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 2021  gennaio 10 Domenica calendario

E l’uomo trasformò il lupo in cane

Se siete tra coloro che danno gli scarti della bistecca al proprio cane, che magari vi implora con lo sguardo, ebbene sappiate che il vostro è un gesto antichissimo: risale forse all’Era glaciale e potrebbe spiegare la nascita della millenaria amicizia tra le due specie.
L’ipotesi, pubblicata dalla prestigiosa rivista Scientific Reports, è suggerita da un gruppo di scienziati guidati da Maria Lahtinen, ricercatrice dell’Autorità alimentare finlandese. La loro teoria sulla domesticazione del cane è infatti un effetto collaterale di una ricerca più ampia, che riguarda in realtà l’alimentazione delle popolazioni preistoriche nel Nordeuropa. Un’epoca, tra i 15 e i 12mila anni fa, che non aveva ancora visto nascere l’agricoltura e durante la quale gli esseri umani cacciavano per procurarsi il cibo. Eppure proprio in quel periodo fecero amicizia con una specie potenzialmente in competizione con loro: uomini e lupi cacciavano, entrambi in branco, gli stessi grandi erbivori, sugli stessi territori.
L’idea di Lahtinen e colleghi è che gli antichi cacciatori umani nella loro dieta avessero a disposizione un surplus di proteine animali, troppa carne insomma, e che abbiano preso l’abitudine di disfarsene condividendola con i lupi che gironzolavano intorno attirati dall’odore del cibo.
«ll consumo umano di carne è limitato dalla capacità del fegato di metabolizzare le proteine», spiegano gli autori dello studio. «I lupi invece possono prosperare con la carne magra per mesi». I ricercatori hanno esaminato i dati relativi ai siti archeologici del Pleistocene dove sono stati rinvenuti resti di cani primordiali. «Si trovano tutti in aree che all’epoca avevano caratteristiche simili agli attuali ambienti artici o subartici». Ma perché il freddo avrebbe avuto un ruolo? «I nostri calcoli», rispondono gli studiosi, «mostrano che durante gli inverni rigidi, quando la selvaggina è magra e priva di grasso, i cacciatori-raccoglitori del tardo Pleistocene in Eurasia avrebbero avuto un surplus di proteine di derivazione animale che avrebbero potuto essere condivise con i cani in fieri». Così la competizione si sarebbe trasformata in amicizia e quindi in collaborazione: i lupi, una volta addomesticati, avrebbero iniziato a cacciare al fianco degli umani.
«È una ipotesi come tante sulla domesticazione del cane. E come tutte le altre sarà difficilmente dimostrabile», avverte però Luigi Boitani, ordinario di Zoologia all’Università la Sapienza di Roma e tra i massimi esperti di lupi. «Mancano troppi elementi allo scenario tratteggiato da questo studio: come si fa a dire che gli umani lasciassero parte delle loro prede ai lupi, senza sapere quanti fossero i cacciatori, quanto grandi le loro famiglie, quale fosse l’entità delle popolazioni di lupi all’epoca in quelle aree?
Quello che mi colpisce – continua Boitani – è che tra gli autori dello studio non ci siano etologi che abbiano studiato sul campo i comportamenti di questi animali. Il lupo è sociale, curioso, flessibile. Si avvicina agli insediamenti umani, e se le persone non lo cacciano torna e si avvicina ancora di più. Da lì alla nascita di un’amicizia il salto è breve». Anche senza tirare in ballo la dieta iperproteica dell’uomo del Pleistocene.