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 2021  gennaio 11 Lunedì calendario

Ultima moda: l’ufficio al mare

Sono due treni che viaggiano su binari paralleli. Da una parte i pensionati che, da quest’estate, non hanno più lasciato le seconde case in Riviera o alle Cinque Terre per far ritorno in Piemonte o in Lombardia. Una percentuale di abitazioni aperte in Liguria stimata oltre il 60 per cento, quando in inverno tendeva quasi allo zero (fine settimana esclusi) prima del Covid. Poi c’è chi è in piena attività lavorativa ma decide comunque di investire su un appartamento al mare. È l’effetto smart working, che sempre più porta a privilegiare le abitazioni delle riviere piuttosto che quelle più vicine all’ufficio. È una tendenza che già nello scorso settembre era stata individuata da Scenari Immobiliari nel forum di settembre a Santa Margherita (titolo evocativo «Dopo il diluvio») dove era apparso evidente: «le seconde case delle località turistiche sono diventate la prima casa per chi ha scelto di praticare il lavoro a distanza». Un trend confermato dalle ultime rilevazioni: «In Liguria i contratti per le case vacanza che prima duravano un mese si sono prolungati fino alla fine dell’anno e anche oltre». Le agenzie immobiliari cercano altri alloggi per una nuova clientela sempre più attirata dall’esigenza di allontanarsi dalle grandi città del Nord. Gli esperti prevedono per la regione «un forte rimbalzo positivo per il mercato, legato proprio alla ricerca di alloggi dove operare con il lavoro da casa».Lo conferma il sindaco di Santa Margherita Ligure, Paolo Donadoni: «È così, so che c’è una grande ricerca di appartamenti in affitto, ma anche in vendita, per stabilirsi da noi anche per un lungo periodo». Da parte sua, all’amministrazione ha deciso di investire sulla forza magnetica dello smart working: «Entro marzo allestiremo un point nella centrale via Roma proprio perché chiunque sia qui possa godere di un luogo attrezzato dove lavorare a distanza, anche se in casa avesse delle difficoltà».In rete è decollato anche un blog sul sito di una rivista economica: «Liguria come base di appoggio per lo smart working». Gli interventi: «Sto valutando di acquistare un appartamento più piccolo a Milano e vorrei trasferirmi in Liguria come base di appoggio»; «Sono circa e ore di Intercity o Freccia, quindi è servita molto bene»; «Sono ligure e sempre più spesso sento di persone che si stanno spostando a vivere in Liguria lavorando in smart working». L’ammonimento di rito: «Però attenzione perché la Liguria nelle sue località più belle è più cara del centro di Milano».In Liguria il lavoro a distanza è diventato anche un’occasione di promozione. Qualche altro esempio. Il residence Oliveto di Ceriale ha puntato sullo slogan «Sposta il tuo ufficio sulla riviera ligure, lo smart working ti regala la possibilità di lavorare dalla tua casa al mare». Il Loano2Village ha lanciato il pacchetto «Smart Working Holiday». Anche nello Spezzino il mercato immobiliare, vendite e affitti, ha tenuto nella tempesta coronavirus e l’osservatorio della Fiaip, la federazione degli agenti professionali, registra tra le motivazioni «i clienti fuori zona che vogliono utilizzare l’immobile non solo per le vacanze ma anche per il lavoro a distanza».Legato a questo fenomeno di «delocalizzazione» rispetto al centro e alle periferie delle città, innescato proprio dallo smart working, gli analisti legano anche la tendenza al calo degli affitti nelle grandi città, come Torino e Milano. L’impennata positiva avviene invece in diverse località italiane, soprattutto in Liguria: le Cinque Terre, Rapallo e tutto il Tigullio, Alassio e Finale Ligure. C’è il rovescio della medaglia. Le opportunità del lavoro a distanza stanno privilegiando soltanto le località della costa. Rimane al palo, invece, tutto il bell’entroterra, che pure potrebbe godere di questo vantaggio. La problematica è l’assenza di una Rete efficiente. «Una situazione tragica – spiega Pierluigi Vinai, segretario generale di Anci Liguria, l’Associazione dei Comuni italiani – che tarpa le ali a tutto l’hinterland e al suo sviluppo. È determinata dai gravissimi ritardi del progetto che avrebbe dovuto raggiungere tutta la Regione con la banda ultralarga, e invece arranca».A 10 chilometri dalla costa Internet sembra il predecessore Arpanet del 1969 ed è difficile fare anche una telefonata, altro che connessioni veloci. I sindaci protestano: «Molti cittadini hanno detto che si sarebbero volentieri trasferiti qui nel periodo dello smart working, ma è impossibile. È difficile anche solo garantire agli studenti la didattica a distanza».