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 2021  gennaio 09 Sabato calendario

Vent’anni di Wikipedia

Quando eravamo studenti, la nostra maggiore aspirazione era possedere Il manuale delle giovani marmotte, vero condensato, come dicevano i tre paperini, del sapere universale. In effetti non v’era voce, dalla scienza più complessa alla cultura più raffinata che non fosse reperibile in quel calepino tascabile. Mentre noi, oberati dai compiti di un inflessibile liceo, per trovare le risposte ai temi assegnatici dagli esigenti professori dovevamo compulsare gravose enciclopedie. Spesso quelle di casa, magari comprate a rate da un insistente venditore, si rivelavano insufficienti e sommarie, cosicché bisognava rivolgersi alla biblioteca comunale, la sola a disporre dell’autorevolissima Treccani. La quale, malgrado i supplementi, difettava talvolta di compiutezza, perché, a differenza della letteratura, della filosofia e delle arti in generale, la tecnologia correva – e corre – più veloce della stampa dei libri. Quanto ai riferimenti internazionali, l’ultima Thule era L’Enciclopedia Britannica, non sempre reperibile, e comunque solo in lingua inglese. Per personaggi di minor prestigio vi era sempre il Who is who, e, nelle librerie, il più provinciale Chi è?. L’informazione, insomma, era quasi un privilegio aristocratico.
Tutto questo è cambiato dopo un’invenzione di cui, tra pochi giorni, ricorre il ventesimo anniversario della nascita. Il 15 gennaio 2001 entrò infatti in funzione Wikipedia, l’enciclopedia online realizzata dai lettori. Alzi la mano chi, in possesso di un comune telefonino, non si è mai avvalso di questa inesauribile fonte di notizie.
IL COLPO DI GENIO
L’idea era maturata nella mente di Jimmy Wales e Larry Sanger, già creatori di Nupedia, un portale aperto alimentato dal contributo di pochi esperti in varie materie. Ma proprio questa limitazione aveva ridotto i contenuti del sito: in tre anni aveva prodotto solo 25 voci. Il colpo di genio fu l’introduzione di Wiki, un’applicazione web che consente la creazione e la modifica collaborativa di argomenti ipertestuali aggiornati dagli stessi utilizzatori. In pratica, una gigantesca massa di informazioni provenienti da chiunque fosse interessato a crearne di nuove o a integrare quelle esistenti. Naturalmente occorreva un filtro per verificarne l’esattezza, e questo fu ottenuto aumentando il numero dei controllori delle fonti e dei riscontri. Come subito diremo, non è un’impresa facile.
Il vantaggio maggiore era, naturalmente, quello di avere uno spazio illimitato. Ad esso si univano quello di una compilazione estremamente rapida e di una consultazione altrettanto immediata. I precedenti esperimenti non erano del tutto favorevoli, come racconta Anatole France in uno dei suoi racconti più belli, che vale la pena di ricordare come una parentesi di sensibilità filosofica in mezzo a tanta tecnologia. Un Imperatore, ambizioso nel potere e nel sapere, incarica una commissione di cento saggi di compilare una storia universale comprensiva di tutte le esperienze e scoperte da Adamo in giù. Gli serviranno per conoscere gli uomini e governarli meglio. I saggi prendono tempo, lavorano giorno e notte, e dopo vent’anni si presentano con una carovana di cento volumi che depongono ai piedi di sua Maestà.
L’AMARA SINTESI
Il sovrano ringrazia, ma chiede un’opera più succinta, perché è impegnato nell’arte della guerra. I saggi ritornano dopo dieci anni con cinquanta volumi, e si sentono rispondere la stessa cosa: la politica occupa tutte le giornate del re, che non ha tempo per leggere quella montagna di carte, e nemmeno di cercarvi l’argomento che lo interessa: serve un riassunto più accessibile. I sapienti si inchinano, e si ripresentano dopo cinque anni con dieci volumi, ma il re è affaticato dagli acciacchi dell’età e dal peso del governo: riusciranno – chiede loro – a inserire in un solo libro la storia dell’umanità? I saggi promettono di provarci. Ritornano dopo tre anni con una specie di dizionario, davanti a un re moribondo. Anche il numero dei saggi è diminuito per cause naturali. Il sovrano prende la mano del più vecchio di loro e sussurra triste: «Morirò dunque senza conoscere la storia degli uomini?». «Sire – gli risponde il venerando – in fondo è una storia semplice: nacquero, vissero, soffrirono e morirono». Una sintesi amara, ma efficace.
Tutto questo oggi sarebbe impossibile, anche ammesso che un re o un capo di governo fossero interessati ad apprendere le lezioni della storia. Infatti i cento saggi sono diventati decine di migliaia di compilatori, e noi da casa possiamo, schiacciando un bottone, trarre informazioni su ogni aspetto del sapere universale. Con l’aggiunta che il sistema è congegnato in modo tale da suggerirci le voci correlate, aumentando così la nostra curiosità nell’approfondire ogni argomento. Insomma, ci stancheremo prima noi di compulsare Wikipedia che quest’ultima di darci esca.
LA PROVVISORIETÀ
Come tutte le iniziative umane, una così immensa produzione pecca talvolta in parole, opere e omissioni. Alcune date sono errate, molti eventi descritti in modo sommario, certe voci sono incomplete e ambigue. Diligentemente, tuttavia, il lettore è avvertito che si tratta di notizie provvisorie in via di controllo e di integrazione. Comunque nel complesso, l’opera è monumentale, e può esser paragonata all’Encyclopédie di Diderot e D’Alambert. Con la differenza che quest’ultima, composta di preziosi in folio illustrati costava un occhio, mentre Wikipedia, immediata e gratuita, è facilmente accessibile agli occhi di tutti. Mai, nella storia della divulgazione, tanti hanno potuto ottenere tante informazioni in cosi poco tempo.
L’IDEALISMO DI HEGEL
Il rischio che corre il lettore, è dunque quello di recepire acriticamente quanto ottiene senza molta fatica. La ricerca di una notizia o di un concetto richiedono tempo e concentrazione direttamente proporzionali alla loro consistenza. Wikipedia può esser utile per trovare la data di nascita di un attore o la trama di un film, ma occorre cautela se ci accostiamo a Sant’Agostino o all’idealismo hegeliano. Un tempo l’accesso a questi temi era difficile quanto il loro contenuto, mentre oggi ogni curioso può spigolare sulla Fenomenologia dello spirito premendo un tasto e pretendendo di capirci tutto subito, ammesso che ci sia qualcosa da capire. Ma il rischio maggiore, soprattutto per gli studenti in questi momenti di didattica a distanza, è quello di copiare, e soprattutto di copiare male. Perché, come ha scritto Umberto Eco proprio commentando Wikipedia, copiare bene è un’arte non facile, e uno studente che sa copiare bene ha diritto a un buon voto.
N.B. Le notizie di cultura generale sono tratte dalla biblioteca di chi scrive. Quelle sulle origini di Wikipedia dalla stessa Wikipedia. Se qui vi sono dunque degli errori, imputet sibi.