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 2021  gennaio 04 Lunedì calendario

Arriva il reality “La caserma”

Tutti consegnati, in tv. O almeno è la speranza del gruppo produttivo e di lavoro che a fine gennaio lancerà su Rai 2 un nuovo docu-reality. Ovvero, La Caserma. Nel senso di una caserma vera, o almeno ricostruita alla perfezione in apposito edificio del Trentino, tra le nevi, vicino a Levico. Se la cosa ricorda Il Collegio, un po’ ci siamo. Ma lì era la scuola ed era dislocata nel tempo, dagli anni 60 in avanti, un’edizione dopo l’altra progredendo nei decenni. La Caserma no, si svolge in una sorta di tempo sospeso (essendo il servizio di leva obbligatorio abolito dal 2005, gli ultimi furono i ragazzi dell’85 – che avrebbero tanto voluto essere più giovani, anche di poco. L’allora ministro della Difesa disse: “È il dividendo della pace dopo cinquant’anni, una svolta epocale”. Era Sergio Mattarella).
Un bel gruppone di giovani, tra i 18 e i 22 anni. Quelli della cosiddetta Generazione Z che, spiega uno degli autori, Cristiano Rinaldi, non è mai stata protagonista in un esperimento televisivo simile. Un gruppo più ristretto è quello degli istruttori, con gradi militari: lo scopo, creazione dello spirito di gruppo, della solidarietà, lo sbocciare della personalità di ognuno, la consapevolezza e, non ultimo, imparare a rifarsi il letto la mattina. Importante: niente nomination, no eliminazioni, è un gioco ma non è un gioco. Prove da superare ogni giorno, tipo attraversamento di ponti tibetani ma anche cose meno spettacolari. E soprattutto la costruzione di una storia collettiva, anzi, spiegano in produzione, un “romanzo generazionale atemporale”.
Prima di altri dettagli, è curioso notare come La Caserma prenda in realtà il posto del vecchio Pechino Express : la differenza è intuibile, anzi epocale. Là il viaggio, i mondi lontani, la libertà di costruirsi la vita on the road inventandosela ogni giorno anche per questione di sopravvivenza.
La Caserma è l’esatto opposto, volendo è il primo esperimento di questo genere che si adatta all’epoca Covid. In Trentino nel corso della lavorazione, a novembre, è stata creata una vera e propria bolla con tutti i controlli del caso. E dentro la bolla si fa il docureality, si cementano amicizie, si obbedisce agli ordini e, promessa o minaccia, si impara il senso della disciplina e del seguire le regole. Spiega ancora Rinaldi: «Sono ragazzi di una generazione che è individualista nel profondo e qui invece scopre il senso del gruppo, inizia a pensare al futuro e, nella quotidianità delle giornate, nel provvedere alla pulizia dei locali (tutti i locali, ndr ), nei turni di guardia di notte in cui i ragazzi si scoprivano a ingannare il tempo scrivendo lettere, entra in un’altra dimensione vicina alla vita vera». Addirittura, forse con troppo entusiasmo ma poi chissà, si promette che le dinamiche tv tipiche di questi programmi sono ridotte al minimo, in quanto succede pressoché il contrario con un’apertura verso la vita reale da parte dei ragazzi in gioco. Perché manca qualcosa che è ben più di un dettaglio. No internet, no telefoni, no social, niente di niente del genere. Curiosa una delle considerazioni di Rinaldi quando racconta: «I ragazzi hanno scoperto, grazie al fatto che bisogna portare rispetto gli uni agli altri, che è possibile parlare uno alla volta senza interrompersi e darsi sulla voce. Alcuni erano sbalorditi da questa cosa».
La Caserma è, come succede in questi casi, l’adattamento di un format straniero di successo, che si chiama Lads’Army. Lo ha prodotto la neonata Blu Yazmine di Ilaria Dalla Tana e Francesca Canetta, in piena intesa con Rai 2, il gruppo è formato da 15 ragazzi e 6 ragazze tra i 18 e 22 anni, provenienti da tutta Italia e soprattutto dalla provincia profonda: poi ci sono sei istruttori, tra cui una donna, e sono ex militari. Il tutto ha richiesto cinque settimane di lavorazione, si sta in divisa, ci si esercita – niente armi vere, e ci mancherebbe, ma una sorta di simulazione complessiva di tutto quanto. E una promessa di autori e produttori: c’è molta ironia nell’approccio e anche autoironia. E chissà.