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 2021  gennaio 17 Domenica calendario

Intervista a Simon Sebag Montefiore

Simon Sebag Montefiore è uno storico, romanziere e presentatore tv britannico. Molti dei suoi avvincenti libri sono incentrati sulla Russia. I Romanov ha vinto il premio letterario Lupicaia del Terriccio in Italia ed è stato il libro dell’anno per Oprah Winfrey.
Come ha vissuto il 2020?
«Come un monaco in un monastero in un’epoca apocalittica. Me ne sono stato a casa per conto mio. Ho letto maniacalmente: anche se è stato un periodo terribile per presentare libri ne sono usciti di fantastici».
Quali le sono piaciuti di più?
«Tre libri mi hanno dato una grande gioia, sono le migliori biografie reali che abbia mai letto. Il re del mondo. La vita di Luigi XIV di Philip Mansel, è un capolavoro. Spiega il carattere di Luigi XIV, che era molto intelligente ed enormemente energico, quasi il perfetto monarca assoluto. Geoffrey Parker, un brillante storico spagnolo, ha scritto una biografia del re Filippo II e una del figlio l’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V. Sono eccezionali, affascinanti per i dettagli su quanto sia stato straordinario governare queste strane monarchie tenute insieme da una sola persona».
Come mai le interessano tanto le monarchie?
«Mi interessa il potere e il modo in cui funziona, passa di mano, viene adoperato e come cambia le persone. Una delle cose strane del potere è che è corrosivo. È molto faticoso. Distrugge gradualmente le persone e le corrompe, e spesso semina in loro i semi dell’autodistruzione. In questo senso è affascinante la nuova biografia di Hitler di Volker Ullrich ».
Scriverà della regina Vittoria o dell’attuale regina, la più longeva monarca britannica?
«Non trovo la regina Vittoria particolarmente avvincente. La monarchia britannica non ha alcun potere diretto. Mi interessano persone come Disraeli e Gladstone, Palmerston e Peel, e leader come Walpole e Cromwell. Cromwell fu il monarca di maggior successo e più dotato nell’Inghilterra del XVII secolo, anche se formalmente non era re».
Le interessano personaggi come Talleyrand e Metternich?
«Talleyrand è un mio eroe. È così urbano, così pragmatico, così mondano. Corrotto perfino per gli standard del XIX secolo, ma così talentuoso. Credo sia l’unico ministro degli esteri che ha tradito il proprio paese per una potenza straniera quando si è offerto di servire lo zar Alessandro I contro il suo capo di stato, Napoleone. Metternich ha dominato l’Europa per 30 anni e adoro le sue lettere d’amore. Era meravigliosamente egocentrico e vanitoso, e un gran seduttore».
Ci sono mai stati altri politici con tanto carisma?
«Breznev teneva in grande considerazione Henry Kissinger e ha ripetutamente affermato che fosse un tipo davvero tosto, duro e intelligente. Si sono divertiti molto insieme. Ho cenato con Kissinger un paio di volte, e raccontava in modo sempre affascinante dalle persone che aveva incontrato e dalla vita che aveva condotto. È stato uno dei più potenti statisti americani del XX secolo».
Teme che oggi la democrazia stia perdendo terreno a causa del populismo?
«La democrazia funziona solo se la maggior parte dei suoi partecipanti sono fedeli alle sue regole e istituzioni: rispetto per gli oppositori, rispetto per la verità, la volontà del popolo, le istituzioni e i loro rappresentanti, integrità delle elezioni e passaggio dei poteri. La successione è sempre la prova più grande di qualsiasi sistema, il momento di massima tensione e pericolo. Le due maggiori incognite sono gli attacchi alla verità - in particolare all’integrità delle elezioni - e il passaggio ordinato dei poteri. I segnali di pericolo sono l’uso di un linguaggio violento che ne rende accettabile l’uso. Guardiamo il caso Donald Trump: sapevamo che non rispettava la democrazia, ma la gente lo tollerava perché era stato eletto con elezioni corrette - e giustamente lo rispettavano. Le democrazie non eleggono sempre chi vorremmo: quando Napoleone III fu eletto presidente e poi imperatore, Marx ed Engels si lamentarono che la gente soffriva di quella che chiamavano "falsa coscienza". Ma Trump ha sempre aspirato a essere un autocrate, uno zar o un sultano, Putin o Erdogan. Quando ha rifiutato le elezioni, ci siamo spostati in un territorio letale - la grande bugia delle elezioni rubate. Quando ha incoraggiato i golpisti a marciare contro il Congresso, ha davvero passato il segno».
È grave che la maggior parte dei paesi democratici non abbia politici carismatici?
«Avere troppo carisma non è una buona cosa. I governanti veramente potenti e carismatici diventano dittatori. Una delle caratteristiche delle democrazie è che i leader carismatici sono pochi e rari».
Quali problemi politici ha creato la pandemia?
«Pandemie e disastri naturali mostrano i limiti dei governi moderni. I cittadini nelle democrazie occidentali si aspettano totale comfort e sicurezza dai loro governi. Ma non è realistico. Le aspettative sono pericolose, perché le aspettative deluse portano alla rivoluzione. Questa differenza tra i limiti del governo e le aspettative dei cittadini è in realtà il vero pericolo, non il populismo». —
traduzione di Carla Reschia