la Repubblica, 3 gennaio 2021
Salvare il carcere di Oscar Wilde
«Each man kills the things he loves». Ogni uomo uccide le cose che ama: diventato proverbiale, il celebre verso di Oscar Wilde appartiene a uno dei suoi capolavori, La ballata del carcere di Reading, poema del 1897 ispirato dai due anni che lo scrittore trascorse in una tetra prigione in Inghilterra, parte finale della condanna per “atti osceni”, come era chiamata allora l’omosessualità. Situato a metà strada fra Londra e Oxford, il penitenziario ha chiuso nel 2014 e il ministero della Giustizia britannico, che lo amministra, cerca acquirenti per l’edificio, classificato come Grade II per il suo valore architettonico. Ma ora un gruppo di star del cinema è sceso in campo per chiedere che sia trasformato in centro per le arti e la cultura, strappandolo a speculazioni immobiliari.
L’attrice Judi Dench, il regista Kenneth Branagh e il comico Stephen Fry sono tra i firmatari dell’iniziativa, che ha anche un profilo su Twitter per raccogliere adesioni. Nell’aprile scorso non è andata a buon fine l’offerta di un gruppo edile, Artisan Real Estate, che intendeva trasformare il carcere in appartamenti. La campagna delle stelle di Hollywood mira a impedire una compravendita di questo tipo, proponendo fondi pubblici o donazioni private per restaurare la prigione e farne un museo per rappresentazioni e spettacoli.
«È di importanza vitale che il carcere di Reading, luogo che riveste grande valore culturale, venga utilizzato in modo da esprimere un tributo alla sua storia artistica», afferma Dench, premio Oscar per Shakespeare in love, internazionalmente nota per il suo ruolo in numerosi film su James Bond. «Sì, è vero, ogni uomo uccide le cose che ama, come dice Wilde nell’iconico poema, eppure non possiamo lasciare che questa bestia di pietra sia uccisa quando potrebbe essere guarita», le fa eco Branagh, famoso per le interpretazioni shakespeariane a teatro e molti film. «Sarebbe bello se, nel luogo in cui hanno sofferto l’autore di Il ritratto di Dorian Gray e tanti altri, potesse fiorire l’arte», commenta Fry, che tra i suoi lavori ha dato volto proprio allo scrittore irlandese. Il progetto ha l’appoggio delle associazioni per i diritti Lgbt: «Con la sua connessione a Oscar Wilde e per ciò che simboleggia per gli omosessuali, questa prigione dovrebbe diventare un sito del patrimonio mondiale», osserva Matt Roda, deputato laburista eletto nella circoscrizione di Reading.
Il ministro della Giustizia Robert Byckland ribatte che una decisione verrà presa al momento opportuno, avvertendo: «Comunque l’edificio deve rendere soldi ai contribuenti». Molti giudicano insultante che la cella in cui il grande scrittore irlandese scontò una pena per omosessualità, rimasta un reato in Gran Bretagna fino al 1967, diventi una casa privata invece di essere visitata dal pubblico. Rabble Theatre, una compagnia teatrale della regione, pare interessata ad acquistare l’ex-carcere, scrive il Daily Telegraph, se sarà abilitato a uso culturale con i benefici che ciò comporta. «Mettere in scena le opere di Wilde nella prigione in cui era rinchiuso potrebbe essere un poetico atto di giustizia», conferma Toby Davies, direttore artistico della compagnia. La ballata della prigione di Reading è anche il titolo di una canzone di Vinicio Capossela contro la pena di morte, Recita una strofa: «Che colpa avesse da espiare/ mi chiedevo se fosse lieve o grave/ una voce sentì mormorare/ quel tipo appeso dovrà dondolare». Chissà se un giorno il cantautore italiano potrà cantarla dentro al carcere di Oscar Wilde.