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 2021  gennaio 06 Mercoledì calendario

Periscopio

Tracollato il comunismo, ridotto il fascismo a barzelletta, oggi sale la stella dell’islamismo e impazzano le democrazie illiberali, il complottismo su scala kolossal, la cancel culture e le teoria gender. Sono le nuove maschere del Grande Fratello. Diego Gabutti. Informazione corretta.
Riflette Maurizio Gasparri, storico esponente di Forza Italia. «Renzi alza la fiamma sotto la pentola del governo, che continua a cuocere. Prima o poi, Conte cadrà. Cadde pure Berlusconi, non so se mi spiego. Il ragionamento da fare, perciò, è sui tempi. Io però escludo possano essere i grillini a provocare l’incidente. Vede: se esco da qui, io sono giornalista, ho maturato esperienza, uno straccio di lavoro lo trovo. Ma loro? Uno come Fico che lavoro potrebbe fare fuori dal Parlamento? Fabrizio Roncone, Corsera.

La medicina mi ha affascinato fin da piccolo. È una specie di tradizione di famiglia. Ho un ampio giro di pazienti che da anni mi chiedono consigli. Io dico la mia, ma poi raccomando loro: «Chiedi conferma a uno specialista». «Si narra che, col suo intuito, lei abbia salvato la vita a quattro persone». «Anche di più. A Natale ricevo molti pacchi-dono di ringraziamento». Carlo Verdone, attore e regista (Nino Materi), il Giornale.

Assumo tantissime medicine, e tutte in lite perenne con il mio stomaco. I farmaci mi stordiscono. Dormo spesso. Mi sveglio la notte, mi alzo e scrivo al computer. Per lo più aforismi. Mi piace la forma breve di scrittura. Edoardo Boncinelli, genetista (Antonio Gnoli). la Repubblica.

La creazione di un nuovo movimento con a capo il premier è il piano che Rocco Casalino aveva in mente e che da tempo sta forsennatamente perseguendo mobilitando la sua falange di collaboratori, consulenti ed aficionados raccolti tra servizi di sicurezza e società parapubbliche. Agli inizi anche Conte ci credeva, tronfio delle voci e dei sondaggi amichevoli che lo vedevano come un novello Lamberto Dini o Mario Monti in grado di raccogliere oltre il 10% dei consensi. Ma in questi giorni tutto è cambiato, dopo che il consulente di un’importante società di marketing politico (che non è la Casaleggio Associati) gli ha fatto notare che senza la grancassa della Presidenza, solo per partire con un nuovo simbolo, bisogna trovare come minimo 30 milioni di euro tra pubblicità tv, radio e giornali, Twitter, Facebook, Instagram. Luigi Bisignani. Il Tempo.

Il Cav non è solo una vittima della malagiustizia ma anche della sua incapacità di affrontare politicamente il problema. Parlava di magistrati comunisti, non cogliendo il punto. Non ha capito che c’è un «partito dei magistrati» (non necessariamente comunisti) che ha capi, obbedisce a direttive e rovescia con colpi di mano gente come Luciano Violante, l’ex capo, caduto in disgrazia con l’accusa di garantismo. Mauro Mellini, avvocato (Gian Carlo Perna). Libero.

Il presidente Mattarella preferisce starsene dietro le quinte. Perché la sua arma segreta è soprattutto la moral suasion… un subacqueo che può essere paragonato in qualche misura al migliore presidente della Repubblica che abbiamo avuto: Luigi Einaudi. Non fa mai il passo più lungo della gamba. Lo misura, il suo passo, come la parola, che usa come pungolo e che va dritto al nocciolo delle questioni e riesce come pochi altri a dipanare con maestria il bandolo della matassa. Paolo Armaroli, Conte e Mattarella, sul palcoscenico e dietro le quinte del Quirinale. La Vela editore.

Nella nostra sezione del Pci, a Torino, c’era il compagno Borio, il cassiere: filosovietico sempre, anche quando invasero l’Afghanistan riuscì a dire che dovevamo stare con loro. Ma era l’unico: per tutti noi l’Unione sovietica era… Mah. Negli anni Settanta era una superpotenza: c’erano dei legami economici, politici, ma nella soggettività dei militanti non c’era un legame vero. Difficile spiegarlo. Eravamo legati agli stessi simboli, questo sì, ma poi noi eravamo comunisti italiani. Fabrizio Rondolino, scrittore, autore di Nostro Pci (Susanna Turco). l’Espresso.

Non sappiamo ancora se l’universalizzazione in corso del sistema democratico liberale e della pace è un processo storico inevitabile. Ma non sappiamo già che un tale mondo sarebbe una minaccia per l’America. Dipendente economicamente dal resto del mondo, l’America ha bisogno di un livello di disordine che giustifichi la sua presenza politico-militare nel Vecchio Mondo. Emmanuel Todd, Après l’Empire. Gallimard, 2013.

Quel polverone sul Tuca Tuca doveva farci capire che lei con allegria sapeva parlare di sesso... «Lo ballai la prima volta con Enzo Paolo Turchi, e l’Osservatore Romano fece pressioni in Rai per stopparlo. Riuscii a riportarlo in tv solo grazie ad Alberto Sordi, a cui nessuno diceva no. Io mi vestivo così, pantaloni e top corto, senza nessun secondo fine. Ma evidentemente, senza rendermene conto, stavo rompendo gli schemi. Forse perché ballavo in modo libero, forte, comunicavo energia, non una sensualità eccessiva. E dunque è stato più facile far passare un messaggio di libertà. Mentre ballavo non pensavo: guardate come sono brava. Pensavo: dai, venite a far casino con me». Raffaella Carrà (Maria Volpe). Sette.

In questi ultimi trent’anni la coppia è cambiata completamente perché è stato rivoluzionato il nucleo della coppia: la sessualità. Per la mia generazione il sesso era qualcosa di represso, terrorizzante. Ora è vissuto in maniera più gioiosa, serena. Ma questo non significa che la coppia sia più felice. Anzi. Infatti dura meno. Noi avevamo il matrimonio cattolico che legava indissolubilmente. Una volta che sono perse la religione e l’idea di Dio, cosa tiene insieme la coppia? Niente. Neanche i figli. Ferdinando Camon, scrittore (Luigi Mascheroni). il Giornale.

Negli anni dell’università alla facoltà di lettere e filosofia di Roma insegnavano Giovanni Macchia, Mario Praz, Giacomo Debenedetti, Guido Calogero. Fu una costellazione di intelligenze pressoché unica. Io fui attratto dalla grande vitalità di Walter Binni: per me fu essenziale la tensione personale che percepiva nei suoi autori, nel prediletto Leopardi. Mi sono laureato con lui e con Riccardo Scrivano del quale divenni amico. Altri amici? Alfonso Berardinelli, mio compagno di banco al liceo, Amedeo Quondam, pur tra accordi e dissidi, Franco Cordelli e Mario Perniola, una delle perdite più dolorose per me. Giulio Ferroni, critico letterario (Antonio Gnoli). Repubblica.

Al giorno d’oggi, i giovani immaginano che i soldi siano tutto, e quando diventano più vecchi sanno che è così. Oscar Wilde.

Solo i poveri hanno veri amici. Roberto Gervaso.