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 2021  gennaio 17 Domenica calendario

Il caso Frabotta, una lezione contro la crisi

Scova l’intruso. Scorri le formazioni annunciate per Inter-Juventus e vedi un po’: tra Cristiano Ronaldo e Lukaku, tra Bonucci e Vidal sbuca Frabotta Gianluca, un ragazzo del ’99 che nessuno alla vigilia del campionato avrebbe immaginato titolare (forse neppure rincalzo) in una partita decisiva. Eppure c’è. Frabotta è un segno (verso l’interno) e una possibilità (verso l’alto). Allude al caso, certo: l’indisponibilità di Alex Sandro; ma anche alla necessità: di cogliere l’occasione quando arriva. Incerto all’esordio, ha conquistato sicurezza giocando (sarebbe alla tredicesima presenza). Nell’altra apparizione al Meazza, quella vincente con il Milan, ha messo a segno 35 passaggi, realizzato 4 cross riusciti, intercettato due palloni e fatto un movimento decisivo per favorire il secondo gol di Chiesa.
Nei momenti migliori, quando affonda, ricorda lo Spinazzola di lusso del 3 a 0 all’Atletico Madrid. Contro l’Inter Spinazzola ha perso il treno Hakimi, oggi tocca a Frabotta mettersi su quella rotaia. Sono prove di maturità, ma per troppi ragazzi del ’99 non arrivano mai. Tocca anche a loro fare “dad”, debutto a distanza: in serie minori, campi lontani. Da quanti anni Juve e Inter non scommettono su un ventenne italiano dandogli tempo? Quel Kean autore di 9 reti al Psg non comincia a ricordare vagamente Coman? Pirlo utilizza troppi under 23 o gli altri ne usano troppo pochi?
Frabotta è stato salvato da uno scambio. Per tenere Orsolini lo mandò a Torino il Bologna che non l’aveva fatto esordire. Oggi su quella fascia schiera spesso un diciottenne scozzese (Hickey “Mouse”) che gli tiene testa per temperamento ma non per tecnica e fisico.
Frabotta non è figlio d’arte, ma di un uomo di nome Ercole che l’ha seguito rigettando l’idea che assecondare i sogni di un figlio sia un sacrificio e che in un’intervista a Gianluca di Marzio ha detto questa frase: «L’ingaggio per noi è l’ultima cosa. Gianluca doveva essere felice». È molto probabile che stasera al Meazza sia il più felice in campo. Ce le ricordiamo tutti la gioia provata la prima volta in cui abbiamo fatto la cosa che sognavamo, l’ebbrezza di quando è diventata veramente difficile, la gratitudine per tutti quei padri e quei maestri che ci hanno accompagnato nei corridoi e tenuto aperte porte. Questo campionato strano e si spera irripetibile, senza la pressione delle masse urlanti, con i portafogli chiusi, sarebbe l’occasione perfetta per congedare mercenari d’andazzo e di ritorno e regalare felicità ai Frabotta. Non tutti, forse non molti, ma alcuni ricambierebbero.