Corriere della Sera, 14 gennaio 2021
Produzione in calo ma la manifattura tiene
Dopo il rimbalzo di ottobre la produzione industriale di novembre, misurata dall’Istat, ha fatto segnare mese su mese un arretramento pari a -1,4%. La media del trimestre che va da settembre a novembre dà ancora un risultato positivo (+2,1%) mentre anno su anno ci si ferma a -4,2%. Rispetto alle previsioni formulate nella tradizionale indagine rapida del Centro Studi Confindustria (-2,3%) il risultato di novembre è stato migliore e il contributo positivo è arrivato dai beni intermedi che sono saliti ancora (+0,2% dopo un lusinghiero +5,5% di ottobre) a dimostrazione di come le aziende inserite nelle filiere italiane e nelle grandi catene internazionali del valore abbiano quasi normalizzato i loro programmi di produzione.
Il settore dei beni di consumo invece ha sofferto a novembre (-4,0%) a causa dell’apertura a singhiozzo dei tradizionali canali di distribuzione. In particolare è d’obbligo segnalare la crisi del tessile-abbigliamento che anche a novembre ha visto calare la produzione: -7% dopo un -11% di ottobre. In ribasso netto anche le forniture di energia elettrica e gas mentre la gomma-plastica che aveva avuto già un ottimo ottobre (+6,3%) ha fatto segnare un ulteriore +2,2%.
Si è invece la fermata la spinta dello smartworking sulla produzione di computer ed elettronica, che dopo un brillante ottobre ha ripiegato nettamente (-4,2%). Degno di menzione è il dato dell’automotive che dopo un ottobre più che favorevole (+6,2%) è rimasto sugli stessi livelli arretrando di poco (-0,3%).
Secondo l’Istat la produzione industriale di dicembre dovrebbe rimanere in linea con i risultati di ieri e quindi il quarto trimestre del 2020 dovrebbe chiudere a -0,8%. In definitiva la manifattura davanti alla seconda ondata del virus ha reagito molto meglio che a marzo grazie alla continuità produttiva garantita dai protocolli firmati da imprese e sindacati.
Sarà interessante però fotografare il dato della cassa integrazione, le ore lavorate in novembre sono scese e bisognerà capire se anche in questo la caduta è concentrata in uno-due settori labour intensive o se il ricorso agli ammortizzatori sociali è stato più ampio.
Per quanto riguarda invece il Pil, per l’andamento fortemente negativo dei servizi rispetto all’industria, si prospetta un quarto trimestre attorno a quota -2%.