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 2021  gennaio 16 Sabato calendario

A Brema venduta una casa in miniatura

È diventata un simbolo della crisi degli alloggi. È stata venduta la casa più piccola in Germania per 77 mila 777 euro, undicimila euro a metro quadrato. In una metropoli europea si arriva al doppio. Anche a Berlino, in alcuni palazzi in zone ambite, che rimane comunque la capitale più economica per chi vuole comprare un alloggio. Ma Fynn Kliemann, 32 anni, a Brema ha comprato una casa indipendente e non un appartamento, sette metri quadrati, ma appena quattro quelli realmente utilizzabili.
Che cosa vuol farne? L’acquirente non risponde: ho un’idea, ne parlerò quando sarà il momento. E tace su quanto abbia pagato, è probabile che sia più della cifra ufficiale, che era il prezzo base dell’asta. Per vincere ha dovuto sconfiggere 150 concorrenti, non solo tedeschi, sono giunte offerte anche dagli Stati Uniti e dalla Cina. L’agente immobiliare Tobias Lachmann dell’agenzia Kensington confessa: «Non credevo di suscitare un tale interesse».

Das kleinste Haus, la casa più piccola di Brema, ma forse d’Europa, si trova nel quartiere più antico, lo Schnoorviertel, il quartiere dei cordai, scampato alle bombe che rasero quasi completamente al suolo la città. Qui si fabbricavano le gomene per i velieri. Oggi è un’attrazione turistica, con molti locali, e negozi di souvenir.

La casa in passato è stata utilizzata come pollaio, cisterna, deposito di rottami e, più di recente, come ufficio. Il nuovo proprietario dovrà stare molto attento se vorrà apportare delle modifiche: la costruzione in mattoni rossi, la porta e le finestre in legno dipinte in verde, è sotto la protezione delle belle arti. Nei quattro metri si trova un bagnetto e un cucinino, ma sarà un’impresa riuscire a sistemarci un letto, riconosce Fynn.

Secondo il New York Post, si trova nella più bella strada del mondo. È stretta e pavimentata con sampietrini, e molte delle case risalgono al Medioevo. In realtà, la casa più piccola è anche una delle più moderne, costruita nel 1836. Un’esagerazione americana, ma di antico è rimasto poco nelle città tedesche. Quel che non ha distrutto la guerra, è rimasto vittima di architetti e urbanisti. Nella mia strada, a Berlino, si trova la casa più antica della capitale, risale al 1798, e negli anni sessanta fu salvata dagli studenti che fecero barriera contro le ruspe: è a un piano, al suo posto doveva sorgere un palazzo di otto piani. Oggi ospita il museo della ceramica.
Fynn Kliemann non è uno sconosciuto, anzi è una celebrità tra i milioni di tedeschi che hanno l’hobby di riparare e costruire con le proprie mani. Si è conquistato il titolo di Heimworkerking, il re dei lavoretti casalinghi tra gli artigiani dilettanti. Ha su YouTube un canale seguito da 560 mila abbonati, a cui impartisce consigli per riparare il bagno, rifare l’impianto elettrico, trasformare la soffitta e la cantina, creare un giardino o uno stagno. Un mercato ricco.

La Bauhaus, l’azienda svizzera di bricolage, ha 34.500 dipendenti, e un bilancio di oltre sei miliardi di euro. I clienti più fedeli sono tedeschi. La casetta di Brema sarà comunque per Fynn un geniale investimento pubblicitario. Con la crisi degli alloggi ha poco a che vedere, ma è un ammonimento per i politici che vogliono imporre l’equo canone. A Berlino gli alloggi sono sempre introvabili, e i prezzi salgono.