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 2021  gennaio 17 Domenica calendario

Corinna, ex amante di Juan Carlos, era convinta di finire come Lady D

Un elefante in Botswana, amore, potere, denaro e segreti. Servizi segreti. La love story più sgangherata tra quelle reali, quella conclusasi dieci anni fa tra l’ormai re emerito di Spagna, Juan Carlos I di Borbone e l’imprenditrice tedesca Corinna Larsen riappare tra i fascicoli più inquietanti della storia recente del Paese. “Ho vissuto un momento agghiacciante. Ho temuto per me e per mio figlio. Dopo l’avvertimento di Félix Sanz Roldán, al rientro nella mia casa in Svizzera, ho trovato un libro sulla morte di Lady Diana e poi ho ricevuto una telefonata criptica in cui si parlava di tunnel”. A testimoniare in videoconferenza da Londra davanti al tribunale di Madrid è la “principessa Larsen”, titolo posticcio che le è costato la perdita di più di un’amicizia. Félix Sanz Roldán, invece, di titolo all’epoca dei fatti, nel 2012 aveva quello di capo dei servizi segreti spagnoli sotto il governo di José Luis Rodríguez Zapatero. La versione dell’ex amante dell’allora sovrano ha scagionato dall’accusa di diffamazione il commissario della polizia José Manuel Villarejo. Anche lui ormai ex, in carcere dal 2017 per crimini che intrecciano altri noti fascicoli spagnoli, nella fattispecie incolpato dal capo dei servizi di averlo screditato in tv raccontando la storia delle minacce alla Larsen. Nessuna invenzione, ha chiarito la donna, “riferii io del pedinamento di Sanz Roldán a Villarejo perché ero spaventata”. Accusa decaduta e tutto sistemato. Si fa per ridere. Corinna, che in un’intervista alla Bbc ha rivelato di essere stata sul punto di diventare regina di Spagna – ché Juan Carlos era sul punto di chiedere la mano al padre, se non fosse sopraggiunta un’altra amante e poi la storia dell’elefante in Botswana – era convinta di finire come Lady D. La mente, come denunciato già alla polizia londinese a marzo 2019, sarebbe stato il suo ex amante. L’emerito, ora in fuga ad Abu Dhabi, avrebbe incaricato il capo degli 007 di metterla dell’avviso che qualunque segreto avesse intenzione di spifferare, non avrebbe visto la luce in fondo al tunnel. Un racconto che poi Villarejo, che giura di essere stato ingaggiato dai servizi per carpire alla donna documenti sensibili, ha deciso di riversare nell’intervista al noto programma tv Salvados del giornalista Jordi Evole, giusto per aggiungere un po’ di patina morbosa alla vicenda. Dal canto suo, Sanz Roldán in tribunale si è contraddetto, prima appellandosi al segreto professionale, salvo poi scartare l’ipotesi che la sua visita a Londra alla signora Larsen, diventata pubblica, fosse una missione del Cni, servizio interno con divieto di missioni all’estero. Che si sia trattato di una visita di cortesia? La possibilità che fosse una minaccia di Juan Carlos alla tanta amata amante per mano di Sanz Roldán non è peregrina. Certo il re emerito, subissato dagli scandali, avrebbe avuto tutto l’interesse a volersi assicurare il silenzio della Larsen, detentrice di segreti ben più scottanti della sua presenza a corte. In ballo c’è la donazione di 64 milioni alla donna da parte dell’allora sovrano di Spagna su cui indaga la Svizzera per accertare se si tratti di denaro proveniente da una mazzetta ricevuta da Juan Carlos da un amico che si aggiudicò per sua intercessione l’appalto del treno della Mecca. Ci sono poi le carte di credito usate dal re emerito e altri membri della famiglia reale legate a fondi offshore. Il re Caronte che ha traghettato la Spagna dalla dittatura alla democrazia, per quelle ha sborsato solo 678mila euro all’agenzia delle entrate per scongiurare l’arresto in un viaggio natalizio a Madrid, poi rimandato per ordine del figlio regnante in accordo col premier Sanchez.
In gioco c’era la fragile monarchia spagnola a cui, a parte la difesa d’ufficio dei socialisti, restano fedelissimi ormai solo i neofranchisti di Vox e i generali che hanno servito il caudillo. Intanto sorgono altre piste su Juan Carlos, come quella che porta a un imprenditore messicano legato alla società di petrolio Repsol e che sarebbe tra i finanziatori dei conti offshore. E si scopre che, non solo gli spagnoli pagano la scorta del re emerito ad Abu Dhabi, ma anche tre assistenti personali. Sanchez e Felipe VI hanno promesso la riforma della corona: il figlio su cui ricadono le disgrazie del padre riempie l’agenda della principessina bionda, Leonor, per far dimenticare l’altra bionda, Corinna. La quale, ogni volta che apre bocca, butta giù un pezzo di Spagna.