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 2020  dicembre 01 Martedì calendario

Biografia di Edda Bresciani

Edda Bresciani (1930-2020). Egittologa. «Mi torna un’immagine alla memoria. La professoressa Edda Bresciani (morta domenica a novant’anni) che dirige gli operai, durante le frenetiche operazioni di scavo a Medinet Madi, e nel contempo è intenta a ricomporre i frammenti di una statua per il nascituro parco archeologico, il primo in Egitto. Aperto nel 2011, ha permesso ai turisti di visitare il sito e di conoscere questa città, sviluppatasi dal Medio Regno all’età greco- romana fino alle soglie dell’occupazione araba, nel cuore dell’oasi del Fayum. Questa immagine per me racchiude i molteplici aspetti della sua multiforme attività. Il suo amore per l’archeologia, il lavoro paziente e meticoloso di ricostruzione dei frammenti, di ricomposizione dei testi e lo sforzo costante per comunicare il passato, per farlo vedere, comprendere ed amare con la stessa passione con cui lei ha dedicato la sua vita alla civiltà che si è sviluppata nella valle del Nilo. E davvero nel corso della sua carriera ha voluto affrontare i molteplici aspetti della disciplina egittologica. Ha condotto scavi ad Assuan dove si è occupata di studiare la struttura architettonica e rilevare le iscrizioni geroglifiche scolpite nel tempio di Iside, complesso risalente all’epoca tolemaica. Dal 1974-75 ha per l’Università di Pisa la concessione di esplorazione e scavo a Saqqara, la necropoli di Menfi. Qui ha studiato la splendida tomba di Bakenrenef, visir del sovrano Psammetico della XXVI dinastia e ha documentato i livelli di occupazione della necropoli in età saitica e persiana. Si ritrovava lì a scavare in un luogo che le permetteva di ricomporre il “mosaico” e di ricostruire il contesto archeologico del magnifico sarcofago, comprato da Ippolito Rosellini nel 1828 ad Alessandria e conservato al Museo Egizio di Firenze. Proprio a Saqqara ha scoperto forse uno degli oggetti che ricordava sovente con più emozione: una grande tela funeraria dipinta d’epoca romana, con la rappresentazione frontale del defunto, identificato con Osiride, e avvolto dalle spire del grande serpente dell’eternità» [Christian Greco, Rep].