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 2021  gennaio 10 Domenica calendario

I cospirazionisti trumpiani accusano l’Italia

Mercoledì mattina, poco prima del discorso con cui Trump aveva incitato i suoi sostenitori ad assaltare il Congresso, tra i manifestanti all’Ellipse si aggirava un signore col cartello «Italy Did It!», «È stata l’Italia». Alla domanda su chi fosse e cosa intendesse, aveva risposto così: «Mi chiamo Bob Both, e stamattina alle 2 ho sentito su Internet che il vostro governo ha rubato le elezioni a Trump». Questa teoria complottista è completamente falsa, però gira tra migliaia di trumpisti. È fondamentale evitare ogni allarmismo, perché non esistono minacce contro il nostro Paese, però visto cosa è successo mercoledì è prudente proteggersi.
L’ItalyGate, come lo chiamano i promotori, è stato diffuso dalla lobbista filo Trump Maria Strollo Zack, leader dell’organizzazione a sostegno delle famiglie «Nations in Action», e dall’ex agente della Cia Bradley Johnson. Secondo loro, quando Obama aveva ospitato l’allora premier Renzi per l’ultima cena di stato nell’ottobre del 2016, i due avevano ordito il complotto. L’idea era truccare il conteggio dei voti, usando la compagnia Dominion che doveva contarli. L’operazione sarebbe stata gestita dal funzionario dell’ambasciata americana a Roma Stefano Serafini, con l’aiuto del generale Claudio Graziano. L’attuale presidente dell’European Union Military Committee, in quanto membro del consiglio di amministrazione di Leonardo, avrebbe messo a disposizione un satellite della compagnia italiana, per togliere voti a Trump e darli a Biden durante il trasferimento negli Usa. Il 5 dicembre alcuni funzionari di Leonardo sono stati arrestati, perché volevano rivelare la cospirazione.
La teoria è assurda, ma oggi come abbiamo visto la verità è irrilevante in politica, e infatti si è diffusa rapidamente tra chi voleva crederci a tutti i costi. Pagine digitali come «Conversation Controversy» e «Trump Train News Media» hanno diffuso un video di 52 minuti in cui Strollo Zack spiegava la sua idea, e altrettanto ha fatto Johnson usando anche Facebook. I filmati hanno accumulato in fretta 100.000 visioni e 7.000 condivisioni sul social di Zuckerberg, mentre un’intervista con Zack sul canale YouTube di «America Can We Talk?» è stata seguita da oltre 400.000 utenti.
Il giornale UsaToday lo ha notato, e ha deciso di pubblicare un articolo di fact checking con cui ha determinato l’assoluta falsità del complotto, per varie ragioni assai facili da dimostrare. Come prima cosa, quando Obama e Renzi si incontrarono alla Casa Bianca nell’ottobre del 2016 Trump non aveva ancora battuto Hillary Clinton, e quindi non c’era alcun motivo logico per orchestrare un complotto finalizzato ad aiutare Biden a sconfiggere Donald in Georgia durante le elezioni del 2020. Poi Graziano non fa parte del consiglio di amministrazione di Leonardo, e anche se la compagnia italiana avesse messo a disposizione un satellite per trasferire dati, non avrebbe avuto alcuna capacità di manipolarli. Il 12 novembre il gruppo di istituzioni incaricate di proteggere l’integrità delle presidenziali, tra cui la Cybersecurity & Infrastructure Security Agency del Department of Homeland Security e la National Association of State Election Directors, hanno certificato la correttezza del voto, e il primo dicembre lo stesso segretario alla Giustizia Barr, già stretto alleato di Trump che aveva incaricato il procuratore Durham di indagare sulle ipotetiche origini italiane del Russiagate, ha negato l’esistenza di frodi. Georgia e Michigan hanno ricontato manualmente le schede, e non hanno notato gli effetti della presunta manipolazione italiana. Stefano Serafini era un agente della Cia basato a Roma, ma è andato in pensione prima dei fatti e non occupava una posizione che gli avrebbe consentito di organizzare un simile complotto planetario, mentre i funzionari di Leonardo sono stati arrestati per altri motivi.
È tutto falso, insomma, e magari Bob Both, ammesso che si chiami davvero così, dopo la manifestazione è tornato a casa per giocare a scacchi invece di assaltare il Congresso. Però si dice che «la madre dei cretini è sempre incinta», e mercoledì abbiamo capito cosa significa. Non esistono minacce contro l’Italia e bisogna evitare l’allarmismo, ma basterebbe un lunatico esagitato che prende sul serio questa assurdità per creare un pericolo. Le autorità di Roma ne sono perfettamente consce e sono pronte a proteggere le nostre strutture. Poi però è anche urgente che gli Usa agiscano per mettere fine a queste follie.