la Repubblica, 31 dicembre 2020
Piazza Affari nel 2020 perde solo il 5,4%
L’orribile 2020 non è stato tanto male per chi investe: specie lontano da Piazza Affari, penalizzata dalla prevalenza dei settori tradizionali più colpiti dalla pandemia, e povera di società tecnologiche e farmaceutiche, ovunque protagoniste. Il 2021 a quasi unanime giudizio produrrà altri rialzi fino al 20% per gli indici: malgrado molti, specie negli Usa, siano ai massimi, e il divario tra quotazioni ed economia (e vita) reale sia sempre più increscioso.
Il grande rimbalzo continua
Dopo la caduta più brusca della storia delle Borse, a febbraio, l’azionario globale ha più che recuperato, e l’indice Msci World guadagna il 14%: meno che in Cina e mercati emergenti, in linea con Wall Street (ma non con il Nasdaq dei colossi tech, +44%). A Milano, malgrado il recupero d’inverno, il Ftse Mib cede il 5,4%, gravato da banche ed energia (lo Stoxx delle 600 grandi azioni europee perde il 3,75%). Ma i connotati old fashion potrebbero avvantaggiare Milano nel 2021, con la prevista rotazione sui titoli legati al ciclo per l’uscita delle economie dalla recessione.
Più dell’80% dei gestori sondati da Bofa (e non solo loro) prevede rialzi a due cifre per gli indici 2021, sulle ali degli stimoli monetari e fiscali, della campagna vaccinale che rianimerà attività e consumi, della pax politica uscita dall’urna Usa con la vittoria del presidente democratico Joe Biden in un Congresso dove i repubblicani lo bilanciano. «Molti soldi stanno affluendo sui mercati, ed è molto probabile che questo flusso continui – ha scritto lo stratega di Kairos Alessandro Fugnoli –. In tempi normali questo indurrebbe alla prudenza, ma in questa fase restare leggeri significa perdere opportunità evidenti. Le correzioni verranno, ma più avanti». Una visione pragmatica che ricorda quella del mitico Aldo Ravelli, decano degli agenti di Borsa, entrato a Palazzo Mezzanotte ogni giorno della vita chiedendo – in dialetto milanese – se «c’era in giro più soldi o più titoli»: la vecchia legge di domanda e offerta vale ancora.
Piazza Affari resta indietro
La Borsa italiana conferma i suoi vizi e le sue virtù. Ha poche aziende innovative, come riflette l’andamento dei principali indici (anche l’All Share ha perso il 5,3%, e al contrario lo Star delle medie aziende ha guadagnato il 13,7%). Ha poche quotate: 377, due in più del 2019 e appena 22 nuove entrate nel tempestoso 2020, rispetto alle 35 dell’anno prima e alle 31 del 2018. Solo una debuttante, l’emiliana Gvs che produce filtri, è entrata nel mercato principale (Mta), le altre 21 al segmento Aim. Che resta vivace, ma è piccolo: lo confermano i 706 milioni raccolti dalle matricole, in media 32 milioni a testa, e meno dei 1.000 milioni usciti dal listino tramite le 12 Offerte pubbliche di acquisto del 2020. La capitalizzazione complessiva, scesa da 651 a 607 miliardi, resta così una frazione del Pil italiano: il 37%, in aumento di qualche decimo ma solo per il crollo storico del Pil. Gli scambi azionari salgono del 9,6% alla media giornaliera di 2,4 miliardi, e Intesa Sanpaolo è per il terzo anno l’azione più trattata con 66 miliardi di controvalore (dai 61,4 l’anno prima). Le singole performance non sorprendono: Diasorin (+46,5%) è l’azione migliore, e l’altra farmaceutica Recordati è 11° con un +20,4%. Nel mezzo ci sono reti digitali o fisiche come Prysmian, Inwit, Nexi e Finecobank, eccellenze industriali come Interpump o Amplifon, marchi iconici come Ferrari e Moncler, la tecnologica Stm. Nel decile peggiore, da -23% in giù, la finanza (Unipol, Unicredit, Bper) e l’energia (Tenaris, Eni, Saipem) sono protagonisti.
La leadership nei “governativi"
Dove Borsa Italiana si conferma leader europeo è sulle obbligazioni. Sul Mot, il mercato telematico di titoli di stato ed eurobond dove ha «confermato la leadership europea per contratti scambiati, 15.443 in media al giorno per 801 milioni di controvalore. Su Mts, la piattaforma dove si negoziano sul mercato secondario i Btp e altri 20 debiti pubblici, che «ha superato i 215 miliardi di euro al giorno di volumi». Su Monte Titoli, «player paneuropeo» della custodia digitale dei titoli, che nel 2020 ha ricolato circa 175 mila operazioni per un controvalore di 200 miliardi. Proprio sul Mot è stato venduto, in forma diretta, il Btp Futura, due emissioni con 12 miliardi di raccolta per arginare la crisi da Covid-19. «Una vera infrastruttura strategica a sostegno dello sviluppo e della crescita del Paese», dice l’ad Raffaele Jerusalmi. Ed è per questo che la Cdp, con regia del Tesoro, ha mosso per comprare Borsa spa da Londra, in asse con Euronext. Nel 2021 Piazza Affari sarà franco-italiana.