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 2021  gennaio 17 Domenica calendario

Il bello del lato sinistro

In un celebre studio del 1973 gli psicologi Chris McManus e Nicholas Humphrey osservarono che in un campione di quasi millecinquecento ritratti era raffigurata preferenzialmente la parte sinistra del volto piuttosto che quella destra; ciò avveniva nel 68% dei casi nei ritratti di volti femminili e nel 56% di quelli maschili. L’effetto è stato poi confermato da numerose altre ricerche e riguarda non solo i dipinti, ma anche i disegni e le fotografie.
Questa preferenza per la sinistra si presta a diverse interpretazioni. La prima è che per ragioni meccaniche sia più facile nei destrimani, che sono maggioranza, tenere il modello sul lato sinistro in linea con la tavolozza anziché dover traguardare oltre il braccio che dipinge, e che il modello a sua volta si volga mostrando il lato sinistro per assecondare la preferenza dell’artista. Per molte ragioni questa spiegazione non regge. Innanzitutto gli artisti mancini mostrano la stessa preferenza per il lato sinistro dei destrimani. Poi, come notavo, la preferenza è stata osservata anche nel caso delle fotografie. Infine, gli autoritratti, che tradizionalmente sono ottenuti con l’uso di uno specchio, rivelano una preferenza a mostrare il lato destro del volto, congruente con il fatto che il lato sinistro appaia a destra nell’immagine allo specchio. Lo stesso vale per i selfie, nei quali pure si nota una preferenza per mostrare il lato destro. Infatti negli smartphone la fotocamera frontale è uno specchio che riflettendo inverte la destra con la sinistra di ciò che viene inquadrato.
Una seconda spiegazione è che la preferenza rifletta un’asimmetria nell’allocazione dell’attenzione a causa dell’asimmetria dei nostri cervelli. Poiché l’elaborazione dei volti avviene principalmente nell’emisfero destro, noi tenderemmo a dirigere l’attenzione prevalentemente verso la parte controlaterale dello spazio, cioè verso sinistra.
In effetti la presenza di una generale preferenza percettiva per il lato sinistro si estende anche a stimoli diversi dai volti, ed è stata di recente oggetto di studio da parte di chi si occupa del comportamento dei consumatori. Ad esempio, un modo per realizzare una spinta gentile (che gli economisti comportamentali e gli psicologi cognitivi chiamano nudge) verso la scelta di cibo più sano parrebbe essere quello di collocarlo alla sinistra anziché alla destra di quello meno sano. Anche il volume di cibo consumato in una situazione in cui alimenti più o meno sani siano presenti simultaneamente alla vista dipenderebbe dal fatto che il cibo più sano sia collocato a sinistra oppure a destra di quello meno sano (nel primo caso se ne consumerebbe di più). In uno studio recente venivano create coppie di prodotti nelle quali uno dei due era molto più attraente dell’altro e i partecipanti mostravano una netta preferenza per la disposizione spaziale in cui il prodotto più attraente stava a sinistra piuttosto che a destra di quello meno attraente.
La preferenza per dirigere l’attenzione sul lato sinistro potrebbe essere legata all’abitudine a scansionare le immagini da sinistra verso destra, associata alla lettura e alla scrittura. Vi sono prove, infatti, che l’asimmetria possa essere modulata e in alcuni casi anche rovesciata nei parlanti di quelle lingue in cui la direzione di scrittura e lettura avviene da destra verso sinistra, come ad esempio quella araba ed ebraica. Tuttavia se l’origine dell’asimmetria è rintracciabile nella differente funzionalità della parte destra e sinistra del cervello essa dovrebbe avere un carattere universale e valere anche per le altre specie. Infatti vi sono molte prove che la preferenza per dirigere l’attenzione verso sinistra sia presente anche negli altri animali, che pure non sanno né leggere né scrivere. Tra le evidenze più sorprendenti vi sono quelle relative alla probabilità di rivolgere un comportamento aggressivo verso un conspecifico a seconda che questi sia collocato sulla destra o sulla sinistra. In una varietà di specie, dai camaleonti ai babbuini, i maschi attaccano più facilmente un altro maschio se lo vedono sul loro lato sinistro anziché destro. E anche corteggiano più prontamente una femmina che si trovi a essere collocata sul lato sinistro.
Pare evidente, comunque, che nella preferenza a mostrare il lato sinistro del volto sia in gioco qualcosa di speciale, perché una generica preferenza percettiva per il lato sinistro da parte di chi osserva non spiega né perché negli autoritratti sia rappresentato prevalentemente il lato destro né perché la preferenza a mostrare il lato sinistro del volto sia più pronunciata nelle donne che negli uomini. L’asimmetria nella posa dei volti sembra essere legata a una preferenza del modello piuttosto che a una di chi guarda il modello.
Cosa c’è di speciale nel lato sinistro di un volto? C’è il fatto che quando le persone esprimono un’emozione, a causa, ancora una volta, del maggior coinvolgimento dell’emisfero cerebrale destro, i muscoli sul lato sinistro del viso producono una espressione più intensa di quelli sul lato destro. Insomma, il lato sinistro del volto è quello in cui le emozioni si manifestano più intensamente. I maschi, per qualche ragione, sembrerebbero meno inclini a mostrare il loro lato più emotivo.
Pur senza esserne consapevoli, le persone possono essere più o meno propense a mostrare il lato sinistro del volto a seconda delle circostanze. Il neuropsicologo Mike Nicholls anni fa si era preso la briga di controllare la posa assunta nei ritratti che adornano la sede della Royal Society a Londra, la seconda (dopo l’Accademia dei Lincei) più antica società scientifica del mondo. Ebbene gli scienziati – in gran parte maschi – tendono a mostrare il lato destro anziché quello sinistro del volto, la loro parte meno emotiva. Le ricerche successive hanno mostrato una differenza nel modo di mettersi in posa da parte degli accademici che appartengono alle scienze dure (che tendono a mostrare il lato destro del volto) e delle cosiddette humanities (che invece tendono a mostrare quello sinistro). In maniera indipendente dagli stereotipi professionali, si è visto che un po’ tutte le persone, senza esserne consapevoli, si mettono in posa in maniera differente quando, ad esempio, si tratta di fare una foto in famiglia (lato sinistro) oppure per un curriculum professionale (lato destro).
Ricordo di aver visto una vignetta dei Peanuts in cui in una giornata di pioggia Charlie Brown sta passeggiando con Lucy che cammina sul lato esterno del marciapiede. Passa un’auto e la schizza. Charlie Brown commenta laconico «Capisci adesso perché io non cammino sul lato esterno del marciapiede come dovrebbe fare un vero gentiluomo?». Mi sono sempre chiesto se a prescindere dallo scorrimento delle auto e dalle pozzanghere gli uomini e le donne mostrino asimmetrie sistematiche, magari con forza o direzione differenti, nella loro preferenza per tenere il partner sul lato destro o sinistro mentre camminano affiancati. Proviamo a fare una piccola inchiesta: io prediligo avere la mia accompagnatrice sul lato sinistro, e voi? Dipende forse dal grado di familiarità (o dall’affetto) nei riguardi di chi vi accompagna? O magari dal fatto che siete destrimani? Anche in questo caso sarebbe utile verificare cosa accade nei mancini (in coppie eterogenee oppure omogenee quanto a preferenza manuale).