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 2021  gennaio 17 Domenica calendario

Ogni impresa ha il suo smart working

Dalle ambasciate alle cooperative e alle telecomunicazioni. In attesa che governo e Parlamento decidano se riformare la legge 81/2017 o affidare le nuove regole dello smart working alla contrattazione collettiva, le categorie sociali hanno già deciso che il futuro passa per il lavoro agile, e si sono messe intorno a un tavolo per decidere come. Lo smart working è un capitolo importante degli ultimi contratti collettivi, ma sono anche moltissimi gli accordi e i protocolli che lo regolano in via esclusiva depositati al Cnel nelle ultime settimane, nonostante l’emergenza Covid permetta ancora ai datori di lavoro di fare a meno delle intese con i dipendenti.
Il lavoro agile, come si legge nell’accordo siglato il 16 dicembre 2020 da Legacoop, non è più soltanto «uno strumento di mitigazione del contagio in azienda», ma soprattutto «una nuova modalità lavorativa», in grado di «migliorare le relazioni, la comunicazione e l’efficacia del servizio». E persino di dare un contributo all’attuazione dell’Agenda 2030 dell’Onu, «favorendo un impatto positivo per l’ambiente», attraverso la riduzione degli spostamenti casa-lavoro. Le soluzioni trovate sono innovative: dal banner “non disponibile” che traccia in concreto i confini del diritto di disconnessione, alla “Smart Factory” di Lamborghini. La maggior parte delle intese prevede formule miste, che coniugano il lavoro da remoto per uno o due giorni la settimana con quello in azienda, con grande flessibilità di orario. Il contratto nazionale della filiera delle Tlc prevede persino che l’orario “agile” possa essere inferiore a quello ordinario, senza decurtazioni salariali grazie a forme di compensazione. Il contratto di Tim declina la flessibilità di orario in due formule: il lavoro agile giornaliero e settimanale. Quello di Poste parla di “accomodamento ragionevole” dell’organizzazione e degli orari.
C’è molta attenzione all’aspetto salariale: il contratto di Eataly per esempio garantisce che gli incentivi fiscali e contributivi riconosciuti in relazione agli aumenti di produttività ed efficienza siano garantiti anche a chi lavora in modalità agile. Soluzioni diverse per i buoni pasto: il contratto del Comune di Roma prevede che debbano comunque essere corrisposti, purché si osservi lo stesso orario di lavoro che in ufficio, quelli di Tim e di Enel che debbano essere erogati a tutti, così come quello di Legacoop, mentre il contratto di Ing Direct, del resto in linea con quanto prevede il contratto dei bancari, stabilisce che non debbano essere erogati agli smart worker; analoga la clausola di Fincantieri.
Interessanti le norme sul diritto alla disconnessione: qualcuno individua anche forme concrete, come lo “status” da pubblicare negli strumenti di messaggistica aziendale. Il contratto di Enel suggerisce la formula “Ritarda recapito” per l’invio delle mail nella fascia serale/notturna o nei weekend nei giorni festivi. C’è chi stabilisce delle fasce orarie massime entro le quali va svolta la prestazione di lavoro: estremamente dettagliato per esempio il contratto di Ing Direct, che vieta le riunioni dalle 12.45 alle ore 14.15 e dopo le ore 18.00, e ne stabilisce persino la durata massima in 45 minuti. Alcuni contratti stabiliscono un orario di massima entro il quale va resa la prestazione lavorativa. Ma occhio all’eccesso di disconnessione: il contratto di Allianz Bank prevede che se in caso di guasto o disservizio prolungato il lavoratore non restituisca nella stessa giornata il device non funzionante, il tempo di restituzione venga considerato in conto ferie. Mentre le Poste prevedono che, pur nell’ambito dell’autorganizzazione, chi faccia una pausa superiore a 90 minuti debba comunicarlo al responsabile. Accordi e contratti si pongono anche la questione dell’eventuale “alienazione” da smart working. Quello di Fastweb per esempio sottolinea che, anche lavorando da remoto, i lavoratori debbano «sentirsi parte integrante e protagonisti della realtà aziendale». E quello di Enel suggerisce di alternare i momenti di sedentarietà con momenti dedicati a piccole attività motorie o di rilassamento.