Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  gennaio 10 Domenica calendario

Intervista a Margherita Buy

È reduce dal successo di Tutti per 1-1 per tutti , saga dei moschettieri di Giovanni Veronesi campione di ascolti su Sky, in cui è una regina ricciolona, alcolista e un po’ folle. «Mi sono tanto divertita a interpretarla, era così sopra le righe», racconta Margherita Buy, da mercoledì protagonista su Canale 5 della serie Made in Italy . Elegante, camicetta di seta e gonna, chioma scalata da signora bene, è Rita Pasini, anima del mensile di moda Appeal nella Milano degli anni 70. Anni difficili e di cambiamento, ma anche creativi grazie al talento degli stilisti che avrebbero portato la moda italiana nel mondo: Armani, Albini, Missoni, Valentino, Krizia, Versace, Curiel, Fiorucci, Ferrè. Prodotta da Taodue – già proposta da Amazon Prime – la serie sui pionieri del made in Italy segue Buy, mentore della giovane redattrice Greta Ferro. «Rita cresce da sola un figlio che a un certo punto abbraccia la lotta armata», racconta l’attrice, «è innamorata del suo lavoro, una donna moderna circondata da uomini. Qualcuno si aspettava che facessi Miranda Priestly ma non scimmiottiamo Il diavolo veste Prada .
Ci rimango male per le critiche».
Come definirebbe "Made in Italy"?
«Una serie in costume, rende omaggio agli stilisti che hanno cambiato il paese, è la storia della moda italiana. Un racconto per molti sconosciuto. L’idea che ha avuto Camilla Nesbitt, donna molto elegante, è geniale. Per capire ho incontrato la giornalista di moda Adriana Mulassano. Per me è stato semplice, Raoul Bova interpreta Giorgio Armani, era terrorizzato.
L’unico che poteva criticarlo era lo stilista più grande, oltretutto un amico. Mica è facile».
Il suo rapporto con la moda?
«La gente pensa che sia superflua, ma tante icone lo sono diventate anche grazie a chi le ha svelate. Io devo ringraziare Armani, ho sentito subito che i suoi vestiti mi aiutavano a venire fuori, mi davano forza. Ha quegli occhi intelligenti, quando ti squadra ti senti nuda e pensi: che merito ho di stare dentro questo abito? È un genio della moda e una persona speciale: il primo a chiudere le porte della sfilata. Ha capito subito la gravità della pandemia, ha fatto donazioni per la ricerca».
Come sta vivendo l’emergenza?
«Come tutti, con una certa ansia.
Sono felice che non ci siamo mai fermati ma è come camminare sulla fune, sei un funambolo senza rete.
Sul set tutti tamponati. Ma poi devi togliere la mascherina e hai paura, devi recitare e non fare disastri».
Il 15 gennaio compie gli anni, il rapporto con la bellezza?
«Lasciamo stare il compleanno, grazie. Non lo so, ho sempre avuto problemi».
Ma è bella.
«Macché bella. Ci sono momenti in cui mi sento bene, mi dico che non sono così da buttare e giorni in cui mi specchio e penso: chi è quel mostro?
Tutto è molto legato alla sicurezza, all’insicurezza, a come ti vedono gli altri. Comunque ormai è finita».
Non lo dirà seriamente?
«Eccome».
Con "Made in Italy" debutta nelle serie: bilancio?
«Ottimo. Speriamo di fare un’altra stagione. Sono l’eccellenza, alle serie collaborano i migliori sceneggiatori e costumisti, le star spesso entrano nella produzione. Però per me il cinema rimane un posto da sogno, spero che torni a essere un luogo sacro, uno spazio di libertà e fantasia. Oggi col covid è difficile».
Le piace far ridere?
«Tantissimo. Penso a Maledetto il giorno che ti ho incontrato , anche sul set con Carlo Verdone c’era un clima così allegro. Non ho più quell’età, non mi affidano quei ruoli: non è una critica ma la realtà. Però se dovesse capitare un film divertente sarebbe un regalo. Si scrivono meno commedie, seguono filoni e sono un po’ tutte uguali».
Da "Le fati ignoranti" a "Viaggio
sola" ha interpretato donne interessanti.
«Due film importantissimi per me. Le fate ignoranti era una storia all’epoca provocatoria, quando Ferzan Ozpetek me la raccontò rimasi stupita. È così intelligente, gli sarò sempre grata. Sul set ero una donna ferita, che scopriva di essere amata a metà, e sono rimasta incinta. Per ironia della sorte, la interpretavo con una felicità che non ho mai più provato. Maria Sole Tognazzi mi ha fatto viaggiare, io non prendo l’aereo. Il suo film ha reso universale una donna particolare».
Ha girato "Tre piani" con Nanni Moretti, che le ha sempre affidato ruoli magnifici. Il più complesso?
«Quello in Mia madre , un’esperienza forte, difficile da spiegare. Nanni ha la sua serietà nel restituire i sentimenti. Non sono tuoi ma lo diventano. Sul set sentivo la sofferenza, una responsabilità enorme».
Sua figlia è fiera di lei?
«È nell’età della critica, ma immagino di sì. Ha un carattere diverso da me per fortuna sua, ma riconosco alcune cose».
Si è sposata due volte, l’amore come va?
«Ho qualche difficoltà per la vita di coppia, però sono piena di sentimenti».