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 2021  gennaio 14 Giovedì calendario

Fran, la tennista con otto dita alla conquista dello Slam

C’era quel medico che le disse: «Non potrai mai giocare a tennis ad alto livello». Chissà dove è ora che Fran si è qualificata per un torneo dello Slam. «Uno dei maggiori piaceri della vita è fare quello che gli altri dicono sia impossibile per te»: Francesca Jones, Fran per chi la conosce anche solo sui social, è un tipo così. Difficile si abbatta. Anche quando i soliti bulletti prepotenti la prendevano in giro per quelle mani e quei piedi diversi dai loro: «Se vogliono essere cattivi, è un loro problema, non mio».
Perché Fran, britannica di Leeds, venti anni fatti a settembre, è nata con una anomalia genetica rara, la «displasia ectodermica ectrodattilia». Ha tre dita e un pollice su ciascuna mano, tre dita nel piede destro e quattro nel sinistro. Anche la sua dentatura ha problemi. Questo non le ha impedito di acquisire il diritto di partecipare al primo Grande Slam della stagione, l’Australian Open, che da febbraio si svolge a Melbourne. È anche il primo in assoluto raggiunto qualificandosi per lei. A Wimbledon si fece notare al torneo giovanile appena quindicenne e poi ebbe una wild card. Non male per una ragazza che ha perso il conto degli interventi chirurgici a cui è stata sottoposta fin dalla nascita. E che vedeva porte chiuse davanti alla possibilità di essere grande atleta: «Penso che nessuno debba essere e sentirsi limitato dalle opinioni di altri».
La qualificazione al tabellone principale degli Australian Open è arrivata con la vittoria sulla cinese Lu Jia-Jing, terzo successo della settimana per lei a Dubai, dove il torneo di qualificazione femminile è stato trasferito a causa della pandemia, dopo quelli con Monica Niculescu (che è stata fra le prime 30 del mondo) e Jana Fett. Ora salirà alla posizione 217 nella classifica Wta dopo essere stata addirittura alla 352 all’inizio del 2020.
Il tennis le ha fatto cambiare vita fin da quando era una bambina. Una passione scoppiata quando il padre la portò a un campo estivo tennistico. A 9 anni si è trasferita a Barcellona per frequentare la Sanchez-Casal Academy, lontana dai genitori, rimasti in Gran Bretagna. Una scelta osteggiata da molti, ricorda al Guardian: «Dissi: vi dimostrerò che vi sbagliate. Forse non ho un corpo adatto a essere un’atleta, ma anche una Rolls-Royce è costruita da zero».
I problemi più grossi da superare sono stati per l’equilibrio, ma anche impugnare la racchetta le ha creato difficoltà. Superate con una volontà grande. Vuole essere un esempio: «Sarebbe fantastico avere un impatto positivo sui più piccoli e su chi si trova in condizioni simili alla mia. Credo che la mia esperienza sia un vantaggio: mi ha reso indipendente, un passo avanti rispetto agli altri. Io la vedo così: gioco la mia partita con un mazzo di carte diverso. Ma non significa che quelle carte non mi permettano di vincere».