La Stampa, 16 gennaio 2021
Con il Covid le separazioni sono aumentate del 60%
La clausura da Covid sta provocando crepe profonde ed estese nel tessuto delle famiglie italiane se nel corso del 2020, l’annus horribilis della pandemia, le separazioni sono deflagrate con un aumento del 60%. Dato verosimilmente sottostimato visto che, osserva il presidente dell’Associazione nazionale avvocati divorzisti, Matteo Santini, «molti non hanno agito legalmente perché impossibilitati ad andare nei tribunali (causa i divieti del lockdown, ndr) o perché non avevano i soldi per sostenere le spese dell’avvocato». La causa principale del boom delle separazioni? «La convivenza forzata è alla base dei problemi principali che si verificano all’interno di una coppia», spiega Santini, che è anche direttore scientifico del Centro nazionale studi e ricerche sul diritto della famiglia e dei minori.
Il giurista sottolinea poi come la presenza dei familiari sia divenuta così asfissiante da impedire ogni contatto anche virtuale coi partner delle relazioni clandestine, dopo che i divieti hanno impedito gli incontri a tu per tu. Un motivo di più per rendere incendiarie le condizioni di convivenza, rese problematiche per conto loro dalla compresenza obbligata con adolescenti costretti alla didattica a distanza: «Ai ragazzi sono venute a mancare attività sportive e molte forme di socialità, a partire dalla scuola», dice Santini. Con la prospettiva sicura che il brutale peggioramento del 2020 – il 40% delle coppie si sono sfasciate per infedeltà coniugale e il 30% per violenza familiare – è destinato a ripetersi anche quest’anno e chissà quanto a lungo ancora, alla luce della permanenza a tutt’oggi indefinita della pandemia.
Ma siccome spesso piove sul bagnato, ecco che gli effetti nefasti del Covid si stanno manifestando sui soggetti sociali più deboli, quelli che stanno pagando lo scotto peggiore dell’impoverimento generale. Lo fa presente Antonio Mauro, docente di Sociologia della salute all’Università di Bologna: «La pandemia comporta difficoltà economiche e un effetto paralizzante. A soffrirne non è solo la tenuta delle famiglie, dove la convivenza 24 ore su 24 ha esacerbato situazioni già tese, ma anche la condizione dei single: la loro situazione, molto difficile, ricorda quelle di fine Anni 80 quando c’era la paura del contagio dell’Aids. Con i locali chiusi mancano le occasioni di socialità. Ne risente anche la sessualità, che non può essere vissuta in modo spensierato». L’altra nota dolentissima riguarda gli adolescenti, fra i più danneggiati dalla chiusura e dall’azzeramento dei contatti coi coetanei, che poi ritroviamo protagonisti nelle risse. La crisi innescata dal Covid sta delineando uno scenario inedito per chi cerca di interpretare i fenomeni che ne derivano, ammette lo stesso sociologo: «C’è un problema semantico per cui è difficile anche definire il Covid, che è molto di più di un’epidemia, per tutte le implicazioni che si porta dietro, e che non ha neanche limiti temporali».
Un presente fosco e un futuro ancor più incerto, questo ci riserva l’infezione, con un corredo di numeri che fanno rabbrividire a pensare che, sempre nel 2020, i femminicidi sono aumentati del 20%, mentre i casi di violenza in famiglia sono cresciuti addirittura del 70%, come rende noto l’Associazione avvocati matrimonialisti italiani. Per sopravvivere meglio alla calamità, il sociologo ricorda che la comunicazione da remoto cui siamo sempre più costretti può tramutarsi anche in un valido aiuto: «Sto collaborando a una piattaforma digitale col Comune di Rimini – dice Maturo -, vogliamo usare internet per agire a sostegno delle persone con problemi psicologici». —