la Repubblica, 16 gennaio 2021
L’egemonia del falso
Tira giù il finestrino del gippone, mi guarda e mi dice: «Io non mi vaccino, perché il vaccino cambia il Dna». Gli chiedo: e tu come lo sai? Risponde: «Sono in contatto con gli ambienti della ricerca». Lo conosco da anni, è una brava persona. Un poco isolato socialmente, e un poco vulnerabile culturalmente. Ma una brava persona.La strage delle brave persone (un poco isolate socialmente, un poco vulnerabili culturalmente) è antica come le società umane. Sottomesse dai più forti o gabbate dai più furbi, spaventate dagli stregoni, aizzate dai demagoghi, mandate a morire dagli Stati Maggiori. Eccetera. Ma il capitolo che ci tocca – quello del raggiro di massa di centinaia di milioni di persone irretite da un clic, e da centrali della menzogna al servizio di politici bugiardi – è particolarmente vile e grave, perché fa leva sull’illusione di potersi riscattare con un trucco fantastico, alla portata di chiunque: non posso cambiare la realtà, dunque la nego e me ne costruisco una tutta mia, che mi consola perché mi fa sentire più ferrato di uno scienziato, più colto di un professore, più informato di un leader.È così che si diventa Jake Angeli, o terrapiattista, o seguace di QAnon, è così che si fa il giro del mondo con un video nel quale si cerca di dimostrare che la cosiddetta grande nevicata in Spagna è solo uno sporco trucco (ma di chi?). Non è neve, è plastica, spiega una invasata. Per dimostrarlo tenta di darle fuoco. Non si accende: è neve.Ma lei è sicura che sia plastica, e dunque: è plastica. L’impulso alla risata muore quasi subito. È sopraffatto dalla malinconia.E dallo spavento. Non dite che è normale, l’egemonia del falso. È una cosa terribile.