la Repubblica, 8 gennaio 2021
La falsa deflazione
Dal 1954, solo tre anni si sono chiusi in deflazione: il 1959, il 2016, e il 2020. E quest’ultimo, rileva l’Istat, è andato anche peggio del 2016: meno 0,2% contro meno 0,1%. La crisi terribile che si è abbattuta sull’economia a causa della pandemia giustifica il calo dei prezzi, favorito dalla riduzione dei consumi. Il problema è un altro: quello che potrebbe tradursi in un vantaggio per le tante famiglie in difficoltà per la perdita o dalla diminuzione del lavoro, in realtà si rivela un dato ingannevole. Anche a dicembre si replica lo schema degli altri mesi: scendono i prezzi dei beni energetici, ma aumentano quelli dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, in rialzo del 0,9% su base annua (a novembre segnavano +1,2%). Sono i beni che compongono il cosiddetto “carrello della spesa”, e che nessuno può permettersi di non comprare. E quindi, se aumentano di prezzo, annullano tutti i vantaggi del calo di tutti i prodotti legati ai beni energetici, soprattutto in un momento a ridotta mobilità. L’Unione Nazionale Consumatori calcola infatti che a fronte di un risparmio annuo di 77 euro per una famiglia con due figli, ci sia però un aumento di 117 euro del carrello della spesa.