http://www.vesuvioweb.com/it/wp-content/uploads/Mimmo-Carratelli-Ricordo-di-Enrico-de-Nicola-vesuvioweb.pdf, 18 gennaio 2010
De Nicola in privato
S.A. per www.vesuvioweb.comMimmo Carratelli: La villa di Enrico De Nicola. 2 La sera andavamo dal Presidente. Questo succedeva a metà degli anni Cinquanta. Sarà successo due, tre volte. Studiavamo giurisprudenza, la mia amica Carmen Carrino e io, e salivamo lungo via Curtoli e oltre per raggiungere la villa di Enrico De Nicola in stile liberty. Sui due pilastri dell’ingresso c’era scritto “Inveni portum”. Il nostro tramite fu la governante tedesca del presidente, Franziska Schnell, una donna energica che assisteva e proteggeva De Nicola oltre ogni limite. Ma ci aveva preso in simpatia e riferì a “sua eccellenza” che volevamo avere un incontro per i nostri studi. L’adesione di De Nicola al nostro desiderio fu immediata. Nel giorno e all’ora stabilita della prima visita ci presentammo emozionatissimi nella villa. Allora, il giardino era curatissimo. Frau Franziska dava ordini perentori a tutti perché la dimora di De Nicola fosse sempre perfettamente in ordine e lei stessa si prodigava con un impegno diciamo pure tedesco. In strada era parcheggiata la vecchia 1100 Fiat che il Presidente usava, guidata da un fedelissimo autista, per recarsi allo studio che aveva a Napoli al numero 35 di corso Umberto, vicino l’Università. Aveva 77 anni e non esercitava più la professione di avvocato penalista, celebre ai suoi tempi per l’oratoria puntigliosa. E non era più presidente del Senato. De Nicola ci apparve ancora dritto e fiero nella persona, coi capelli candidi, i baffetti bianchi, il volto allungato, gli occhi vivaci, impeccabilmente vestito. Avevamo preso a pretesto dell’incontro alcuni articoli del codice penale. Don Enrico, come lo chiamavano tutti a Torre del Greco, fu molto cortese nell’accoglierci quanto austero, nella biblioteca dove ci condusse, quando ci illustrò i passi del codice. Frau Franziska ci servì il te. L’atmosfera della villa e la persona del presidente furono di un suggestivo stampo ottocentesco. Poiché già bazzicavo nelle redazioni dei giornali napoletani, e Frau Franziska lo sapeva, si raccomandò che non prendessi a pretesto la visita per farne un resoconto giornalistico. Più che raccomandarsi, me lo ordinò. S.A. per www.vesuvioweb.comMimmo Carratelli: La villa di Enrico De Nicola. 3 Andammo, io e la mia amica, nella villa di De Nicola altre due volte e il Presidente ci spiegò altri articoli del codice penale. Raccontò poco di sé, mentre sorseggiavamo il te. Era nato a Napoli il 7 novembre 1877. Suo padre Angelo, commerciante, era emigrato in Argentina costrettovi dalle difficoltà economiche. Don Enrico rimase a Napoli con la mamma, Concetta Capranica, e la sorella Anna. Laureatosi a 19 anni, cominciò a far pratica nello studio dello zio Achille. Poche altre cose ci disse. Sapevamo che, stabilitosi a Torre del Greco, quand’era già un avvocato affermatissimo, si recava ogni mattina a Napoli prendendo la Circumvesuviana delle 7,10 e rientrava a tarda sera, sempre in treno. E sapevamo del via-vai di autorità e amici a Torre del Greco nei giorni dei suoi scatti umorali quand’era stato prima capo provvisorio della Costituente e poi presidente della Repubblica per ventidue mesi, e di come fosse stato difficile convincerlo ad accettare quegli incarichi. Si ritirava nella villa di Torre del Greco fra il dubbioso e lo sdegnato, staccava il telefono. In quei tempi, Giovanni Porzio e Benedetto Croce furono tra i più assidui visitatori della villa di De Nicola. S.A. per www.vesuvioweb.comMimmo Carratelli: La villa di Enrico De Nicola. 4 Frau Franziska ci regalò un paio di aneddoti su don Enrico. Gli piacevano molto i gelati, soprattutto la “coviglia” che De Nicola andava a gustare nella pasticceria “Van Bool e Feste” in piazza della Borsa a Napoli. Un giorno, frau Franziska chiese al Presidente che cosa ne pensasse di Hitler. De Nicola rispose: “Hitler? Non lo conosco”. Fu accompagnando al cancello della villa l’onorevole Tambroni, in una giornata fredda, che De Nicola si buscò la broncopolmonite che gli fu fatale. E io tornai nella villa di Torre del Greco il giorno della morte del Presidente. Era il primo ottobre 1959. Lavoravo già nei giornali e accompagnai tutti i cronisti a Torre del Greco. Fidavano nella mia conoscenza di frau Franziska per farli entrare nella villa. Frau Franziska ci sistemò a pianterreno visibilmente contrariata dal nostro disordine. Ci proibì di fumare. Qualcuno di noi buttò un mozzicone acceso in un vaso che prese fuoco. Dovetti faticare molto perché la governante non ci cacciasse tutti fuori. Mi ero fatto accompagnare dalla mia amica Carmen perché tenesse buona frau Franziska. Passò il tempo, la governante se ne andò e la villa di De Nicola, abbandonata, andò in rovina. Per cinquant’anni fu lasciata al degrado, rifugio di ospiti abusivi. Ricordo, in particolare, l’ultimo “inquilino”. Si chiamava Ciro Langella, un alcolizzato. Si affacciava al balcone della villa e cantava serenate ai passanti. Cinque anni fa, la Provincia di Napoli è intervenuta per restituire dignità e decoro alla villa di Enrico De Nicola con uno stanziamento di seicento milioni per farne un Centro studi. Il giardino fu ripulito dalla erbacce. Per la verità, non so come siano andate successivamente le cose e se la villa del Presidente è stata sottratta completamente al degrado. MIMMO CARRATELLI