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 2021  gennaio 09 Sabato calendario

Riscoprire Guido Morselli

Guido Morselli è morto suicida la notte del 31 luglio del 1973, sparandosi con una pistola militare Browning (soprannominata: la ragazza dall’occhio nero). Mancavano pochi giorni al compimento del suo sessantunesimo compleanno e da poco aveva ultimato un romanzo intitolato Dissipatio H.G.,dove H.G. sta per “Humani Generis": la traduzione fantastica della propria scomparsa (del proprio imminente suicidio) letta nella improvvisa, repentina, liquefazione dell’intero genere umano. Il genere umano sparisce, senza letteralmente lasciare traccia, dopo che il protagonista e io narrante aveva appunto tentato di far scomparire se stesso. Situazione estrema o addirittura impensabile, che tuttavia consente all’autore di fare il punto: la natura cosiddetta non ha bisogno degli uomini ed ecco subito uccelli e topi dilagare in quello che fu l’habitat degli umani. Un uomo rimasto da solo non trova più il senso della propria esistenza, non sa più come usare il tempo e tutto si vanifica. Il danaro è diventato improvvisamente inutile e con esso tutti i valori correlati, a cominciare dai titoli di Borsa. Gran parte di Dissipatio si svolge a Crisopoli (che è poi Zurigo) un luogo, dice l’autore, detestabile, gonfio di banche com’è. Dissipatio H.G. è dunque una meditazione in margine al tema dell’esistere, l’atto finale di una non-esistenza, perché è proprio in questo modo che lo scrittore interpreta, con molto humour nero, la propria vita. Di famiglia ricca, Morselli ha sempre evitato di crescere all’ombra del padre che lo voleva inserire in una delle aziende di cui si occupava. Ottenuta una rendita e una casa in campagna dalle parti di Varese si era dedicato alla scrittura: saggi, articoli e romanzi. Sui suoi documenti aveva fatto scrivere: agricoltore. Di ciò che scriveva non parlava con gli amici letterati e non ne parlò mai con Dante Isella che pure frequentava. Non voleva aiuti.
La vita di Morselli, insidiata dai rifiuti degli editori, è diventata a sua volta un romanzo col finale tragico che si è detto. Se ne è occupata molto Valentina Fortichiari, fine studiosa di Morselli, introducendo la raccolta dei romanzi pubblicati da Adelphi (2002) e di recente, con grande passione, Linda Terziroli ( Un pacchetto di Gauloises, Castelvecchi 2019) che ha inseguito il fantasma di Morselli un po’ dappertutto e persino in America dove viveva il fratello minore Mario. Comunque, una volta scomparso, il narratore Morselli (bocciato da Calvino e Sereni) aveva trovato lettori molto meglio disposti e addirittura, grazie a Pontiggia, era diventato un autore Adelphi, la meno inclusiva delle nostre case editrici. Critici e studiosi si erano finalmente occupati di lui (Giuliani, Manganelli, Coletti, Segre…) dialogando con i suoi libri. Morselli è uno scrittore colto, potremmo dire un narratore filosofo che riflette sul mondo e cerca anche di immaginarlo diverso. È, come abbiamo visto nel caso di Dissipatio H.G. tentato dal Nulla, ma scende anche volentieri in situazioni specifiche, come quando, in Roma senza papa azzarda l’ipotesi di una rivoluzione operata da Giovanni XXIV che decide di spostare la Santa Sede dal Vaticano a Zagarolo. Morselli ha studiato dai Gesuiti e sulla religione ha meditato molto. Ha scritto anche un saggio Fede e ragione di cui nelle ironiche pagine di Roma senza papa si sente l’eco. Un sacerdote svizzero, don Walter, è a Roma per i suoi studi di teologia alla Gregoriana. Veste l’abito talare e frequenta un prete all’antica, pur essendo ormai un prete molto moderno: è infatti sposato con Lotte. Già, perché nella chiesa di Giovanni XXIV, succeduto a Libero I, molto è cambiato della vecchia dottrina e dei vecchi costumi. Basti dire che ad un certo punto un gruppo di sacerdoti va in processione verso San Giovanni portando il lutto al braccio per la morte di Dio… Roma senza papa è un romanzo sarcastico, la “dissipatio” questa volta riguarda il divino, i culti, la teologia, il turismo dei fedeli. Grandi temi dunque. Su un altro versante (un’altra chiesa) Morselli affronta nel Comunista la problematica della rivoluzione sociale proposta dal marxismo. Il protagonista, Walter Terranini ha fatto molte esperienze: è vissuto in America dove si è sposato e ha diretto una fattoria. Quando il lettore lo incontra è un deputato del Pci cresciuto nell’Emilia delle Cooperative. La sua bibbia è il Manifesto di Marx. Morselli aveva letto molti testi marxisti, ma senza abbracciare politicamente il comunismo. È questo il romanzo che Calvino lesse e discusse, apprezzandone molto alcune parti e criticandone altre, ma senza decidere di pubblicarlo. Walter Terranini ha scoperto che la pena fisica per il lavoro pesante non la può togliere nemmeno il marxismo e questo lo mette in urto con gli apparati del Pci, proprio quelli che secondo Calvino non erano realistici. Oggi che quel mondo è diventato un passato remoto, il romanzo sembra più realistico e istruttivo della memoria storica, che quasi nessuno ci tiene ad esercitare. Ancora una volta si tratta di un mondo riscritto, di una umanità rifondata. Del resto Morselli, non contento degli esiti della storia, aveva riscritto in Contro-passato prossimo la vicenda della prima guerra mondiale assegnando la vittoria agli Imperi Centrali, senza per questo salvare l’Austria di Musil e di Freud dalla decadenza cui andava incontro. Per progettare una nuova Europa si affida alla figura del finanziere Walter Rathenau, nella realtà assassinato dai nazionalisti nel ’22. Morselli aveva frequentato le lezioni di Antonio Banfi (tra l’altro prefatore del suo saggio su Proust, pubblicato da Garzanti nel ’47) e da lì, possiamo dire, inizia la sua speculazione sui compiti dell’uomo e sui suoi fallimenti. Contro-passato prossimo è appunto la storia di un fallimento, quello degli eventi reali, cui si sostituisce la “contro-realtà” degli eventi immaginati. Talvolta immaginati anche solo per il piacere di farlo, come in Divertimento 1989 che è la storia di una vacanza svizzera di re Umberto I protetto dall’incognito. Quasi, conclude l’autore, un’operetta senza musica. I molti lettori che cercano Morselli sono il risarcimento pieno e amaro per un’opera che ancora oggi è tra le esperienze più originali del nostro Novecento.