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 2020  dicembre 27 Domenica calendario

L’appello contro il suicidio di Kevin Spacey

«Che Natale sarebbe senza un messaggio da parte mia?». Comincia così il drammatico videomessaggio che Kevin Spacey ha postato su YouTube. Sparito il tono sarcastico dei due filmati precedenti (risalenti a dicembre 2018 e a dicembre 2019), l’aria grave e la campagna sullo sfondo, l’attore americano, 61 anni, si è rifatto vivo dopo 12 mesi di silenzio per dissuadere gli aspiranti suicidi a togliersi la vita. E lo ha fatto evocando la dolorosa esperienza personale: travolto dalle accuse di molestie sessuali, è assente dalle scene da quasi tre anni ma, malgrado alcune delle denunce siano state archiviate o siano addirittura cadute, è ancora tenuto al bando dal cinema e dai media. 
Prima che il ciclone #MeToo si abbattesse su di lui, Spacey era un grande attore titolare di due Oscar. Oggi è un fantasma disoccupato. «Molte persone mi hanno contattato raccontandomi le loro storie. E la mia capacità di essere lì per loro è stata possibile solo grazie alle mie stesse difficoltà. Sebbene sia stato un privilegio offrire sostegno, francamente è stato anche oltre le mie possibilità. È una cosa più grande di me», ha detto Spacey. «Mi hanno raccontato che le cose per loro sono andate così male da fargli pensare di togliersi la vita. Per favore, non fate questo passo... Se state soffrendo, se vi serve aiuto, se vi sentite in colpa o vi vergognate, se avete problemi con la vostra identità... vi assicuro che una strada c’è. C’è qualcuno che vi può capire e aiutare perché non siete soli. A tutti coloro che stanno soffrendo: andrà meglio». Niente a che vedere con il Kevin che, nel video 2018, assumeva l’identità del suo personaggio Frank Underwood, il diabolico presidente Usa della serie House of Cards, e scandiva: «Non pagherò per le colpe che non ho».
I guai dell’attore iniziano alla fine del 2017, con l’esplosione del caso Harvey Weinstein e la valanga di denunce a scoppio ritardato: l’attore Anthony Rapp, 46 anni, accusa Spacey di averlo molestato quando aveva 14 anni. 
La star chiede scusa e fa coming out. Ma Ridley Scott lo caccia dal set di Tutti i soldi del mondo e rigira il film con Christopher Plummer. Si fanno poi avanti altre presunte vittime: un giovane e un massaggiatore. Ma le accuse del primo si sgonfiano e il secondo muore mentre Kevin viene cacciato anche da House of Cards e una trentina di altri uomini vogliono portarlo in tribunale. Tre mesi fa Rapp è tornato alla carica e si è fatto avanti un anonimo sostenendo di essere stato molestato 40 anni fa. Mentre la giustizia fa il suo corso resta bloccato Gore, il film in cui l’attore fa lo scrittore omosessuale Gore Vidal. Le scene in cui il protagonista, descritto come un predatore sessuale, tenta di sedurre un ragazzino, oggi appaiono decisamente inappropriate.