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 2020  dicembre 28 Lunedì calendario

Il presepe simbolo dell’“apostasia di Francesco”

Nemmeno la tragica sobrietà di questo Natale pandemico ha intenerito i duri cuori della destra clericale e farisea che attacca papa Francesco. Anzi, le feste hanno segnato un ulteriore salto di qualità nelle accuse contro il pontefice argentino.
Ormai è tempo di “Apostasia del Vertice della Chiesa” e in Vaticano è stata instaurata “la tirannide di Satana” (altro che fumo, qui siamo a un infernale nebbione perenne). Parola ovviamente dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, il monsignor macchietta tra i capi dell’antibergoglismo militante. E ad accentuare i sospetti “diabolici” dei clericali tradizionalisti ci si è messa finanche la Natività allestita in piazza San Pietro: il presepe monumentale di Castelli, centro abruzzese famoso per l’arte in ceramica. Qui negli anni Sessanta, Serafino Mattucci partorì l’idea di un presepe moderno. E così tra il 1965 e il 1975 all’Istituto d’Arte di Castelli vennero realizzate le 54 statue che formano la composizione.
In Vaticano ne sono state installate solo una decina, ma tanto è bastato per scatenare le polemiche, al punto che persino il New York Times si è occupato della questione: “Le critiche sono state amplificate dai conservatori che vedono nelle figure in ceramica un’ulteriore erosione delle tradizioni ecclesiastiche e delle immagini consuetudinarie a loro care”. A destare scandalo sono in particolare l’Astronauta e il Guerriero con il teschio sull’elmo che ricorda molto Darth Vader di Guerre Stellari. La combinazione di questi elementi, per la destra clericale, è diventata quindi il simbolo di presenze sataniche e massoniche nella Chiesa cattolica. Non solo.
Secondo Maurizio Blondet, firma del complottismo sovranista, ci sono inquietanti segni dell’antico Egitto: “Quello che più colpisce è l’angelo che sovrasta al centro l’immagine; ha le ali aperte, ed è realizzato come avvolto nelle fasce di una mummia, al centro del petto una evidente X. Tale simbologia richiama in maniera efficace i sarcofagi egiziani che, inizialmente soltanto per il faraone in secondo momento per tutti, venivano dipinti mediante la raffigurazione di braccia incrociate a forma di X”. Ossia la X di Osiride, che significa morte e degenerazione. Mica è finita. L’arte occulta del povero presepe di Castelli cela “forzature bibliche artatamente interpretate in senso ufologico”. Insomma l’Astronauta e anche il simil-Darth Vader incarnano un culto degli alieni, vero obiettivo del pontificato francescano.
Nel vasto network della destra clericale (compresi Libero, Il Giornale e La Verità) critiche e attacchi vanno oltre l’opinabile estetica dell’opera. Per l’omofoba Silvana De Mari il presepe “è una bestemmia nella piazza di San Pietro” (La Verità). E poi, ancora, il solito Viganò: “Questa mostruosità irriverente è il marchio della religione universale del transumanesimo auspicato dal Nuovo Ordine Mondiale; è l’esplicitazione dell’apostasia, dell’immoralità e del vizio, della bruttezza eretta a modello”.
La cosa bella è che il presepe di Castelli non piacerebbe neanche a papa Francesco, come rivelato dall’Huffington Post versione italiana. Ma non ditelo agli anti-bergogliani.