Anteprima, 28 dicembre 2020
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Biografia di George Blake
George Blake (1922-2020). Spia britannica. Lavorò come agente segreto per l’Unione Sovietica. «Alfred Hitchcock aveva progettato di girare un film ispirato dalla sua vita, ma non riuscì a farlo. Era nato in Olanda, figlio di un ebreo turco che di cognome faceva Behar, un eroe della Prima guerra mondiale. Ispirato dal padre, il giovane George si fece onore nella Seconda, come portaordini dei partigiani. Catturato e rilasciato, fuggì attraverso Belgio, Francia, Spagna e Gibilterra per raggiungere la madre a Londra, che nel frattempo aveva cambiato il cognome in Blake. Si era arruolato nella Royal Navy, dove l’MI6 cercava i suoi agenti. Lo tennero un po’ a Londra, poi nel 1946 lo mandarono ad Amburgo a interrogare i capitani tedeschi degli U-boot. Gli fecero studiare il russo a Cambridge e lo spedirono all’ambasciata britannica di Seul, a spiare da lì Corea del Nord, Cina e Urss. Fu tra i primi catturati dai nordcoreani quando arrivarono in città allo scoppio della guerra. Restò in prigione tre anni ed ebbe così tutto il tempo di leggere Il Capitale di Marx, il libro che gli cambiò la vita. Dalla prigione entrò in contatto con il Kgb, cui non sembrava vero avere trovato un inglese così votato alla causa. Liberato nel 1953, Blake tornò a Londra come un eroe, e fu subito mandato dove c’era più bisogno di spie: Berlino. Per dieci anni, l’agente del MI6 fece indisturbato il doppio gioco, reclutando agenti sovietici per l’Occidente e passando a Mosca informazioni preziose. Il suo nome in codice nel Kgb era Diomid, ed era così protetto che nemmeno il capo dell’ufficio di Londra conosceva la sua attività. Negli anni di Berlino, Blake ha smantellato l’intera rete delle spie occidentali nella Germania dell’Est e il suo colpo più clamoroso fu certamente la rivelazione al Kgb dell’esistenza del tunnel, scavato da americani e britannici, dal quale venivano intercettate le comunicazioni dei sovietici. Blake fu scoperto solo nel 1961, grazie alla segnalazione di una spia polacca. Arrestato, confessò tutto con orgoglio e fu condannato a 42 anni, uno per ogni agente britannico di cui aveva causato la morte, si disse allora. Ma probabilmente furono molti di più: sembra che siano stati almeno 600 gli agenti occidentali arrestati dai sovietici su sua segnalazione. Nella prigione di Wormwood Scrubs, a ovest di Londra, rimase molto poco. Grazie a complici interni ed esterni, riuscì a fuggire nel 1966, mentre guardie e detenuti guardavano la finale dei Mondiali di calcio vinta dall’Inghilterra. Uscì da una finestra del corridoio, gli lanciarono una scala di corda dal muro ed era fuori. Passò la Manica su un container, poi arrivò oltre la Cortina di Ferro, chi dice guidando lui stesso l’auto, chi in una cassa legata al fondo della vettura» [Sabadin, Sta]. È morto in una dacia poco fuori Mosca, la città dove viveva da oltre mezzo secolo. Anche Vladimir Putin ha espresso le condoglianze, salutando Blake come un «brillante professionista» e uomo di «coraggio rimarchevole», che ha dato «un contributo inestimabile ad assicurare la parità strategica e preservare la pace».