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 2021  gennaio 08 Venerdì calendario

Il Covid non ferma il lusso

La Bentley chiude un 2020 con vendite record. Il portafoglio di ordini della Ferrari non è mai stato così pieno. Blue box e collier di Tiffany sono andati a ruba sotto Natale come non era mai successo. E nei negozi di orologeria i modelli top di gamma – dal Rolex Submariner da 18 mila euro fino al Nautilus da 65 mila euro di Patek Philippe – sono introvabili. Il mondo è ancora nell’occhio del ciclone della pandemia ma i marchi del superlusso, dati alla mano, sembrano essersi già dimenticati del Covid.
Lo tsunami del coronavirus, a dire il vero, almeno in una prima fase ha colpito durissimo anche i brand più famosi: il turismo si è bloccato, i duty-free shop sono rimasti senza clienti, nelle vie delle griffe in giro per il mondo tante saracinesche sono ancora abbassate. E le vendite dell’industria del lusso nel 2020, calcola Bain & Co, per Fondazione Altagamma, scenderanno del 23% a 217 miliardi, tornando al livello del 2014. La crisi, però, non è uguale per tutti. E mentre il lusso più di largo consumo fatica a rialzarsi, i marchi più esclusivi hanno già rimesso il turbo, grazie soprattutto alla rapidissima ripresa dal Covid della Cina. Lo stato di salute del mondo dorato degli orologi svizzeri parla da solo. Le vendite di quelli sotto i 200 franchi (190 euro circa) a novembre era in calo del 27,4%, quelli tra 500 e 3 mila euro sono in flessione con percentuali da prefisso telefonico. I modelli sotto i 3 mila euro viaggiano a+ 5,9% rispetto allo scorso anno. Il potere d’acquisto dei grandi ricchi, insomma, non sembra essere di certo calato.
La Bentley ha venduto nel 2020 11.206 vetture, 200 in più del 2019 malgrado i prezzi non proprio di saldo e sette settimane di chiusura nelle linee di produzione inglese grazie soprattutto a uno stratosferico +48,5% di ordini dalla Cina. La Ferrari Roma ha venduto a Pechino il 50% in più della Portofino. E il + 50% dei ricavi nel paese asiatico ha regalato anche a Tiffany una stagione natalizia da record e migliore di quella del 2019 malgrado i negozi chiusi in diverse delle più grandi città del mondo. Fattore che ha fatto decollare (+80%) le vendite online dei suoi gioielli. In gran spolvero anche Hermes che dopo il -42% di ricavi nel secondo trimestre dell’anno ha chiuso anche il terzo con un significativo + 7%, come se la pandemia fosse già passata. La Borsa- che ha antenne lunghe e attente – si è accorta di questa ripresa decisamente a V del settore. Lvmh, Hermes e Ferrari quotano in queste settimane molto vicine ai propri record storici con progressi tra il 24 e il 28% rispetto a gennaio 2020. Watche of Switzerland, uno dei maggiori venditori al dettaglio di orologi elvetici è uscito dal Covid con le azioni in rialzo del 50% rispetto a un anno fa.