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 2021  gennaio 02 Sabato calendario

Rinasce Penn Station a Manhattan

Come ai tempi della Depressione, negli anni Trenta di Franklin Roosevelt, bisogna investire in “grandi opere” per rinascere? New York vuole crederci e il suo 2021 lo ha inaugurato proprio così: col battesimo della nuova Pennsylvania Station, da ieri mattina aperta al traffico ferroviario per i viaggiatori in partenza dal centro di Manhattan. La monumentale Penn Station (tutti usano il suo nome abbreviato) è restituita finalmente ai fasti originari, o quasi. Torna ad avere un salone di arrivi e partenze degno di competere con la Grand Central Station, ricavato riesumando la sede storica delle Poste federali di fronte al Madison Square Garden. Bella struttura in acciaio e vetro, rievoca la stazioni europee dell’Ottocento, ma anche i monumenti-mausolei degli scali ferroviari che fecero grande l’America: qui gli Stati divennero veramente Uniti solo quando nel 1848 i binari unirono le due coste, da New York a San Francisco.
Il battesimo della nuova Penn Station è un sussulto di vitalità dopo un anno terribile che ha svuotato e impoverito la maggiore metropoli americana. Un segnale di ripartenza che simbolicamente si è voluto celebrare nel primo giorno dell’anno nuovo. Tra l’altro da ieri mattina partono dal nuovo terminal intitolato Moynihan Train Hall tutti i passeggeri diretti a Washington, lungo la linea Amtrak-Acela che passa dalla cittadina di Joe Biden, Wilmington nel Delaware. Anche qui siamo nel regno dei simboli, o dei presagi? Biden per quasi mezzo secolo è stato il più assiduo pendolare ferroviario su questa linea, spostandosi anche quotidianamente da Washington a casa sui treni Amtrak È un difensore strenuo di quest’azienda ferroviaria disastrata, ultima società pubblica con le Poste. In campagna elettorale ha promesso un grande piano di ammodernamento delle infrastrutture di trasporto pubblico. Spunta di nuovo il parallelo con il New Deal di Roosevelt, passato alla storia anche per grandi investimenti come la Tennessee Valley Authority, il ponte Golden Gate di San Francisco, la diga Hoover Dam sul fiume Colorado. Ma l’analogia si ferma qui: Roosevelt ebbe all’inizio delle maggioranze oceaniche al Congresso per realizzare i suoi piani o concludere quelli altrui (Hoover), Biden no, e le sue promesse saranno ostaggio dei repubblicani.
Intanto New York fa da sé: la nuova ala della Penn Station è un progetto da 1,6 miliardi di dollari tutto finanziato localmente, inaugurato dal governatore democratico Andrew Cuomo. Il cantiere fu aperto più di tre anni fa, quando nessuno immaginava la pandemia e il lockdown che hanno trasformato il paesaggio urbano. La radiosa Moynihan Train Hall è parte di una rinascita urbana che nello stesso quartiere ha visto germogliare gli Hudson Yards, una selva di grattacieli e shopping mall con vista sul New Jersey. Un po’ come quando venne ultimato l’Empire State Building dopo il crac del 1929, tutto questo fervore di costruzioni può sembrare l’ultimo bagliore di un’Età dell’Oro irrimediabilmente tramontata; per gli ottimisti invece è la conferma che New York ha cento vite e sa risolle varsi dalle calamità più tragiche.
La Moynihan Train Hall è anche un gesto di riparazione lungamente atteso. Perché la Penn Station era già stata uno dei monumenti urbani più gloriosi della città: una mostra fotografica ne restituisce i fasti antichi proprio nel cuore del nuovo atrio. Quel capolavoro fu raso al suolo negli anni Sessanta per far posto al Madison Square Garden, luogo- culto per eventi sportivi e concerti rock, ma scialbo e volgare dal punto di vista architettonico. Da allora Penn Station fu ridotta a un antro, con i viaggiatori compressi sotto soffitti bassi nelle viscere della 34esima Strada. Un orrore che però vede transitare 650.000 viaggiatori al giorno: la più trafficata di tutte le stazioni americane.
La nuova opera – intitolata a un leader storico del partito democratico newyorchese, il senatore Daniel Patrick Moynihan scomparso nel 2003 – annette alle ferrovie l’antico palazzo delle Poste, riconquista altezza e tanta luce grazie al vasto tetto- lucernario trasparente, è decorata da artisti prestigiosi come il ritrattista di Barack Obama, Kehinde Wiley, e da un soffitto di grattacieli di cristallo che penzolano all’ingiù come stalattiti. «Il 2020 è stato un anno buio – ha detto Cuomo all’inaugurazione – questo nuovo edificio ci porta luce, letteralmente e in senso figurato». New York spera che questo fascio di luce irrori la città, cominciando dal quartiere circostante: a pochi isolati dalla Penn Station c’è il “cimitero” dell’industria dello spettacolo più famosa nel mondo, il Theater District di Broadway chiuso da nove mesi.