Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  gennaio 15 Venerdì calendario

Il Guido Reni che torna alla Borghese per 800 mila euro

Colpo grosso alla Galleria Borghese. Una pittura di Guido Reni (1575-1642), un piccolo olio su tela di cm. 81 per 99, è stato recuperato e acquistato dallo Stato. Per la cifra non eccessiva di 800 mila euro. È un ritorno a casa. Reni era un pittore prediletto del padrone della Villa, il cardinale nepote Scipione Borghese, figlio adottivo di papa Paolo V, che lo chiamava «Divino». Il pittore bolognese fece la pittura a Bologna nei primi anni del Seicento. Alla Galleria Borghese è rimasto per quasi tre secoli poi è stato venduto e ha girato l’Europa, sempre in mani private.Privo di una sicura identità, fu attribuito a tanti pittori del Seicento, soprattutto fiamminghi. Oggi studi approfonditi ne hanno riconosciuto la vera paternità. Ultimamente è rispuntato a Londra e messo in vendita a Maastricht offerto per un milione e mezzo. Qui è arrivata la nota e competente ex-direttrice della Villa Borghese, Anna Coliva, una bellissima bolognese che alla Galleria è rimasta per 26 anni. Abilissima oltre che dottissima, ha fatto scendere il barometro del prezzo. Un forte guadagno per lo Stato (con grande gioia di Dario Franceschini, Ministro dei beni culturali): ora il paesaggio ritrovato è tornato alla sua prima dimora, la parete in Villa.
Si tratta di una Danza campestre: nobildonne e villici che danzano al suono della viola e del liuto, in un paesaggio naturale di specchi d’acqua. Aumenta la preziosità del dipinto, destinato a ritornare nella sua prima dimora, la sua rarità. Nel senso che Reni è stato soprattutto pittore di santi, pale, mitologie e ritratti, ma ai paesaggi ha dedicato ben pochi lavori. Malato di gioco, era costretto a fare molte pitture per pagare i debiti.
Organizzate da un gruppo di villici, al quale assistono benevolmente dame e signori del luogo, raffigura, con garbo, anche coloro che non ballano, seduti in cerchio. Al centro è un contadino che apre le danze, una donna annoiata chiacchiera con la vicina, due donne si prendono cura di un bambino. Il bellissimo paesaggio collinare, tutto pieno di alberi, tra i quali scorre un ruscello, è pieno di castelli, casali e una piccola chiesa. Sul dipinto emerge un particolare naturalistico: due mosche immobili al centro della tela.
L’acquisto di questo bel paesaggio avviene nel momento in cui nutriamo una grande speranza. I musei furono chiusi, per misure di contenimento del contagio, il 24 ottobre del 2020. Il governo emanerà un decreto restrittivo domani 16 gennaio. Nel quale, si dice, sarebbe prevista l’apertura dei musei nelle zone gialle (e future bianche) del territorio.