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 2021  gennaio 06 Mercoledì calendario

A Berlino sarà cancellato viale Pacelli?

Cambierà nome la Pacelliallee a Berlino a causa del politically correct? Pio XII è sempre sotto accusa per non aver condannato adeguatamente il nazismo e difeso gli ebrei, e nel quartiere di Dahlem, ricco di verde, sono poche le strade intitolate alle donne, e dovrà probabilmente ricordare Golda Meir. Per il momento resiste la vicina Clayallée, che non piace ai pacifisti, anche se il generale americano Lucius Clay (1898-1978) difese la parte occidentale di Berlino che alcuni a Washington volevano regalare all’Urss, e organizzò il ponte aereo che permise ai berlinesi occidentali di sopravvivere all’assedio dell’Armata Rossa.
E il quartiere si oppone con fermezza a quanti vogliono cambiare nome alla fermata del metro Onkel Toms Hütte, la capanna dello zio Tom non ricorda gli schiavi americani, ma una locanda nel bosco di un certo Tom, oste prussiano. Ha cambiato nome la Mohrenstrasse dopo 313 anni, che ricordava alcuni dipendenti della Corte prussiana giunti dalla Mauritania, che abitavano nella strada. Si chiamerà Anton Wilhelm Amo (1703-1753), nato in Guinea, giunto come schiavo in Olanda, poi donato al duca di Braunschweig, liberato divenne professore di filosofia all’università di Jena.

Berlino è una città luterana, ma in maggioranza i berlinesi non sono praticanti, e gli atei sono più numerosi in rapporto alla media nazionale. Eppure la capitale ha una delle più grandi comunità cattoliche in Germania: 310mila, il 9%. Per un paragone i musulmani sono circa 250mila.Riusciranno a salvare la Pacelliallee, nell’elegante quartiere di Dahlem? I due storici promotori della richiesta, Julian Reitzenst e Ralf Balke, negano che il loro sia un attacco alla Chiesa cattolica in Germania: vogliamo che sia giudicata la figura di Pio XII, non merita che sia ricordato a Berlino con un viale (lungo un chilometro e 330 metri). Sono sedici le strade e le piazze in Germania che portano il nome di Papa Pacelli.
Felix Klein, il responsabile per l’antisemitismo al Bundestag, è favorevole a cambiare nome: «La posizione di papa Pacelli durante la guerra è sempre discussa. Tacque sulla Shoah e sulla persecuzione contro sinti e rom, e molti di loro erano cattolici. O non protestò con forza». Le accuse sono antiche e non tengono conto che papa Pacelli fece, nel 1937, un’enciclica la Mit Brennender Sorge esplicitamente contro il nazismo. Questa enciclica, anziché essere pubblicata in latino, venne redatta direttamente in tedesco per avere la massima diffusione in Germania. Tuttavia nel 1963, con il dramma Der Stellvertreter, Il Vicario, Rolf Hochuth (scomparso il 13 maggio dell’anno scorso) accusò Pio XII di aver voluto ignorare i campi di sterminio benché ne fosse al corrente. E non invitò i preti e i vescovi in Germania e nell’Europa occupata a aiutare gli ebrei. Accusa ovviamente sempre negata dagli storici cattolici, ma solo nel marzo scorso il Vaticano ha aperto i suoi archivi. Il pontefice temeva che una sua denuncia non avrebbe fermato Hitler scatenando la repressione di Hiltler sulla Chiesa e i cattolici tedeschi?

Anche la chiesa luterana tacque, furono pochi i pastori protestanti che si opposero al regime. In Germania si aveva paura di Stalin e del comunismo. Ma Clemens von Galen, il vescovo di Münster, in tre prediche nel 1942 accusò senza timore Hitler e ne denunciò i crimini. I nazisti non osarono toccarlo. Pio XII gli scrisse una lettera per manifestare «il suo pieno appoggio e la gratitudine». Di famiglia nobile della Westfalia (era conte) von Galen fu nominato vescovo proprio l’anno della conquista del potere di Hitler, nel 1933, e morì pochi mesi dopo la fine del III Reich, nel marzo del ’46. È stato proclamato santo nel 2005.