La Stampa, 6 gennaio 2021
A lezione da Jeff Koons
L’uomo con gli occhi celesti tortura fra le mani un palloncino rosa. Il suo sorriso anticipa il finale: da quelle mani-cilindro uscirà un coniglietto. Sembra un giochino da papà che s’improvvisano maghi, ma siamo solo alla prima lezione e quel coniglietto gonfiabile è firmato dal genio di Jeff Koons, l’artista contemporaneo più pagato al mondo. E, soprattutto, la linea di pensiero che unisce il palloncino rosa al Rabbit in acciaio venduto da Christie’s a 91,1 milioni di dollari - inafferrabile mix di talento, fantasia e innovazione - è finita nel recipiente del sapere digitale più autorevole e cliccato al mondo: la piattaforma MasterClass.com. Creata per ospitare le lezioni delle discipline più disparate – dalla regia al tennis, passando per lo story telling e la cucina – ha assoldato «top-teacher» come Martin Scorsese, David Linch, Gordon Ramsay, Dan Brown, Jodie Foster, Serena Williams, Bob Woodward e altri 100 grandi nomi fra registi, scrittori, sportivi e chef di pari, siderale, livello.
Jeff Koons è il primo artista che accetta di sedersi su questa cattedra on line, il cui numero di allievi, grazie alla pandemia, è lievitato del 40%. A convincerlo, il seguito ottenuto dalla piattaforma erede dei vecchi Ted Talk in questi tempi di didattica perlopiù da remoto.
Il suo corso si chiama Art and Creativity, è diviso in 13 lezioni e iscriversi costa 200 euro. «L’arte è il modo in cui comunico con il mondo e in cui esprimo i miei sentimenti, pensieri e idee - ha scritto l’artista su Instagram -. Unisciti alla mia @Masterclass per imparare come trovare la trascendenza attraverso la tua arte». Le lezioni partono da «Come affrontare la tela bianca» e solo a New York sono state subito scaricate da oltre 500 appassionati. E il solo trailer – sì , come i film, le lezioni hanno il trailer – ha «bucato» gli schermi di pc e tablet grazie alla scena del pallone da basket: «Se lo guardiamo per terra, o fra le mani di qualcuno non ci dice nulla – spiega Koons – ma se lo decontestualizziamo, impedendogli di rotolare, la musica cambia».
MasterClass.com è una società con sede a San Francisco, che esiste dal 2013, ma solo di recente ha vissuto la svolta: le iscrizioni si sono moltiplicate, complice l’appoggio di tutti i più importanti social network, e con loro anche il numero di docenti-star. Rientra fra questi il primo «top-teacher» italiano, lo chef Massimo Bottura, che ora, con il suo pesto solidale, è accanto a un Gordon Ramsey impegnato nell’arte di sezionare un pollo.
Tre anni fa i corsi on line tenuti «dalle migliori menti del mondo» avevano raccolto oltre 56 milioni di dollari e dispensato lezioni a un milione di studenti, ma oggi l’aula virtuale è più che quintuplicata, segnando la nuova frontiera dell’apprendimento. Fra i corsi più seguiti quello di Martin Scorsese per diventare regista e quello di Salman Rushdie che insegna i segreti dello story telling.
I fondatori della piattaforma, David Rogier e Aaron Rasmussen , entrambi sotto i 40 anni, definiscono la loro creatura «un tentativo di rendere democratico il genio». Ne vanno fieri, perché sono la punta di diamante di un business - quello dell’e-learning - che vale ben 100 miliardi di dollari. E il corpo docenti – come dimostrano le «new entry» di Koons e Bottura - sta ampliandosi di pari passo con una domanda in ascesa.
La pandemia, però, non ha solo impresso un’accelerazione ai corsi e ai contenuti digitali. Ne ha creati di nuovi: «Il 2020 ha segnato una crescita inevitabile dell’insegnamento on line - racconta Mauro Berruto, ex ad della Scuola Holden -. E’ una novità cui la nostra scuola era preparata, offrendo lezioni on line da tempi non sospetti, ma ha saputo offrire anche materie nuove su cui cimentarsi». Come il corso di «Instabilità», tenuto dallo stesso Berruto, e partito nell’aprile scorso: «Un allenamento fatto di esercizi, prove e continue riscritture che porta a scardinare le rigidità e vivere il processo di cambiamento con naturalezza». Non solo il mezzo di apprendimento, dunque, cambia, ma con questo anche la sostanza del sapere. Mai così liquido, da surfare sul web accorciando i tempi e allargando le vedute. «Ma da approfondire – conclude Berruto - oltre che in verticale anche in orizzontale, non scambiando la superficie per superficialità».