la Repubblica, 13 gennaio 2021
Ad Amsterdam i turisti non potranno più farsi le canne nei coffee shop
Sono finiti i tempi dello spinello libero per i turisti stranieri ad Amsterdam, e cioè per quelle masse di giovani che con le compagnie low cost arrivano da tutt’Europa nella città olandese al solo scopo di rinchiudersi nei coffee shop, dove si può liberamente comprare e consumare cannabis. Incoraggiata da polizia e magistratura, la sindaca Femke Halsema ha promesso che in futuro l’accesso a questi bar sarà permesso soltanto ai residenti olandesi. In cambio, il comune potrebbe autorizzare a mantenere scorte più ampie dei 500 grammi, attualmente consentiti. Dopo la sua campagna per eradicare il quartiere a luci rosse, la sindaca vuole quindi eliminare un altro mito della città più trasgressiva d’Europa, quello che consente di fumare erba in luoghi pubblici, senza commettere reato.Secondo il portale di Amsterdam, prima che scoppiasse la pandemia di Covid, i coffee shop erano visitati da 1,5 milioni di turisti l’anno. Tanti, tantissimi. Al punto che Halsema, spaventata all’idea di perdere gli enormi introiti che produce questo tipo di turismo, ha anche dichiarato: «La mia non sarà mai una città senza cannabis, perché icoffee shop fanno parte di essa. Esiste tuttavia un enorme desiderio di normalizzare il turismo, e c’è la volontà di riappropriarci della nostra libertà, troppo spesso offesa dalle orde di giovani che vomitano lungo i canali perché hanno fumato e bevuto troppo». L’obiettivo della sindaca è di chiudere la metà dei coffee shop, perché si dice convinta che per soddisfare la domanda locale ne basterebbe un’ottantina.Sul piano legislativo, la municipalità ha la strada spianata poiché dal 2013 nei Paesi Bassi la vendita di cannabis è consentita solo ai residenti ma il governo, dopo le proteste di molti comuni, ha deciso di lasciarli liberi di decidere se applicare o meno la misura. È il principio, molto olandese, che riassume il verbo gedogen, tollerare, e che prevede che non ci siano sanzioni per chi viola alcune leggi. Lo stesso accade con le mascherine anti-Covid, obbligatorie negli spazi chiusi ma non indossate da tutti perché non c’è chi multa i trasgressori.In Olanda, la richiesta di cannabis è in forte aumento, soprattutto da parte degli stranieri. E con l’introduzione del criterio di residenza, la polizia spera di ridurla.Ma la chiusura dei coffee shop agli stranieri comporta un altro rischio: l’aumento degli spacciatori illegali, i quali finora gestiscono soprattutto il mercato delle droghe sintetiche. Alcuni temono che, dando loro il monopolio, questi possano mischiare i due tipi di offerta, delle droghe soft e delle droghe più dure e letali. Per evitare che ciò accada, la polizia vorrebbe introdurre un divieto di consumo per gli stranieri, così da impedire che i turisti acquistino droga per strada, ma ciò significherebbe perdere buona parte di essi.L’iniziativa della sindaca è stata accolta con entusiasmo da parte di molte associazioni di cittadini, contrarie a questo tipo di turismo perché sanno che molti coffee shop sono gestiti dalla criminalità. Altri invece sono pronti a dare battaglia contro l’applicazione della legge del 2013, a cominciare dai proprietari di coffee shop e negozi, bar e ristoranti che gravitano intorno al loro grosso indotto. Secondo un recente sondaggio la maggior parte dei turisti stranieri non verrebbe ad Amsterdam se non ci fossero i coffee shop. Per questo motivo la misura è ancora in fase embrionale e non tutti sono favorevoli, in consiglio comunale, A lui soltanto spetterà la decisione finale.