Corriere della Sera, 30 dicembre 2020
Sui vaccini la Germania ha violato le regole europee?
A 48 ore dall’avvio della campagna di vaccinazione in Germania, 42.000 persone hanno ricevuto la prima dose del vaccino anti Covid di BioNTech-Pfizer. Lo ha annunciato il Robert Koch Institut, che da ora in avanti, oltre al numero dei nuovi contagi e decessi, comunicherà ogni giorno anche questo dato. Le seconde dosi inizieranno a essere somministrate tra circa 3 settimane.
Intanto nelle ultime 24 ore sono stati registrati 13.900 nuovi casi di Coronavirus, con 852 decessi. Questi dati, avverte tuttavia il RKI, sono solo relativamente confrontabili con quelli della settimana precedente poiché in questi giorni di festa vengono effettuati meno test.
L’avvio della vaccinazione ha aperto un nuovo dibattito nella politica e nella società tedesca, se cioè chi è vaccinato possa godere di una maggiore libertà di movimento e azione all’interno del regime di lockdown, come viaggiare o frequentare ristoranti ed eventi pubblici. L’indicazione che viene dai partiti di governo è che non ci dovranno essere privilegi per chi ha già ricevuto il vaccino: si sono già espressi in tal senso il ministro della Salute Jens Spahn e quello dell’Interno Horst Seehofer, così come la responsabile della Giustizia, Christine Lambrecht. «Il rischio – avverte il deputato socialdemocratico Johannes Fechner – è di creare divisioni nella società». Se necessario, il governo è pronto a chiudere eventuali vuoti legislativi o scappatoie possibili nelle regole attualmente in vigore, soprattutto nel settore privato.
Mentre la Commissione europea annuncia un’opzione di acquisto di 100 milioni di nuove dosi del vaccino BioNTech-Pfizer, non si placa la discussione sulla decisione del governo tedesco di opzionare 30 milioni di dosi extra dello stesso vaccino. Quello che segue è un quadro per orientarsi.
1Perché la Germania lo ha fatto?
Dietro la decisione c’è la preoccupazione del governo federale di avere a disposizione la quantità di vaccini necessaria a riportare sotto controllo la pandemia entro il prossimo autunno. Secondo i dirigenti di Berlino, questo non sarebbe possibile in base agli accordi conclusi dall’Unione Europea a nome dei 27 Paesi membri con le case farmaceutiche che hanno sviluppato o stanno sviluppando il vaccino anti Covid.
2 Perché?
L’Unione Europea ha opzionato in tutto 1,95 miliardi di dosi da BioNTech-Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Sanofi, Johnson&Johnson e CureVac. Ma di queste, a causa dei diversi stadi di sviluppo, sperimentazione e approvazione dei vari vaccini, soltanto una parte è già sicura di essere consegnata: sono 200 milioni di dosi della versione BioNTech-Pfizer (che diventeranno 300 milioni con il nuovo ordine, ma non prima di diversi mesi perché le compagnie consegnano in base alla data dei contratti) e 80 milioni (con una opzione su altri 80 milioni) di quella americana Moderna.
Del primo lotto BioNTech-Pfizer, sulla base del meccanismo di distribuzione europeo che si basa sulla popolazione, la Germania avrà diritto a 55,8 milioni di dosi. Ma poiché sono necessarie due dosi per persona, ne occorrerebbero 140 milioni per raggiungere l’immunità di gregge nella Repubblica Federale, che ha una popolazione superiore a 80 milioni. Anche con la quota che le spetta dal lotto di Moderna, la Germania rischia quindi di non centrare l’obiettivo. Ecco la ragione che ha spinto Berlino a cercare dosi extra con BioNTech-Pfizer e con la stessa Moderna, con cui potrebbe chiudere un altro accordo.
3 Così facendo la Germania ha violato la solidarietà europea, rompendo il patto?
No. Intanto perché le dosi extra non mettono in alcun modo in discussione il meccanismo comune gestito dalla Commissione, tantomeno ne indeboliscono la forza negoziale di fronte all’industria farmaceutica. Ma soprattutto perché, come ha ricordato ieri una portavoce del ministero della Salute, all’interno dell’intesa europea «sono state permesse anche distribuzioni nazionali» e inoltre «con i partner dell’Ue l’intesa è che abbiano priorità le distribuzioni che derivano dai contratti europei». A confermarlo è la stessa Commissione europea, che in una dichiarazione all’Agi ha spiegato che nella distribuzione «sono possibili aggiustamenti tra gli Stati membri in base alle loro necessità e richieste» dal momento che alcuni di loro, come appunto la Germania, potrebbero essere interessati ad avere un maggior numero di dosi.
4 Ma la Commissione non poteva ordinare più dosi dei vaccini già disponibili, BioNTech-Pfizer e Moderna, appunto?
Sì, ma secondo l’accusa di der Spiegel ha preferito «aspettare» il vaccino della francese Sanofi, che ai primi di dicembre ha fatto sapere di essere in ritardo con lo sviluppo e la sperimentazione, per salvaguardarne la quota, pari al 20% del totale delle dosi opzionate dall’Ue.