Corriere della Sera, 4 gennaio 2021
Tutte le donne di Napoleone
Fu vera gloria? A letto, forse, no e in famiglia non andò tutto bene. Per il resto bisogna attendere le «celebrazioni» napoleoniche il 5 maggio 2021. Se Manzoni ha affidato ai posteri l’ardua sentenza, duecento anni dopo la morte di Bonaparte non ne abbiamo una univoca. La Francia è divisa sui festeggiamenti; l’Italia pure. Prendiamo il caso di Milano: un gruppo di istituzioni culturali si è organizzato per chiedere al ministero l’istituzionalizzazione di un Comitato nazionale per le celebrazioni, gesto criticato dall’assessore alla Cultura della Lombardia, Stefano Bruno Galli, per due motivi: le spoliazioni di opere d’arte e le «insorgenze» antifrancesi delle classi popolari italiane.
Intanto, un libro di Alessandra Necci fa luce sui rapporti tra Napoleone e le sue donne (Al cuore dell’Impero. Napoleone e le sue donne tra sentimento e potere, pubblicato da Marsilio), un tema scivoloso ma sul quale la sentenza è già stata emessa da Stendhal: «Per Bonaparte sarebbe stato molto meglio non avere una famiglia». Lui ne ebbe due oltre a quella d’origine, più vari addentellati. Napoleone si circonda sempre di una pericolosa rete femminile, una sorta di clan passionale dove ogni membro è attratto dal potere, dal lusso e dai piaceri e non mostra gratitudine verso il benefattore.
Un esempio sono le sorelle. Elisa Bonaparte Baciocchi è una calcolatrice politicamente molto abile: nel 1809 diventa granduchessa di Toscana e dopo l’abdicazione di Napoleone vive tra gli ozi a Trieste. Qui, nel 1823, è raggiunta dalla sorella Carolina Bonaparte, regina di Napoli, vedova da otto anni di Gioacchino Murat. Carolina è assetata di potere e capace di ogni nefandezza, compreso il tradimento del fratello. L’altra sorella, la principessa Paolina Bonaparte Borghese, è la Venus Victrix di Canova, che riproduce la sua sensuale nudità: la sua superficialità la rende meno viscida delle altre due, ma infedele verso gli uomini.
Le mogli sono due. Giuseppina de Beauharnais, «la bella creola», già moglie del rivoluzionario assassinato Alessandro del quale conserva il cognome, convola a nozze con l’imperatore nel 1796 e il di lei figlio Eugène sarà nominato viceré d’Italia. Giuseppina, che aveva avuto due figli dal precedente matrimonio «non riuscì» a darne uno a Napoleone, che divorziò da lei. Il 21 aprile 1799 acquistò a credito il castello della Malmaison dove si ritirò a coltivare pregiatissime rose.
Tra battaglie e accordi politici, l’11 marzo 1810 Napoleone sposa Maria Luisa d’Asburgo-Lorena, figlia dell’imperatore del Sacro Romano Impero e futura duchessa di Parma e Piacenza. Ci volle un bel coraggio a lasciare Vienna per le Tuileries dove meno di vent’anni prima la prozia era stata ghigliottinata. Infatti, appena possibile, se la svignò: non seguì il marito nell’esilio dell’Elba e tornò a Vienna con il figlio, il cosiddetto re di Roma. L’influenza dell’insensibile Maria Luisa sulla cultura e lo sviluppo dell’attuale Emilia fu notevole.
I sentimenti più disinteressati vanno cercati tra le amanti. Lasciato dalla seconda moglie, fu la contessa polacca Maria Walewska che lo raggiunse e consolò all’Elba. Un’altra figura femminile, Betsy Balcombe, gli sarà invece vicina nella sperduta Sant’Elena, nell’Atlantico. Tuttavia, al solito, il maggior ascendente su «Nabulio» va cercato nella madre, Letizia Ramolino Bonaparte, Madame Mère, austera e determinata matriarca corsa, verrebbe da dire «prussiana».
Alessandra Necci – autrice di moltissimi libri sui grandi protagonisti della storia francese – fa dialogare in questo suo nuovo libro la ricostruzione storica, le testimonianze e le leggende, sino a ridisegnare una trama di rapporti familiari e sentimentali che sfata alcuni luoghi comuni ma rivela, ancora una volta, come il privato diventi pubblico e il pubblico conseguenza del privato.