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 2020  dicembre 29 Martedì calendario

Periscopio

L’Italia è un Paese in decadenza. La forza dell’Italia nelle istituzioni internazionali, nel Mediterraneo, in Libia e Libano, nella politica estera è diminuita. Vendiamo sempre più le nostre imprese agli stranieri. O si recupera visione etica e politica, o si continua a andare giù.. Romano Prodi, ex presidente della Commissione europea (Massimo Franco). Corsera.
La politica è peggiorata? Ma quale politica, non ce n’è più di politica. Le hanno fatto una tale guerra che alla fine si è creato il vuoto. Va recuperata, altrimenti la politica si vendica. Dimostrando ogni giorno la loro incapacità. Paolo Pillitteri, ex sindaco di Milano (Giannino della Frattina). il Giornale.

«Hai conosciuto anche Daniela Santanchè e sei stato un suo stipendiato consulente politico», dico. «Una donna straordinaria, un po’ matta e con una marcia in più. Abbiamo in comune una vena anarchica. Forse dico una caz..ta, ma credo che la differenza tra l’essere di destra o di sinistra sia meno importante che quella tra essere anarcoidi oppure inquadrati. È questo che differenzia o unisce. Umanamente, perciò, mi trovo spesso d’accordo con gente di destra, nella quale questo anarchismo è più diffuso». L’enormità genera la reazione di cane e gatti che lasciano indignati il salotto. Fabrizio Rondolino, scrittore (Giancarlo Perna). Libero.

Boris Johnson, nell’uscire dalla Ue, ha parlato con chiarezza dicendo che culturalmente, economicamente, geograficamente, e strategicamente, il Regno Unito è legato all’Europa. Ma non si riferiva a Bruxelles e all’euro. Paolo del Debbio. LaVerità.

Luigi Di Maio si è vantato di aver salvato innumerevoli posti di lavoro grazie al decreto Dignità con cui ha convertito «il 300% dei contratti di lavoro a tempo determinato in tempo indeterminato». Cioè, indomito davanti alle leggi castali della matematica e della logica, egli prende un lavoratore precario e – sim sala bim – lo tramuta in tre lavoratori a posto fisso. Mattia Feltri. La Stampa.

Eccome se conta Massimo D’Alema in questo governo. Da Gualtieri ad Arcuri. E D’Alema ha anche una memoria di elefante: il suo intento sarà sempre quello di ammazzare Renzi. Gennaro Migliore, renziano doc. il Giornale.

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte, è agli antipodi di Mattarella. Lui non centellina le parole. No, parla parla parla. Ma si direbbe che lo fa per diluire il proprio pensiero. Per ridurlo a coriandoli. E per disperderlo per l’aere… il motto che gli si addice è: Loquor ergo sum… Come si comporta con le parole, Conte si comporta nello scritto. I suoi decreti legge, ma soprattutto i suoi famosi o famigerati Dpcm, decreti del presidente del consiglio dei ministri, occupano centinaia di pagine della Gazzetta Ufficiale. Paolo Armaroli, Conte e Mattarella, sul palcoscenico e dietro le quinte del Quirinale. La Vela editore.

Sergio Mattarella è assalito da dubbi che gli hanno rovinato il Natale: uno di carattere costituzionale, l’altro economico, visto che per Bruxelles le risorse del Recovery fund realmente utilizzabili dall’Italia sono circa 110 miliardi di euro e non 209. Gli interrogativi che vagano nei corridoi della Manica Lunga del Quirinale sono fondamentalmente due: fino a quando può continuare questa assurda accozzaglia di governo senza andare alle elezioni? E poi, dal momento che i numeri messi sul tavolo dal Mef non sono veri, l’Ue boccerà clamorosamente la manovra italiana e ci manderà la Troika? Luigi Bisignani. Il Tempo.

«Dopo la guerra civile spagnola», scrisse George Orwell, «non posso onestamente dire d’aver fatto grandi cose, tranne scrivere, allevare galline e coltivare verdura. Ciò che ho visto in Spagna e conosciuto in seguito del funzionamento interno dei partiti di sinistra mi ha fatto detestare profondamente la politica. Detestavo anche l’intellighenzia, che della politica provvidenziale era (ed è) la fanfara». Una volta Orwell scrisse: «Alcune idee sono talmente stupide che solo gl’intellettuali possono crederci». Diego Gabutti. Informazione corretta.

Si racconta che quando un giornalista americano chiese a Napoleone ancora primo console quale fosse il segreto strategico di tutte le sue brillanti vittorie sul campo di battaglia, Napoleone si strinse nelle spalle e rispose: «On s’engage, et après on voit». E cioè, prima si comincia a combattere e poi si vede un po’ che cosa succede. Paolo Guzzanti. il Giornale.

In virtù della meraviglia dipinta da Piero della Francesca, il generale inglese Clark, nel 1944, non bombardò San Sepolcro (vicino ad Arezzo) perché riferì via radio che non c’era più nessuno in quella cittadina. Mentì, ma lo fece dopo essersi ricordato di aver letto che a San Sepolcro si trovava la Resurrezione di Piero, «il più bell’affresco del mondo». E volle salvare tanta meraviglia. Vittorio Sgarbi (Alessia Ardesi). Libero.

Io mi sono sempre tenuto lontano da tutte le disquisizioni ideologiche. Preferisco lavorare per cercare autori e autrici di qualità. Luigi Brioschi, presidente e direttore della casa editrice Guanda (Roberta Scorranese). Corsera.

In cella, dopo la condanna fascista, Alcide De Gasperi si ammalò. Lo portarono in ospedale, ma sempre con la porta aperta, e la guardia di fuori. Fu liberato dopo 14 mesi. Il primo vero ricordo che ho di lui è quando tornò a casa. Non sapevo che fosse stato in prigione, mi avevano detto che era in una città lontana, per lavoro. Lucia rifiutò di abbracciarlo: «Tu non sei il mio papà, il mio papà è quello lì», diceva indicando la sua fotografia. Maria Romana De Gasperi (Aldo Cazzullo). Corsera.

Dante non fu solo poeta ma profeta, pensatore e visionario. La sua opera è frutto di una visione metafisica, spirituale, teologica. La mia definizione di «pensatore celeste» deriva da Marsilio Ficino, il neoplatonico che definì Dante «per patria celeste, di stirpe angelico, filosofo poetico». Non si comprende Dante fuori dal suo orizzonte religioso ed esoterico. Marcello Veneziani (Alessandro Sansoni). il Giornale.

Dirò una bestemmia ma, fra i grandi calciatori, né Messi né Ronaldo mi commuovono. Bravissimi, ma non hanno il carisma dei Pelé, dei Di Stefano, dei Maradona, ma neppure dei Gullit. Di calcio mi piacerebbe parlare con Ranieri, o con Bagnoli e con Scopigno, se ci fosse ancora. Cioè con gli autori dei miracoli. Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia (Valentina De Salvo). la Repubblica.

Volete sapere il grande dramma della mia vita? È che nella vita ho messo il mio genio, nelle mie opere solo il talento. Oscar Wilde.

«Amo le rose che non colsi», felice di non essermi punto. Roberto Gervaso.