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 2021  gennaio 10 Domenica calendario

La folle corsa del Bitcoin

La Bitcoin-mania sfida la forza di gravità e regala un’altra settimana da incorniciare alle monete virtuali. Il mercato delle criptovalute – malgrado i timori di una gigantesca bolla speculativa – continua a correre senza freni e in questi giorni ha raggiunto un valore di mille miliardi di dollari, una cifra pari al pil del Messico. La quotazione del Bitcoin, che da solo vale 750 miliardi, ha superato quota 20 mila dollari il 6 dicembre, ha polverizzato i 30 mila il due gennaio e cinque giorni dopo è arrivata a 40 mila. «È il momento di una correzione al ribasso» hanno buttato lì gli analisti più cauti. Si sbagliavano. Dopo una seduta di pausa, il Bitcoin ha rimesso il turbo e venerdì ha segnato un altro record storico (l’undicesimo nelle ultime dodici sedute) a quota 41.530. Cifra che porta a +1.000% il rialzo dai minimi di marzo. Tutto il settore però ha messo a segno performance stellari: l’Ethereum è balzato da 110 a 1.190 dollari in dieci mesi. Tether, Litecoin, Cardano e Polkadot, i fratelli minori del Bitcoin, sono alle stelle. E Wall Street si divide tra scettici e gli ottimisti, convinti che il meglio debba ancora arrivare: «Siamo davanti a una bolla speculativa iperbolica, con prezzi manovrati da squali e destinata a scoppiare a breve», sostiene Nouriel Roubini, l’economista che aveva previsto la crisi finanziaria del 2008. «Se il Bitcoin riuscirà davvero a sostituire l’oro come bene rifugio – vaticina JP Morgan potrebbe arrivare fino a 146 mila dollari di valore». Più del triplo di oggi.
Tutti sono d’accordo su una cosa: la galoppata delle criptovalute di questi mesi ha basi più solide della fiammata di fine 2017, quando il Bitcoin salì in poche settimane da 3 mila a 19 mila dollari prima di ricrollare al livello da cui era partito. Paypal ha accettato l’uso della valuta digitale come strumento di pagamento tra i suoi clienti. Le autorità Usa hanno consentito alle banche di tenere in portafoglio monete virtuali. E diversi investitori istituzionali hanno puntato su Bitcoin & C. «perché protegge dall’inflazione e dal deprezzamento del dollaro», è il loro mantra. L’assicurazione Massachusetts Mutual Life ne ha acquistato un bel pacchetto. Il fondo inglese Ruffer se ne è messi in tasca 550 milioni di dollari «come difesa contro un sistema monetario fragile e mercati finanziari con valutazioni distorte». L’idea è che la scorta limitata di Bitcoin – in circolazione ce ne sono 18 milioni e il tetto di moneta “battuta” previsto dal circuito è a 21 milioni – garantisca la tenuta delle quotazioni in un mercato inflazionato dalla enorme massa di liquidità garantita dalle banche centrali. Diverse aziende, specie negli Usa, hanno deciso di convertire la loro cassa da dollari a criptovalute. La più famosa è la società di business intelligence MicroStrategy che ha accumulato un tesoretto in Bitcoin che oggi vale quasi 3 miliardi e che ha spinto le sue quotazioni al rialzo del 400% in dieci mesi. Persino Ray Dalio, il grande gestore di hedge fund da sempre scettico sulle monete digitali, ha ammesso in queste settimane che una piccola diversificazione su questo mercato potrebbe avere senso.
L’impennata delle criptovalute di inizio 2021 non ha invece fatto cambiare opinione a chi le considera poco più che carta straccia. Warren Buffett – il guru di Omaha che ha fatto della prudenza e dell’oculatezza una strategia vincente in Borsa – non ha dubbi: «La quotazione giusta per il Bitcoin è zero – ripete ogni volta che gli domandano un parere —. Non vale niente e non produce niente. E come la bolla dei tulipani di Amsterdam nel ‘600».
«Le criptovalute sono la madre di tutte le bolle speculative» ha detto Michael Hernett, capo investimenti di Bank of America. Alimentata dalla caccia ai rendimenti in un mercato con Borse ai record e tassi sotto zero. Parole al vento, almeno per ora, visto che la bolla del Bitcoin, se bolla è, sta continuando a gonfiarsi.