settore che crea più posti di lavoro “informali” e pur con una serie di condizioni favorevoli combinate nel corso del 2020 non ha compiuto passi da gigante e questo nonostante, per chi collabora nelle abitazioni private, esistano ancora i voucher, oggi chiamati Libretto Famiglia.
I lavoratori domestici nel nostro Paese sono in totale due milioni, ma solo 849 mila con regolare contratto. Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito a due fenomeni. Il primo è la progressiva riduzione della percentuale di stranieri, passati dall’81% di otto anni fa al 70,3% di oggi. Il secondo è la diminuzione delle assunzioni regolari in generale: erano oltre un milione nel 2012 e nel 2019 ci siamo fermati abbondantemente sotto i 900 mila. Questa tendenza dovrebbe essere invertita nel 2020, ma – come detto – non in modo così netto. A marzo, primo mese con le restrizioni, le attivazioni di contratti sono state oltre 50 mila, con un aumento di oltre il 58% rispetto a marzo 2019. Tra febbraio e giugno, il saldo tra i rapporti avviati e quelli cessati segna un valore positivo di 18 mila. La quarantena nazionale ha imposto a molte famiglie di regolarizzare il lavoro perché altrimenti le colf e le badanti non avrebbero potuto giustificare l’uscita di casa. Accanto a questo aumento nelle assunzioni, sono volate le richieste di Libretto Famiglia, moltiplicate di venti volte rispetto all’anno precedente sulla spinta del bonus baby sitter. Una necessità che si è manifestata soprattutto per la chiusura delle scuole, mentre molti genitori erano comunque costretti ad andare al lavoro per le attività ritenute essenziali.
A giugno, quindi, è arrivata la sanatoria. Un provvedimento che in realtà, nell’idea originaria di Teresa Bellanova, doveva soprattutto servire per far venire a galla i rapporti di lavoro illegali nell’agricoltura e allo stesso tempo fornire manodopera nei campi. Come prevedibile, però, l’intervento ha avvantaggiato soprattutto il mondo del lavoro domestico: le domande presentate per colf e badanti sono state 177 mila e non è detto che siano tutte genuine. Una cifra certamente importante, ma comunque limitata rispetto al totale delle lavoratrici in nero.
Dunque, se da un lato la spesa delle famiglie che fanno tutto in regola permette allo Stato di risparmiare quasi 11 miliardi che dovrebbe altrimenti investire in assistenza, la così diffusa tendenza al nero sottrae oltre 2 miliardi attraverso il mancato gettito fiscale. E soprattutto costringe queste lavoratrici a non avere diritti né a potersi aspettare di raggiungere una buona pensione. Secondo Lorenzo Gasparrini, segretario generale Domina, permettere la deducibilità delle spese potrebbe aiutare a combattere l’irregolarità.