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 2021  gennaio 11 Lunedì calendario

Sambuca mette le case a 1 euro e le star di Hollywood si mettono in fila

L’ultima a prendere casa qui è stata Lorraine Bracco, l’attrice americana dei Soprano e di Quei bravi ragazzi. Da Hollywood a Sambuca di Sicilia. Come una zucca diventata carrozza, il vecchio rudere comprato a 1 euro nel cuore del quartiere arabo adesso è un gioiello di calce bianca e di mattoni a vista. Dentro, le maioliche antiche, le tende ricamate, un mix di mobili d’epoca e di design. Tutto mostrato poche settimane fa sugli schermi di Home & Garden tv, brand di Discovery dedicato al mondo della casa, per la gioia dei telespettatori statunitensi che hanno ingolfato i telefoni di questo borgo di 5.876 abitanti nella Sicilia meridionale, a novanta chilometri da Agrigento e a diciotto dal mare.Si aggiungono, i prossimi potenziali acquirenti, alla vasta compagine multiculturale che ha già comprato casa qui, nel borgo che ha fatto delle case a 1 euro non solo uno slogan ma un percorso di rinascita reale, grazie al dinamismo dell’amministrazione e alla comunità che è cresciuta intorno al progetto. «Abbiamo già aggiudicato diciassette immobili di proprietà del Comune e altri 15 sono stati messi a bando - dice il sindaco Leo Ciaccio - ma la cosa più interessante è che abbiamo fatto da volano ad altri investimenti». La curva della popolazione di Sambuca, che nel 2016 è stato premiato come Borgo dei Borghi, anziché essere in picchiata come nella gran parte dei piccoli comuni italiani, tiene e resiste. «Sono più di ottanta le case vendute da privati, con tutto l’indotto che ne è conseguito», aggiunge il vicesindaco Giuseppe Cacioppo, architetto che, come San Pietro, gira per il paese con un gran mazzo di chiavi. Al di là delle esigenze televisive, Lorraine Bracco sarà una dei nuovi abitanti. «Ci passerò - ha promesso - non meno di tre mesi all’anno». Si unirà al variopinto mondo che vede insieme una filosofa milanese, un avvocato-botanico svizzero, una giornalista romana. E poi coppie lituane, famiglie tedesche, professionisti palermitani che hanno messo qui radici e che condividono un ritmo lento e comunitario, fatto di chiacchiere in piazza, incontri culturali improvvisati, inviti su terrazze che guardano da una parte il mare e dall’altro il sito archeologico dell’antica città greco-punica di Adranon.Non a caso si è mossa anche Its for Sicily, società con base a Londra che punta a fare da tramite tra il patrimonio dei borghi siciliani (e più estesamente italiani) e acquirenti nordeuropei che – soprattutto in questi tempi di pandemia e di forzata reclusione – vedono come un sogno la possibilità di una casa nel Mediterraneo da comprare con pochi spiccioli. Sambuca è tra i borghi che hanno aderito all’iniziativa. Tra i fondatori della società Sebastiano Missineo, che in Sicilia un paio di giunte fa ha fatto l’assessore regionale ai Beni culturali. Dibattito delicato, quello sui borghi, che secondo l’architetto Stefano Boeri saranno l’alternativa alle periferie urbane per ripensare la vita post-Covid. Lui, con uno staff di pianificatori e di progettisti, sta lavorando su Castelsantangelo sul Nera, nelle Marche terremotate nel 2016, nell’intenzione di costruire un modello che farà scuola. Non si tratta di una scommessa marginale, se si considera che i borghi sotto i cinquemila abitanti sono il 69,7 per cento del totale dei comuni italiani. Di sicuro, concordano gli osservatori – anche alla luce del fallimento di modelli calati dall’alto – la chiave di successo sta nel coinvolgimento delle comunità locali. Forse da questo arriva il successo di Sambuca, dall’atmosfera global che si respira qui, dove il contadino che porta la ricotta fresca va a braccetto con gli intellettuali. Tra cantine vinicole (Planeta, innanzitutto, con la meravigliosa cantina di Ulmo che guarda il Lago Arancio) e tesori straordinari. Ci sono le cave di pietra sotto la piazza principale, Palazzo Panitteri con la sua importante collezione archeologica, il museo diocesano Mudia, la chiesa di Santa Caterina con il suo straripante rococò, la Fondazione Gianbecchina con le facce scavate dai contadini nei dipinti dell’artista, il Museo delle sculture tessili dell’artista francese Sylvie Clavel, una che qui ci ha vissuto per anni. Ma soprattutto c’è il paese, con i vicoli, gli acciottolati, i cortili, le ultime ricamatrici, le minne di virgini, il dolce dal nome e dalla forma impudica (i seni delle vergini), citato pure da Tomasi nel Gattopardo. Soprattutto c’è il valore delle relazioni. Il piacere di stare insieme, di chiacchierare, di apprezzare il bello, di accogliere lo straniero, di sentirsi comunità, meticcia e composita. Un nuovo modello di convivenza. Quella del futuro, forse.