Avvenire, 5 gennaio 2021
Biografia di Maruego (Oussama Laanbi)
Per dirla con un pezzo di Ivano Fossati, La musica che gira intorno, oggi, è senz’altro la famigerata trap: a celebrarne i fasti, un coro sterminato costituito non solo da trasmissioni televisive e radiofoniche, ma anche dalla implacabile regolarità con cui le classifiche di Spotify sono prese d’assalto da questo sotto-genere musicale dell’hip hop. A facilitarne la clamorosa diffusione, oltre all’immediata riconoscibilità, identificabile per l’utilizzo di linee vocali melodiche e per l’abuso dell’autotune (quel particolare effetto vocale utilizzato anche per creare particolari effetti di distorsione), c’è anche la raffinata produzione musicale di una nuova leva di artisti tra cui spicca Oussama Laanbi, classe ’92, nome d’arte Maruego. «Non lo nascondo: mi sento un po’ il paziente zero della trap italiana. In Italia in quegli anni non si era mai visto nulla del genere, ma non credo di aver inventato nulla».
Nato a Berrechid in Marocco, Maruego è riuscito a trasformare un vissuto tormentato e complesso, ricco di peripezie e vicissitudine, in una delle cifre stilistiche della sua musica, che rivendica con fierezza la sua appartenenza alla cultura marocchina quanto a quella italiana. «Sono italiano e fiero di esserlo, ma non posso dimenticare le mie origini, le mie radici arabe. Andrei contro i miei ideali, fanno parte di me. Vedo nella multiculturalità un dono, una forza». Cresciuto nella periferia di Milano, Oussama ha sempre trovato nella scrittura non solo la classica valvola di sfogo, ma anche un territorio di libertà, che gli consente di riflettere su questioni complesse, ricorrendo all’antica persuasività e immediata fruibilità del testo in rima. «Sono sempre io il protagonista dei miei pezzi: non canto storie inventate, sono spesso vicende che ho avuto modo di affrontare in prima persona. Scrivere di determinate esperienze vissute mi aiuta molto, ha un effetto terapeutico». Anche quando, in una delle sue ultime uscite La Vie En Rose, racconta di sgradevoli episodi di razzismo subiti da giovanissimo: «Sono episodi che mi hanno spinto ad allontanarmi da alcuni ambienti e da alcune persone. Chiaramente ho trovato immediata empatia con ragazzi che, come me, erano figli di immigrati, abituati a vivere sulla propria pelle determinati episodi». Alla domanda sul rapporto fra rap italiano e la possibilità di combattere seriamente il razzismo, la sua risposta pare sorprendente: «Spesso i media sono più interessati allo scoop, alla notizia sensazionale, piuttosto che dar realmente l’opportunità all’artista di esprimersi. Se dessero più importanza alla mia e alla nostra musica piuttosto che alla nostra, spesso tragica, storia di immigrazione, riusciremmo a trovare un punto d’incontro nel quale provare a instaurare un dialogo anche con i più giovani».
Esploso, da un punto di vista professionale, nel 2014 grazie all’Ep Che ne sai, ricco di suoni sperimentali e innovativi per la scena musicale italiana, Maruego sfrutta l’eclatante notorietà di quegli anni per trattare un tema, ancora tragicamente attuale con il brano Sulla stessa barca.Hit da 2 milioni e mezzo di visualizzazioni su Youtube dove, con crudo realismo, privo di ogni deriva patetica, racconta la storia di due ragazzi costretti a scappare dal loro paese d’origine per un futuro migliore: «In quelle settimane i miei profili social erano inondati da messaggi d’odio e propaganda populista. Ho deciso di rispondere, come ho fatto sempre, con la musica per provare a dare voce ai più deboli, agli indifesi».
La notorietà, oltre a permettergli di dedicarsi esclusivamente alla musica – «Per un periodo ho lavorato 14 ore al giorno come macellaio, 6 giorni su 7» – ha trascinato Oussama anche nel vortice dell’esposizione mediatica non-stop. «Ricordo di aver fatto uscire uno spoiler di un singolo sul mio profilo Instagram. In una rima, in maniera quanto mai scanzonata e ingenua, per un gioco di assonanze mi paragonavo a Maometto. Qualche giorno dopo, ho ricevuto una serie di messaggi, da importanti personalità della comunità islamica, dove mi veniva consigliato di eliminare la rima o comunque modificarla. L’ho fatto, ho un rapporto sano con la religione; non era certo mia intenzione ferire nessuno».
Parlando del prossimo futuro, Maruego non nasconde una giustificata preoccupazione per l’attuale situazione: «Il Covid chiaramente ha rallentato molti dei miei progetti. Aspetto, come tutti, con ansia che la situazione migliori».