La Gazzetta dello Sport, 5 gennaio 2021
Storia delle sfide tra Milan e Juventus
Il vecchio San Siro domani si commuoverà. Da qualche tempo vive isolato e ha una gran nostalgia per quei 60-70mila amici che passavano a trovarlo ogni fine settimana. In compenso, il calcio gli ha organizzato una rimpatriata: la Juventus ha accettato di venire a cena e in regalo porterà l’atmosfera da scudetto. Nella Milano rossonera, è una rarità. Milan e Juve, a cena, ricorderanno tutte le volte in cui sotto il Duomo si sono giocate un pezzo di campionato. Ripenseranno ad assist in rovesciata, errori arbitrali, maglie rosa ormai stinte e guardando in alto saluteranno Paolo Rossi, che ha fatto felici entrambe. Quei momenti si possono ripercorrere citando alcuni episodi della rivalità da scudetto.
28 aprile 1901 Juve-Milan 2-3 In rosa e... gratis
Qui, per coerenza, si citano solo le partite giocate a Milano ma il 1901 merita un’eccezione: è stata la prima volta in cui Milan e Juventus si sono guardate in faccia pensando allo scudetto. Altri tempi, altro pallone, altre maglie: la Juve giocava con la casacca rosa (no, non quella disegnata da Pharrell...). E poi, altro regolamento: Juve-Milan quell’anno è una semifinale in gara secca, che non si usa più neanche in Coppa Italia. Pioviggina, l’ingresso allo stadio è gratuito ma a inviti e vincono i rossoneri.
12 marzo 1961 Milan-Juve 3-1 Sivori vs Rivera
Inizio anni Sessanta, per entrare in clima scudetto. Juve e Milan si passano il campionato dal 1956: un anno io, due anni tu. Nel 1961 la squadra più forte è la Juve: ha il triangolino sul petto, soprattutto ha Charles, Sivori e Boniperti che, con tutto il rispetto per Ronaldo, Dybala e Morata, passano una o due volte nella storia. Quel giorno, però, strano pomeriggio: la Juve va avanti con Sivori, poi il Milan prende il comando, manda in gol Altafini e il giovane Rivera accorciando in testa. A giugno, però, lo scudetto resterà alla Juventus.
18 febbraio 1973 Milan-Juve 2-2 Bettega, gol e noia
Milan e Juve sono davanti, come e più oggi, e davanti finiranno a fine stagione: Juve a +1. Partita da grandi nomi: Sabatini marca Altafini, si fa male Vecchi, la Juventus fa giocare Capello e Altafini, Furino e Causio, nel primo tempo segnano Bettega e Rivera. Uno show? Mah, insomma, fate voi. Così scrisse la Gazzetta dello Sport: «Calcio vero non c’è mai stato, nessuna azione è durata più di 10 secondi». Amen.
9 febbraio 1992 Milan-Juve 1-1 Gigi e Marco, 9 a 9
L’atmosfera più lontana possibile dal 2021? Proviamo con il febbraio 1992, Italia al centro del mondo del calcio, Palloni d’oro da collezionare sulle mensole e tanta spensieratezza. Tangentopoli sarebbe cominciata di lì a un soffio, cambiando l’atmosfera sull’Italia. Il Milan ha cinque punti sulla Juventus e la partita finisce... nove a nove: segnano i centravanti, un gol di Van Basten e uno di Casiraghi, uno più bello dell’altro, eleganza contro potenza. Il Milan di Capello, nei tre mesi successivi, farà il Milan di Capello: mai una sconfitta e giro di campo con sorrisi a fine anno. Scudetto.
6 gennaio 1999 Milan-Juve 1-1 Weah e la Befana
Sei gennaio come domani, la Befana aveva 22 anni in meno... o forse li portava solo meglio. Una partita con un messaggio lasciato all’Italia: mai fidarsi delle apparenze. Le prime tre in classifica a inizio gennaio sono Fiorentina, Parma e Lazio e tutti pensano allo scudetto alternativo. Milan-Juve intanto non è un convegno per la pace nel mondo: le botte sono in omaggio, vengono espulsi Weah e Montero, segnano Fonseca e Albertini. Sembrano due punti persi per tutti, invece quel Milan popolare – con Helveg e Sala, al tempo ancora con Ayala e Ziege, che non faranno una grande fine – andrà a vincere l’ultimo scudetto del millennio.
8 maggio 2005 Milan-Juve 0-1 Magico Del Piero
Partita scudetto più di questa, impossibile. Juve e Milan sono prime alla pari a -4 giornate e San Siro è caldissimo.Quel titolo verrà cancellato da Calciopoli, ma nessuno lo sa. C’è il sole come nelle partite di maggio e c’è Collina, vestito di nero come gli arbitri anni Sessanta: finirà criticato da Berlusconi. Siccome il calcio è poetico, l’immagine della partita non è il gol di Trezeguet ma l’assist di Del Piero, criticato per mesi, alla fine decisivo: da sinistra in rovesciata trova la traiettoria giusta e il francese batte Dida. Per capire la portata, leggere la panchina del Milan: Abbiati, Costacurta, Serginho, Ambrosini, Rui Costa, Inzaghi e Crespo.
25 febbraio 2012 Milan-Juve 1-1 Muntari, ovvio
Più veleno che in un allevamento di cobra. Scena iniziale. Il Milan è a +1 sulla Juve, che deve recuperare una partita. È Allegri, allora al Milan, contro Conte, che ha svelato i piani di sabotaggio all’andata – doppio Marchisio – e va per il colpo di stato. Finisce 1-1 ma il risultato è il meno. Resterà la partita del gol di Muntari, non visto, non segnalato da Buffon, e delle mille polemiche. I milanisti, che sarebbero andati sul 2-0, convinti che non ci sarebbe stata storia: avanti di due gol, sarebbero arrivati successo e scudetto. Gli juventini pronti a far notare un gol annullato a Matri, in posizione regolare. Un classico tutti contro tutti. Allegri polemizza con Marotta, Galliani con Conte, Conte con Boban in tv. Come è finita, si sa.
Ecco, Milan-Juve non è davvero una partita scudetto da allora. Ha vissuto grandi serate, ha assegnato una Supercoppa, ha avuto altre code polemiche ma come nel 2012, mai. San Siro, teso il giusto, si sta preparando. Domani sera allo stadio entreranno solo fotografi, raccattapalle e giornalisti. Ingresso gratis ma solo con inviti, come nel 1901. Tutto torna.