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 2021  gennaio 08 Venerdì calendario

Intervista a Brunello Cucinelli

Brunello Cucinelli riparte dalla sua terra. Martedì prossimo lo stilista e imprenditore umbro inaugura la 99esima edizione di Pitti Uomo, tutta online. Lo farà da Solomeo, il borgo dove c’è la sua azienda e la sua anima, con una narrazione imperniata sui valori del marchio.
Fra due mesi sarà un anno dall’avvento del Covid. La pandemia come ha cambiato Brunello Cucinelli come persona e come azienda?
«In realtà per me l’anniversario è domani. Era il 9 gennaio 2020 quando i nostri 200 ragazzi che lavorano in Cina ci hanno parlato di una strana forma di polmonite che stava circolando. Ho affrontato questo periodo tenendo ben a mente la frase di Tommaso Moro O mio Dio aiutami ad accettare ciò che non posso cambiare. Aiutami a cambiare ciò che posso cambiare. È stato un periodo doloroso per l’anima e per il corpo ma ci ha cambiato in meglio sotto il profilo umano. Ho preso decisioni importanti, come non licenziare nessuno, non chiedere sconti, pensando a Benedetto Cotrugli che diceva qualsiasi cosa andrebbe comprata e venduta al giusto prezzo, ne vale la crescita dell’umanità. Infine ho realizzato Brunello Cucinelli for Humanity, il progetto a sostegno delle persone bisognose». 
Il 2021 è l’anno della ripartenza. Ripartire dunque, ma da dove?
«Dall’Italia. Siamo lo 0,7% della popolazione mondiale, ma siamo anche la settima potenza. Siamo i più grandi manifatturieri del lusso, secondi in Europa. I nostri giovani sono stati giudicati dal mondo i migliori nell’intercettare la non linearità delle cose. Adesso finalmente è arrivato anche il vaccino. Mi aspetto, sempre nel rispetto delle regole, una primavera completamente nuova». 
Com’è andato il 2020?
«Abbiamo chiuso l’anno bene, rispetto alle premesse. Immaginiamo un 2021 con una crescita del fatturato del +15%».
A lei l’onore di inaugurare il formato digitale il 12 gennaio su Pitti Connect. 
«L’evento Pitti da Solomeo è nato in maniera molto naturale. Sarà una sorta di inaugurazione della Settimana della moda Uomo che inizia con Pitti e termina con Milano. La collezione verrà presentata in uno spazio allestito nella fabbrica di Solomeo, che vuole ricreare un ambiente familiare. Quattro giorni in cui si potranno collegare giornalisti, buyer e addetti ai lavori, visionare le collezioni e scambiarsi opinioni».
Come vestirà l’uomo del prossimo autunno inverno?
«Con il nuovo. Abbiamo un enorme desiderio di andare nei negozi, di toccare e di vedere cose belle. L’uomo del prossimo inverno sarà sportivo, chic e di lusso, vestito bene per andare a una laurea, a un convegno o a una festa. Capi che avrai voglia di rivedere sempre nel tuo armadio e di rindossare».
I consumi: in futuro servizi e prodotti saranno influenzati dalle nuove abitudini generate dal Covid?
«Sì, ma sono certo che riequilibreremo la quantità e la qualità. L’unica cosa di cui avremo bisogno sarà tanta fisicità. Non potersi vedere e toccare è stato l’aspetto più duro».
Lei si vaccinerà?
«Subito, quando sarà il mio turno. Il 9 novembre, quando hanno annunciato l’arrivo dei vaccini, sono andato da mio padre che ha 99 anni, chiedendogli qual è stato il giorno più bello della sua vita. Mi ha risposto: L’8 maggio 1945, la fine della guerra. Per me il vaccino è stato come la fine della guerra per lui, un sollievo immenso». 
Qual è l’immagine che le è rimasta negli occhi di questo 2020?
«Gli infermieri con il viso segnato dalle mascherine. I 70 mezzi militari che portano le salme fuori da Bergamo. L’emozione forte di tante persone in lockdown in terrazza. Ma anche l’aver voluto condurre la vita e la mia impresa con umiltà, coraggio e creatività».
Una certezza?
«Se il creato mi aiuterà a sopravvivere al Covid, non so se mi aiuterà a uscire illeso dal tutti gli eventi a cui saremo invitati una volta terminata la pandemia».