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 2021  gennaio 03 Domenica calendario

Cresce la protesta contro la Bbc

La maggioranza dei britannici non crede più che la Bbc rappresenti i suoi valori, ha certificato un sondaggio. Per la leggendaria emittente pubblica, che compirà 100 anni nel 2022, il futuro è pieno di incognite.
Ha perso ascolti, soldi, personale e credibilità. Il governo l’accusa di molte nefandezze e vuole tagliarle ancora i fondi. Molti dubitano che l’obiettivo indicato nelle linee guida interne, quello di essere sempre «indipendenti, imparziali e onesti», sia ancora perseguito in redazione. E ora la Bbc sembra aver perso anche la fiducia del pubblico, l’ultima cosa sulla quale poteva contare per risalire la china.
Il sondaggio di YouGov ha messo in luce i punti dolenti: non si identifica più con la Bbc il 58% di chi ha votato per la Brexit, il 51% di chi abita nelle zone povere del Nord dell’Inghilterra, il 47% degli scozzesi, la maggioranza degli anziani che vivono nelle periferie di Londra. La redazione è accusata di essere piena di vecchi liberali di Islington, il quartiere degli intellettuali di sinistra.
L’impegno a mettere il pubblico «al centro di tutto ciò che facciamo» è stato contraddetto negli ultimi mesi da centinaia di denunce arrivate a Ofcom, l’autorità regolatrice delle comunicazioni: 111 accusavano la Bbc di essere prevenuta contro il Brexit Party; 97 di non essere stata imparziale durante la visita di Trump; 91 di avere permesso al deputato laburista David Lammy di paragonare Boris Johnson a Hitler; 79 di avere rimosso le risate del pubblico dopo una risposta seria del premier in un dibattito.
Ofcom ha rilevato poi che un documentario su Dominic Cummings, il contestato ex consigliere di Boris Johnson, è stato montato utilizzando frasi fuori dal contesto per farlo apparire anti-musulmano e che la famosa presentatrice Emily Maitlis, invece di limitarsi a riferire i fatti, ha pronunciato un lungo monologo contro Cummings, scoperto a violare le regole di confinamento imposte dal Covid. In un sondaggio condotto a novembre, la Bbc è stata dichiarata meno imparziale di Channel 5, Channel 4 e Itv: una vera umiliazione.
Se non bastasse questo, ci sono i continui errori nei programmi, con scambi di nomi e ospiti sbagliati, gli scandali per abusi sessuali, la vergognosa differenza di stipendio a parità di mansioni tra uomini e donne. Certo, mantenere la qualità non è facile, quando per ridurre i costi si licenziano 450 persone e si chiudono programmi come quello investigativo di Victoria Derbyshire, la quale ha inutilmente ricordato di «avere rispettato i budget e aumentato gli ascolti». Il fatto è che anche alla politica piaceva di più la vecchia Bbc, equidistante da tutto e basata su chiarezza, velocità, affidabilità e mancanza di pregiudizi.
Prima David Cameron e poi Boris Johnson hanno messo l’emittente ancora più in difficoltà, negando fondi e minacciando, anzi, di non rendere più penalmente perseguibile il mancato pagamento del canone, che rappresenta il 75% delle entrate. Un servizio pubblico dovrebbe avere una funzione educativa, dovrebbe produrre anche programmi che non piacciono ma che sono utili, dovrebbe poter sperimentare e lanciare nuovi talenti. Ma, tra il sostenerlo in perdita e l’abbandonarlo, il governo britannico sembra più orientato verso la seconda ipotesi, visti anche gli attacchi che riceve.
Sarah Sands, direttrice di Today, si è dimessa dopo il piano di tagli per 80 milioni di sterline: «Questi risparmi – ha detto - sono stati elaborati senza alcuna apparente comprensione di che cosa serve a mandare in onda storie ad alto impatto». Il nuovo direttore generale, Tim Davie, promette di recuperare la credibilità perduta e i vecchi valori della Bbc: dovrà fare i conti con l’ormai limitata capacità di produrre contenuti editoriali validi, con le minacce della politica, con il mercato eroso dai nuovi media e dai canali a pagamento e con i giovani che pensano ad altro.
In America, la Cnn ha avuto gli stessi problemi fino a qualche mese fa, con un calo sensibile di spettatori. Dopo che il suo direttore ha ordinato di focalizzare i notiziari sul Covid, l’audience è aumentata dell’85%. Un’emittente tv pubblica deve essere lo specchio del proprio Paese. Ma bisogna che la gente si riconosca, quando si guarda in quello specchio.