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 2020  dicembre 29 Martedì calendario

Il primo nato dopo 42 anni a Briga Alta

D’estate si scorge a malapena, immersa tra il verde e gli orridi da brivido. A pochi passi da uno dei boschi di larice più grandi delle Alpi Occidentali: lo chiamano «delle Navette», perché con i suoi alberi un tempo si costruivano le navi per la vicina costa ligure. Briga Alta, con 39 residenti, è il quarto Comune meno popoloso d’Italia, oltre che quello a più bassa densità. Ma ora ha un abitante in più, il piccolo Antonio, nato il giorno di Santo Stefano.
Non accadeva da 42 anni che in una famiglia di Upega, una delle tre borgate che compongono il paese, nascesse un bambino. E il 26 dicembre, mentre Briga Alta sembrava un presepe in miniatura sotto la neve, nell’ospedale di Cuneo è venuto al mondo Antonio. Atteso e festeggiato quasi come un Gesù Bambino.
Upega, Piaggia e Carnino sono una microcomunità più vicina a Imperia che a Cuneo. Il lavoro ha portato gran parte dei paesani sulla costa. Così le seconde case e quelle storiche di famiglia riaprono le persiane solo nei weekend e d’estate. Eppure un manipolo di «resistenti» ha deciso di rimanere tutto l’anno lassù, dove si arriva soltanto risalendo due strade: l’una corre a filo di canyon, sulle sorgenti del Tanaro, e l’altra sfida un ponte regolato da sensori, dopo che le frane del 2016 hanno scavato i solchi nella montagna.
Solo un paio di «coraggiosi» vivono stabilmente a Carnino, altri 5 abitano a Upega: Mario Zintilini (ex sindaco, cantoniere, sagrestano, presidente della Pro loco) con moglie e figlia, e la coppia di sposi che gestisce la locanda. Sono loro, Richard e Valeria, i genitori del neonato. «I miei vivono a Cuneo – racconta l’orgoglioso neo papà -, quindi è stato naturale far nascere lì il nostro bimbo. Siamo scesi a valle qualche tempo prima, anche per non rischiare di rimanere bloccati dal meteo. Ma appena possibile torniamo su». Anche perché sabato 9 gennaio Richard Russo e la moglie devono riaprire il locale, l’unica attività del paesino. Avevano cominciato in cinque, poi sono rimasti loro. Si occupano della cucina fatta di piatti di stagione, curano l’ambiente semplice e familiare, organizzano iniziative turistiche, tengono un servizio di info point per il trekking e l’arrampicata.
È faticoso abitare lassù, dove le case dai tetti di pietra sembrano aggrappate al fianco della montagna. E dove spesso la messa di Pasqua si celebra a Pasquetta, perché il prete deve salire dalla diocesi di Ventimiglia. Finché d’estate lo scenario cambia: arrivano i liguri delle seconde case e la comunità diventa centro turistico anche generoso di eventi di cultura, gastronomia e folklore. «A noi piace, è un’opportunità e vogliamo che sia il nostro mondo», dice Richard.
La nascita di Antonio ha acceso una luce sulla gente della montagna. Il tam tam ha preso il largo sui social. E al primo post beneaugurale si sono accodati in un giorno 3049 like e 885 commenti. I neo genitori non amano la ribalta, ma hanno compreso che Antonio è una piccola speranza per tutta la comunità. «Siamo felici – conferma Federica Lanteri, sindaco di Briga da pochi mesi e figlia di Guido, storico primo cittadino -. Non vogliamo diventare un paese museo, dove il tempo si è fermato e si vive di ricordi. Ci impegniamo ogni giorno perché la nostra comunità riprenda vita. E la nascita di un piccolo compaesano, dopo tanti anni, è un segno».